Umanità Nova, numero 33 del 16 ottobre 2005, Anno 85
Da oltre un anno su queste pagine (basta vedere la collezione
nell'Archivio di UN), stiamo affermando che l'intervento militare
italiano in Afganistan continuerà pure nell'eventualità
che il centro-sinistra vada al governo, segnalando i pronunciamenti in
tal senso anche dei Democratici di Sinistra e le ambiguità a
riguardo anche tra le forze che si definiscono pacifiste.
In particolare, si ricordi come certa "sinistra" in occasione delle votazioni in Parlamento del rifinanziamento delle missioni militari italiane all'estero, abbia sempre fatto dei distinguo tra le operazioni in Irak e quelle nei Balcani e in Afganistan, come se non rientrassero nella medesima strategia di guerra globale.
D'altra parte, appare illuminante l'operato del governo Zapatero -
tanto osannato a sinistra - che ha ridotto il suo pacifismo ad uno
spostamento delle truppe spagnole dal teatro iracheno a quello afgano.
Adesso la conferma puntuale di quanto da noi sostenuto e denunciato
viene dallo stesso Prodi che, in un'intervista pubblicata sul Corriere
della Sera del 6 ottobre, lo ha decisamente confermato, sostenendo pure
una presunta "legittimità" dell'intervento militare italiano a
Kabul e dando una propria paradossale interpretazione dell'art.11 della
Costituzione.
Intanto, giunge la notizia che la Nato ha deciso di aumentare da 10 a 15 mila il numero dei militari impegnati in Afganistan nell'ambito del contingente internazionale Isaf, attualmente affidato al comando italiano.
Ai posteri giudicare il senso delle bandiere arcobaleno sventolate da chi poi le ritiene compatibili con quelle azzurre della NATO.
U.F.