Umanità Nova, numero 30 del 25 settembre 2005, Anno 85
Reclus: chi era costui?
Oltre 40 relatori provenienti dalle maggiori università francesi, nonché da Spagna, Portogallo, Italia, Svizzera, Gran Bretagna, Belgio, Norvegia, Grecia, Libano, Giappone, Nuova Caledonia, Brasile, hanno risposto alla chiamata dell'équipe di professori, ricercatori e studenti coordinata da Philippe Pelletier, che con il contributo del CNRS, dell'Université Lumière-Lyon 2 e della Jean Moulin-Lyon 3 ha inteso ricordare con un convegno di studi internazionale il geografo anarchico.
Visto che quest'ultimo in Italia non gode della stessa
notorietà, sarà il caso di ricordare brevemente che
Élisée Reclus (1830-1905) è stato una delle
più eminenti figure scientifiche del XIX secolo. Colpito a
Berlino dall'ascolto delle lezioni di Carl Ritter, che con Alexander
von Humboldt considererà sempre il suo principale maestro, e nei
guai per la sua opposizione al golpe bonapartista del 1851, Reclus
trascorre alcuni anni in viaggio per le isole britanniche e poi per le
Americhe. Tornato in Francia vive scrivendo articoli e guide di viaggi,
nonché studi geografici: la sua monografia di geografia fisica,
La Terre (1868), gli vale grande notorietà nel mondo scientifico
internazionale.
Ma un altro fenomeno colpisce in quegli anni il nostro e lo segna per
sempre: la conoscenza con Bakunin e l'adesione alla componente
anarchica della Prima Internazionale. Da allora Reclus si considera
fino alla morte un militante anarchico, è nota la sua
partecipazione alla Comune di Parigi e l'esilio che ne deriva (solo la
mobilitazione degli scienziati di mezza Europa gli evita la
deportazione in Nuova Caledonia), seguito dall'ostracismo del mondo
accademico. Ma non del pubblico, dal momento che i 19 volumi della
Nuova Geografia Universale, usciti dal 1876 al 1894, sono per l'epoca
un vero best-seller, e vedono sempre, come anche le opere minori,
traduzioni in 4-5 lingue.
Le posizioni politiche di Reclus sono vicine alla versione di Kropotkin del comunismo anarchico, con una forte attenzione alle dinamiche evoluzionistiche ed educative: la geografia, in questo senso, serve ad avvicinare la consapevolezza del mondo nuovo. Il russo e il francese sono infatti ricordati come "i geografi anarchici", perché anche Kropotkin in gioventù era stato autore di opere di geografia fisica, e la collaborazione fra i due si estende poi a questioni di geografia economica ed urbana.
Negli ultimi anni di vita, Reclus lavora (pressoché
gratuitamente) alla Université Nouvelle di Bruxelles, sorta di
istituto "autogestito" e non riconosciuto dallo stato. Qui redige
l'ultima delle sue opere maggiori, L'Homme et la Terre, che secondo
molti è la più importante, perché vi è
più presente il problema del metodo e della funzione della
geografia, e non è "autocensurata" come la NGU, per la quale
Reclus aveva concordato, con l'editore Hachette, che non vi si parlasse
troppo di politica.
Riscoprire Reclus ovvero che cos'è la geografia
In un incontro preliminare gli organizzatori hanno spiegato il senso del loro appello, diffuso mesi prima, per fare il punto su "Élisée Reclus e le nostre geografie".
Reclus è stato riscoperto in Francia negli anni 70 come geografo impegnato politicamente e socialmente, che aveva una concezione molto larga della geografia, che per lui si deve occupare di un largo spettro di questioni, dalla storia all'antropologia fino ai problemi politici, ambientali e sociali che pone lo sviluppo industriale. Lo si è contrapposto ai geografi accademici successivi, più attenti agli stili di vita rurali, e se ne è fatto in qualche modo un "padre spirituale". Secondo i lionesi occorre però approfondire veramente quello che ha detto, contestualizzarlo e vedere di volta in volta cosa può essere utilizzato.
Paul Boino in questo senso ha rimarcato come Reclus si distingue dal metodo marxista perché partiva dai fenomeni empirici senza applicarvi schemi o sistemi dati: c'è un approccio complesso e molto problematizzato che oggi è acquisito in quasi tutte la discipline ma all'epoca assolutamente innovatore. In particolare nell'analisi dei fenomeni sociali Reclus non utilizza la chiave economica al di sopra di tutte le altre questioni: prende in considerazione una larga serie di ambiti e di strumenti, ha un approccio interdisciplinare, con l'idea di una interazione dinamica fra il genere umano e l'ambiente.
Jacques Défossé ha sottolineato la svolta che si è verificata negli ultimi decenni ad opera di molti geografi, che hanno scelto di occuparsi di pianificazione e progettazione territoriale, e di una serie di questioni come il rapporto fra la popolazione, l'ambiente e le risorse. La disciplina geografica si propone di nuovo, "reclusianamente", come una scienza utile, che tenta di farsi carico dei problemi politici, ecologici e sociali dell'immediato futuro: in generale, dare delle risposte sul mondo.
È stata anche inaugurata, nel dipartimento di geografia dell'università Jean Moulin, una esposizione con pannelli sulla vita e le opere di Reclus, e una mostra di lettere, oggetti appartenuti al geografo ed alcune edizioni di raro pregio delle sue opere, in collaborazione con la famiglia.
Essendo impossibile rendere conto in questo spazio di tutti gruppi
di studio e gli incontri plenari, citeremo qualche intervento fra i
più significativi.
Reclus e l'ambiente
Nell'atelier "Fabbrica e ottica dell'oggetto geografico" è stata perfettamente tempista la relazione di Yves-François Le Lay sui fiumi. Riguardava gli scritti sul Mississippi e la zona di New Orleans, visitate da Reclus negli anni 50 del XIX secolo. C'è uno studio attento e dettagliato delle opere necessarie alla salvaguardia di un tale bacino idrografico, nonché dei problemi della stabilità idrogeologica di una città come New Orleans: uno dei tanti aspetti profetici che sono stati sottolineati (forse anche all'eccesso) nell'opera di Reclus.
La tensione fra la necessità da una parte della vita e della
giustizia sociale e dall'altra la salvaguardia e gestione dell'ambiente
è stata sottolineata nelle relazioni sul pensiero urbano di
Reclus, presentate da Paul Claval e Ignacio Homobono. Lo studio della
storia della città attuale, specchio delle contraddizioni di
classe, serve qui a costruire la città del futuro, idea che ha
avuto una forte influenza sul pensiero urbanistico del XX secolo.
Reclus e la Spagna
Molto interessante il seminario sull'accoglienza avuta da Reclus nella penisola iberica. Secondo Teresa Vicente-Mosquete, massima studiosa dell'argomento, fino alla (drammatica) fine degli anni 30 non vi era sede operaia che non tenesse in biblioteca i suoi libri, ed era su questi volumi che gli operai spesso imparavano a leggere.
Non è difficile collegare questo alla grande consapevolezza dimostrata dal proletariato spagnolo nel 1936, quando si trattò di fare sul serio, e costruire nel concreto il comunismo libertario.
Secondo Nicola Ortega-Cantero questa grande popolarità non
era solo dovuta alla diffusione dell'anarchismo nel paese iberico, ma
era condivisa delle parti più avanzate della borghesia, che
ricambiavano la simpatia dimostrata da Reclus per i moti repubblicani
negli anni 70 dell'800.
Reclus, l'educazione, le mappe.
L'Universitè Nouvelle, poi, teneva stretti contatti con la Scuola Moderna di Ferrer y Guardia ispirando analoghi esperimenti, purtroppo non sempre abbastanza studiati, in diverse parti d'Europa.
Anche di questa esperienza si è parlato in un atelier, ricordando quanto Reclus considerasse importante agire sulla formazione e l'istruzione. Al punto che all'Institut des Hautes Études si affianca per qualche tempo una Ecole des Petites Études frequentata in primo luogo dai numerosi rampolli della famiglia Reclus, che a Bruxelles si era trasferita in massa (il fratello Elie insegnava come antropologo, il nipote Paul si può considerare l'unico vero allievo del geografo).
Fra le altre cose, Henri Nicolaï e Soizic Alavoine-Muller hanno studiato quella che è stata definita l'"utopia geografica" alla quale si lavorava nel laboratorio di cartografia: Reclus non credeva nella carta geografica, che è falsa perché riduce la realtà selezionandola secondo i criteri ideologici della ragion di Stato, non a caso tutti gli istituti cartografici nazionali sono stati fondati monopolizzati dai militari. Il sogno (solo progettato) era presentare all'esposizione universale di Parigi un enorme globo in rilievo, di 127,5 metri di diametro, con una rappresentazione reale del mondo in scala 1:100.000.
Il laboratorio produsse comunque globi, e atlanti con proiezioni
sperimentali. Da notare che nonostante la critica della mappa, che
già caratterizzava Ritter e che sarà poi uno dei "piatti
forti" dalla geografia radicale negli anni '70, le opere reclusiane
sono ricche di carte tematiche (in alcuni casi "geopolitiche")
estremamente innovative.
Anarchia e geopolitica
In alcune sessioni è stata posta la questione dell'anarchismo di Reclus. Certi hanno sostenuto l'idea di un Reclus "poco anarchico", poco presente nel movimento, con accenni anche un po' ambigui alla sua origine protestante ed al suo presunto "spiritualismo".
Risposte a mio avviso efficaci sono venute fra gli altri dallo storico Didier Giraud, che ha sostenuto l'impegno del nostro a favore del movimento libertario come una costante della sua vita, testimoniata dalle tantissime lettere che lo mostrano difendere scioperi, partecipare a manifestazioni, sostenere finanziariamente il movimento e le sue iniziative editoriali fra cui la rivista "Temps Nouveaux".
Per concludere, segnaliamo che fra gli ospiti italiani, Fabrizio Eva ha proposto una griglia di interpretazione geopolitica basata su alcuni concetti reclusiani applicati a scottanti situazioni odierne, come l'Iraq e la Palestina, riscuotendo un forte apprezzamento da parte dei geografi francesi. Se ne riparlerà a Milano il 12 e 13 ottobre.
Federico Ferretti