Umanità Nova, numero 32 del 9 ottobre 2005, Anno 85
Il 20 settembre scorso è ripreso a Genova il procedimento
giudiziario contro 25 manifestanti accusati di devastazione e
saccheggio avvenuti durante le manifestazioni contro il G8 del luglio
2001. In queste prime udienze dopo la pausa estiva sono proseguite le
testimonianze degli esponenti delle forze dell'ordine coinvolte nelle
operazioni di repressione.
Protagonista del giorno è stato sicuramente Mario Placanica,
l'assassino di Carlo Giuliani, la cui testimonianza era attesa da tempo.
Ovviamente il previsto arrivo ha solleticato l'interesse dei
mass-media, solitamente distratti a proposito di quanto accade in
questo ed in altri processi. Attesa rimasta delusa in quanto il
testimone, nonostante quanto avesse in precedenza dichiarato il suo
avvocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere e,
fatto atto di presenza, ha abbandonato la scomoda sedia.
Voci maligne hanno suggerito che la scena muta recitata dall'ex
carabiniere potrebbe avere qualcosa a che fare con il suo prossimo
futuro: solo qualche giorno prima dell'udienza infatti, un giornale
calabrese aveva dato notizia della sua presenza ad una iniziativa
politica di Alleanza Nazionale, svoltasi alla presenza di Gasparri. E
qualche giorno dopo, su un altro giornale, in una intervista la notizia
è diventata ufficiale, con tanto di dichiarazione delle idee
politiche ("sempre stato di destra") professate.
Una chiara scelta di campo che non meraviglia più di tanto, come
non sorprenderebbe l'accettazione della sua candidatura tra le file dei
post-fascisti. Sarebbe solo una ulteriore conferma del ruolo svolto da
Gianfranco Fini durante le giornate di Genova.
Tornando al processo, nell'udienza precedente il maggiore dei paracadutisti Cappello, interrogato in quanto presente in piazza Alimonda durante gli scontri, ha dichiarato di aver dato lui stesso a Placanica l'ordine di montare sul gippone in quanto non lo riteneva in condizioni di reggere la situazione che si era venuta a creare. Per il resto la testimonianza dell'ufficiale ha brillato dei soliti di "non ricordo" riguardo a quanto accaduto prima e dopo l'omicidio del compagno.
Ancora in queste udienze il tema centrale è stato l'identificazione dei presunti devastatori e saccheggiatori e, stando a quello che si legge, il meccanismo sul quale si sono basati i riconoscimenti è sempre lo stesso: partendo da una foto o da un filmato si è cercato qualche funzionario di polizia in grado di dare un nome e cognome ad una persona (magari ripresa di spalle e mascherata) mai fermata ed identificata sul posto. Da cui il rimpallo tra i vari funzionari della Digos a proposito di come e da chi sia stato riconosciuto tizio o caio.
A settembre è ripreso a Cosenza anche il processo al "Sud Ribelle", nella prima udienza gli imputati non si sono presentati in aula ed hanno partecipato ad una assemblea di movimento.
Per finire una buona ed una cattiva notizia: durante l'estate si è costituita a Cosenza la Segreteria Legale che, nata all'interno del progetto di Supporto Legale che già lavora a Genova, si è data il compito di seguire da vicino il processo calabrese. La cattiva è che sono state ufficialmente confermate (ma qualcuno forse ne dubitava?) le promozioni-premio di Vincenzo Canterini e di Alessandro Perugini due dei più noti protagonisti della mattanza di Genova.
Nei prossimi mesi riprenderanno anche gli altri procedimenti giudiziari legati ai fatti del luglio di quattro anni fa, una storia che andrebbe liberata dai verbali dei tribunali.
Pepsy