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Umanità Nova, numero 31 del 2 ottobre 2005, Anno 85

Prodi surrealista



Ha fatto uno strano effetto sentire il ridente professor Prodi, ex-presidente dell'IRI e compagno di merende dei capitalisti nostrani, scagliarsi contro il "pensiero unico", nel discorso pronunciato alla Festa de L'Unità. Ad onor del vero, era già successo appena qualche mese fa quando aveva affermato che "Negli ultimi dieci anni si è vissuto come se l'idea che qualsiasi decisione del capitalismo contemporaneo fosse di per se stessa buona" e che "questa crisi ha finalmente cancellato l'idea del pensiero unico".

Il più adeguato commento l'avrebbe potuto pronunciare solo il mai abbastanza compianto Totò: "…Chi? Lei? Ma mi faccia il piacere"; comunque qualcosa a riguardo, si può dire. 

Fu lo storico mensile francese di politica internazionale, Le Monde Diplomatique, a lanciare circa un decennio fa il termine "pensiero unico" per spiegare cosa significasse il capitalismo nella fase della cosiddetta globalizzazione, evidenziando come nessuno - destra conservatrice, sinistra politica, movimenti - giungesse ad una critica radicale anticapitalista, tanto da lasciar intravedere oltre ad un pensiero anche un "partito unico".

Considerazione questa del tutto fondata se si considera che ormai, a sinistra, si assiste ad una rassegnata accettazione del dominio del capitale sulla società e tutt'al più si auspica una sua improbabile "umanizzazione" o "riforma" a favore dei cosiddetti diritti dei settori sociali più colpiti dalla crisi e dei soggetti vittime dei processi di precarizzazione e marginalizzazione che dovrebbero identificarsi nel passamontagna del candidato "senza volto" partecipante alle primarie dell'Unione.

È del tutto evidente che se tornerà al governo, Prodi non potrà conciliare gli incompatibili interessi della Confindustria e dei senza reddito e quindi le scelte politiche che potrà prendere saranno comunque scelte di classe; eppure già adesso c'è chi applaude.

Il trionfo del pensiero unico che si afferma negandosi.

Sandra K.


PS. Il passaggio del discorso prodiano contro il "pensiero unico", pronunciato il 18 settembre, è stato possibile ascoltarlo su RAI3, ma è "scomparso" dai resoconti giornalistici e persino dal testo pubblicato sul sito della Festa dell'Unità.














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