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Umanità Nova, numero 32 del 9 ottobre 2005, Anno 85

I marinai corsi tra scioperi, arrembaggi, blocchi dei porti
Corsari ed economia globale



Sabato 1 ottobre

Alla televisione passano scene degli scontri che si sono svolti intorno al porto di Marsiglia. In prima fila sventolano le bandiere anarchiche. Non posso fare a meno di pensare che i nostri ragazzi e le nostre ragazze avranno mille difetti ma quando c'è da fare del bene non si tirano mai indietro. Altro che i Papa boys! Altro che i Papa boys.

La SNCM venduta ad un fondo pensioni

Ho sempre considerato divertente la frase "È pericoloso aver ragione dove le autorità costituite hanno torto" di Voltaire per il banale motivo che, a mio avviso, l'essere in torto caratterizza non le singole scelte delle autorità costituite ma la loro stessa natura sociale.
Se, però, ragioniamo su come funzioni la produzione dell'immaginario collettivo, l'affermazione riacquista senso.
Nel caso del sequestro simbolico della "Pasquale Paoli" della Société Nationale Corse - Méditerranée (SNCM), siamo di fronte ad un caso tipico di torto che pretende d'essere ragione.
Il governo francese intende privatizzare la società che ha 2400 dipendenti e cederla ad un fondo pensioni franco americano Butler Capital Partners che ne acquisirebbe il controllo.
In prima battuta si era parlato di una cessione totale e senza residui, poi di una permanenza della proprietà pubblica al 25%, poi, in aggiunta di un altro 5% d'azioni cedute – sarebbe interessante sapere a che condizioni - ai lavoratori.

Una prima considerazione generale, l'aspirante proprietario è un fondo pensioni, non è un capitalista con il panciotto, l'orologio d'oro ed il cilindro ma un ente finanziato con trattenute sui salari dei lavoratori che contano di garantirsi una pensione integrativa. Contano: se poi hanno scelto bene è da vedersi.
I fondi pensione devono far fruttare quanto hanno loro affidato i lavoratori e, di conseguenza, investire i capitali rastrellati. Il fondo Butler ha deciso di investire nella SNCM e questo scelta potrebbe apparire benevola e benefica visto che la SNCM è in grave crisi. Peccato che il fondo pensioni abbia richiesto, oltre ai soliti investimenti pubblici, il taglio del personale di 400 posti, promettendo, e quando mai non è così, la cura dimagrante dolce grazie ai prepensionamenti ed alle dimissioni incentivate ma 400 licenziamenti sono sempre 400 licenziamenti e gran parte del personale dell'azienda vive in Corsica, con l'effetto che i licenziamenti colpirebbero l'isola in misura più che proporzionale. Quindi, perché stupirsene, un fondo pensioni che pretende di essere uno strumento di autotutela dei lavoratori colpisce, sulla base delle leggi dell'economia, i lavoratori realmente esistenti.

La privatizzazione porta al peggioramento delle condizioni di lavoro

Una seconda considerazione, il governo francese vuole privatizzare la SNCM non per un astratto pregiudizio ideologico ma perché quest'azienda perde e quest'azienda perde perché è in concorrenza con una linea privata che utilizza lavoro nero, immigrati ecc. ed ha, di conseguenza, la possibilità di fare prezzi più convenienti traendone maggiori profitti. Il governo, in luogo di imporre ai padroni privati di elevare le condizioni di vita dei propri dipendenti e di applicare le leggi repubblicane, decide di privatizzare e di abbassare quelle di chi, sino ad oggi, aveva goduto di condizioni di maggior sicurezza. La cosa, ovviamente, non ci stupisce e non ci scandalizza, ma sarebbe bene che fosse nota e che i lavoratori ne traessero qualche conseguenza.
Lo sciopero è stato massiccio ed immediato ed il sequestro della "Pasquale Paoli" ha rilanciato la lotta portandola all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale. Il governo ha scelto la via muscolare inviando truppe scelte a salvare il naviglio, ma l'allargarsi dello sciopero all'intera Corsica, per un verso, gli scontri e le mobilitazioni che hanno messo in crisi lo stesso porto di Marsiglia lo hanno costretto a rilasciare subito la maggior parte dei "corsari" e, poi, gli ultimi quattro che aveva trattenuto. Solo a queste condizioni il traffico fra Corsica e continente è ripreso.

L'influenza del nazionalismo

Alcuni elementi di quanto è avvenuto meriterebbero una riflessione a parte.
Il movimento è stato caratterizzato dal protagonismo del Sindacato dei Lavoratori Corsi, legato alle forze politiche indipendentiste. Sicuramente il radicamento sul territorio e l'intreccio fra rivendicazioni sindacali e nazionalismo hanno dato forza al movimento ma segnala un limite ed un'ambiguità dello stesso movimento da non sottovalutare. In altri termini, è lecito ritenere che gli indipendentisti corsi si porrebbero diversamente di fronte ad un conflitto sindacale che coinvolgesse padroni corsi. Visibile è stata anche la presenza della maggiore centrale sindacale francese, la CGT, che, con ogni evidenza, non ha voluto lasciare il monopolio della rappresentanza allo SLC, anche se ha dovuto manifestare la solidarietà alle ragioni dei corsari ma prendere le distanze dal sequestro della nave. Contraddizioni in seno ai sindacati, chiamiamole così.

A questo punto, la proposta del governo francese è:
- 40% per il fondo d'investimento Butler Capital Partners
- 30% per la Connex, filiale per il trasporto del gruppo Veolia (ex-Vivendi)
- 25% per lo stato che sperava di tirarsi fuori del tutto
- 5% per i salariati.
Un modo per addolcire la pillola, per un verso ma anche un segnale di debolezza che la mobilitazione potrà sfruttare nei prossimi giorni. Diversi segnali inducono a ritenere che lo scontro apertosi la scorsa settimana non si chiuderà facilmente.

Ampio il sostegno popolare ai "corsari"

Interessante, nonostante le considerazioni che abbiamo fatto sul nazionalismo, è stato il fatto che i marittimi stanno reggendo grazie al sostegno che altre categorie, in Corsica ma non solo, hanno dato al loro sciopero.
La stessa azione spettacolare che ha attirato l'attenzione sul movimento e cioè il sequestro della "Pasquale Paoli" va collocata in questo contesto. A volte le azioni di minoranza sono un tentativo di dare una svolta ad una situazione che vede la passività dei più e rischiano di fare danno e di rafforzare la stessa passività, altre volte sono efficaci proprio perché c'è un tessuto sociale ed una pratica di lotta di massa che le sostiene.
Non è, ovviamente, sempre facile valutare a priori quale sia la situazione e come una forzatura possa influire ma il caso corso sembra di quelli dove azione determinata di una minoranza e mobilitazione di nassa si sono intrecciate in maniera virtuosa.

Cosimo Scarinzi















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