Umanità Nova, numero 31 del 2 ottobre 2005, Anno 85
Ricordare, dal latino re cordis: riordinare le parti del cuore.
Eduardo Galeano
Come in una strana ricerca frugo nella memoria alla riscoperta del
piccolo, dell'usuale, del consueto, sono a caccia di gesti: è
attraverso il gesto che si concretizza l'idea; ripercorro questi anni
in tipografia a cercare di riorganizzare consigli e insegnamenti,
quelli macroscopici sono ormai dentro di me, gesti consueti appunto,
impossibili da dimenticare all'interno del ciclo di stampa e
distribuzione del giornale.
Ma c'è sempre l'imprevisto, il qualcosa che non va o può
non andare, ho paura, avrei bisogno di prevedere per quanto mi è
possibile tutti i problemi, non mi sento pronto.
Ed è in questa ricerca che ancora lo rivedo in ogni angolo, in ogni idea, in ogni azione, Alfo è stato un mago nel concretizzare l'idea: esperienza e indole.
Senza panico ma anzi con la sua calma pacata, ma allo stesso tempo ferma, le sue bonarie filippiche contro la "ciccina", la vecchia Nebiolo che tutte le settimane materializza idee, e seppur a volte un po' riluttante, ci permette di stampare il giornale.
Alfo mi ha insegnato molto, mi ha insegnato soprattutto che l'azione parte da prima, parte dall'idea: la carta non perdona, una volta stampata è li e non c'è più nulla da fare, se c'è un errore ci rimane e basta.
Conviene anzi pensarci un attimo, allentare la tensione anziché agire troppo istintivamente; agire con fermezza, ma consapevolmente ed eccoci in molti a lavorare insieme per riuscire a spedire le copie entro i termini stabiliti, amici e compagni venuti anche da fuori Carrara, alcuni con centinaia di chilometri alle spalle venuti a dar mano sapendo che ce n'è bisogno.
E siamo davvero tanti ad avvicendarci tra etichette, buste e pacchi, Alfo ci ha insegnato molto a tutti, lo leggo, lo si legge, negli occhi di tutti, sguardi dapprima fugaci, che evitano di incontrarsi troppo per paura di cedere al pianto; poi, man mano che il lavoro collettivo inizia a prendere corpo, sempre più fermi in un certo modo sereni.
E ancora l'idea si concretizza, la macchina della tipografia, ingranaggi e muscoli, ricomincia a funzionare nei tempi, il giornale viene stampato, piegato e spedito, é l'idea di Alfo e degli altri compagni che avevano fondato la tipografia più di trent'anni fa, è l'idea che Alfo tanto caparbiamente aveva portato avanti in tutti questi anni che prende nuova linfa. È l'idea che ancora una volta si fa realtà.
Grazie Alfo!
Donato
La famiglia di Alfonso (Soledad, Siro, Ruxi, Matteo, Paola, Ruggero,
Roberto e Raffaella) e i compagni della tipografia ringraziano tutti
coloro che sono intervenuti per l'ultimo saluto a Alfo e tutti coloro
che hanno inviato messaggi di condoglianze.
È impossibile farlo singolarmente e quindi dalle pagine del suo
amato giornale giunga un grazie a tutti per il grande affetto
dimostrato, che per tutti noi è una spinta in più per
proseguire il cammino sulla strada della libertà
dell'uguaglianza dell'anarchia.
Raffi