Umanità Nova, numero 33 del 16 ottobre 2005, Anno 85
La decisione di premiare con il nobel per la pace Mohamed El-Baradei,
direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), ha
riproposto la questione della proliferazione nucleare. Una volta tanto
si parla di questo argomento non sulla spinta dell'ennesima campagna
messa in scena dall'apparato propagandistico statunitense. È
già qualcosa, ma bisogna fare molta attenzione.
In certi ambienti antiamericani si è cercato di mettere in
rilievo come El-Baradei sia stato più volte criticato dal
governo USA che lo ha accusato di fare poco contro la minaccia nucleare
iraniana. Si tratta di un dato di fatto: El-Baradei, se non altro per
il ruolo istituzionale che riveste, non è asservito agli
interessi dei neoconservatori di Washington. È anche vero che il
direttore dell'AIEA ebbe un duro scontro con gli uomini di Gorge W.
Bush nei mesi immediatamente precedenti all'invasione dell'Iraq. In
occasione della conferenza di revisione del Trattato di non
proliferazione svoltasi a Parigi lo scorso maggio El-Baradei ha
sostenuto la proposta di denuclearizzazione del Medio-Oriente e ha
criticato i governi dei cinque maggiori paesi nucleari (Russia, Cina,
Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia), che rifiutano di ammettere che i
loro enormi arsenali nucleari spingono i paesi che si sentono
minacciati ad imitarli. Negli ultimi mesi El-Baradei ha preso le
distanze anche dalle affermazioni propagandistiche provenienti dal
governo USA riguardo la minaccia nucleare iraniana: d'altra parte dopo
la tragica farsa della "pistola fumante" irachena non bisogna essere
rivoluzionari per rendersi conto che la menzogna è una norma per
l'amministrazione Bush! Sarebbe stato da imbecilli o da venduti fare il
contrario: diamo volentieri atto a El-Baradei di non essere né
un imbecille né un venduto.
L'AIEA non ha un ruolo pacifico
Detto questo però, occorre sottolineare come El-Baradei e
l'AIEA non svolgono un ruolo pacifico. Questa Agenzia, fondata nel 1957
dalle Nazioni Unite a seguito degli sforzi del presidente americano
Eisenhower di lanciare il nucleare civile (piano "atomi per la pace"
del 1953), è una delle principali strutture che favoriscono la
politica di penetrazione mondiale del nucleare (il suo bilancio annuale
è di circa 200 milioni di dollari e può contare su circa
2200 dipendenti). Per favorire questa penetrazione l'AIEA elabora studi
e ricerche che nascondono o minimizzano gli effetti del nucleare
arrivando a vere e proprie falsificazioni. Non bisogna dimenticare il
ruolo vergognoso svolto dall'AIEA dopo il disastro di Chernobyl: tre
mesi dopo l'esplosione del reattore sovietico questa Agenzia ebbe il
coraggio di diffondere un documento nel quale si sosteneva che
l'incidente non era poi così grave e che il pianeta era in grado
di reggere una "Chernobyl all'anno". L'ultimo, penoso, esempio di
questo atteggiamento è lo studio diffuso nel settembre 2005 che
minimizza gli effetti sanitari del disastro di Chernobyl. Fra le ultime
deleterie proposte dell'AIEA c'è anche quella di concentrare in
Russia le scorie nucleari che nessuno sa come smaltire.
Il trattato di non proliferazione nucleare è lettera morta
All'AIEA è stato anche affidato il compito di verificare il
rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) firmato nel
1968. Il TNP si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso
pacifico del nucleare. Il trattato proibisce agli stati firmatari
"non-nucleari" (ovvero che non possiedono armi nucleari) di procurarsi
tali armamenti, e agli stati "nucleari" di fornirgli tecnologie
nucleari. Il trasferimento di tecnologie nucleari deve inoltre avvenire
solo per scopi pacifici e sotto il controllo proprio dell'AIEA. Si
tratta di un compito che ha del paradossale: si affida la sorveglianza
della proliferazione nucleare all'istituzione che diffonde il nucleare
nel mondo. E comunque se i giurati svedesi hanno premiato El-Baradei
per l'attività antiproliferazione hanno preso un bel granchio!
L'AIEA, infatti, ha completamente fallito il suo compito: ormai da
vent'anni Israele è divenuta una potenza nucleare senza che
l'AIEA potesse controllare alcunché. Lo stesso discorso vale per
India e Pakistan che dal 1998 hanno la bomba, in barba ai controlli di
El-Baradei e dei suoi collaboratori. Per stessa ammissione del
direttore dell'AIEA oggi sono almeno una quarantina gli Stati in grado
di costruirsi una bomba nel giro di pochi mesi.
Le nuove tecnologie nucleari consentono di eludere il trattato
In realtà l'AIEA sta clamorosamente fallendo nel suo ruolo di "poliziotto" al servizio del TNP. Questo trattato, di cui a maggio è fallita la quinquennale conferenza di revisione, è praticamente un contenitore vuoto e senza efficacia. Gli Stati Uniti sbandierano strumentalmente la minaccia costituita da Corea del Nord e Iran ma così facendo occultano processi di proliferazione ben più complicati e pericolosi. La nuova proliferazione nucleare, quella che potremmo definire la "proliferazione del XXI secolo", si fonda, direttamente o indirettamente, sulla diffusione di tecniche e ricerche civili che il TNP non prevede e che non hanno bisogno di test. A questo proposito è ormai chiaro che i trattati conclusi negli anni '90, come il Comprehensive Test Ban Teatry (CTBT, firmato nel 1996) che proibiva i test nucleari, sono stati accettati proprio perché nascevano già vecchi, superati dalle possibilità offerte dalle nuove ricerche e tecnologie. Il complesso militare-industriale, negli Stati Uniti come nel resto del mondo, sta divorando la ricerca civile con il fine di realizzare armi nucleari che non violano i trattati. Un clamoroso esempio di questa fusione fra ricerca civile e militare è il progetto di reattore denominato ITER che dietro la futuristica promessa di realizzare (fra 50 anni…) energia illimitata, pulita e a basso costo, cela ben più concreti e realistici interessi e applicazioni militari.
Su questi argomenti l'AIEA non solo è assente sul piano dei controlli ma, in quanto sponsorizzatrice della diffusione del nucleare nel mondo, è complice della proliferazione. Come ha giustamente sostenuto la rete antinucleare francese "Sortir du nucleare" l'AIEA deve essere "smantellata e non deve ricevere alcun premio, tanto meno quello che celebra la pace".
Antonio Ruberti