Umanità Nova, numero 33 del 16 ottobre 2005, Anno 85
Quando parliamo di guerra e di missioni di guerra, forse potrebbero
bastare alcuni dati, confrontarli tra di loro e farci un pensierino
sopra: dal giugno del 2003 a tutto il 2005 il costo ufficiale della
missione "Antica Babilonia" è di circa un 1 miliardo e
duecentomila euro per la parte militare e di circa novantadue milioni
di euro per la parte "umanitaria". A queste cifre vanno però
aggiunti ulteriori costi per gli stipendi, per l'addestramento
specifico per i reparti destinati all'Iraq, per l'usura dei mezzi
impiegati in zona operazioni, per le attività di supporto in
Italia e nel teatro operativo. Alla fine il costo reale aumenta del 70
per cento. Cominciamo dagli stipendi: le somme stanziate coprono
soltanto le indennità aggiuntive di missione, ma non includono i
trattamenti base. Il monte stipendi speso per i circa 3.000 militari
presenti in Iraq ammonta a circa 48 milioni di euro ogni sei mesi: in
due anni e mezzo fanno un totale di 240 milioni. Un costo da
considerare, perché la decisione di strutturare le forze armate
su 190 mila uomini è stata presa valutando questo livello di
impegno internazionale.
Uno schieramento così massiccio di uomini all'estero ha
ripercussioni d'altra parte sull'operatività delle caserme e dei
reparti rimasti in Italia, rendendo necessario il ricorso al richiamo
di riservisti, agli straordinari, anche all'outsourcing. Sono altri 50
milioni di euro.
Preparare i reparti per le missioni significa fargli svolgere
attività molto intense nei mesi precedenti l'invio, il che di
fatto raddoppia gli uomini direttamente impegnati per la missione: un
costo ulteriore di circa 100 milioni di euro.
L'usura dei mezzi. Le forze armate hanno circa 5000 mezzi di vario genere in Iraq, che costano 9.250.000 euro al mese per funzionare. L'uso in condizioni operative e ambientali estreme comporta una maggiore usura che si può valutare in un maggior costo del 20%. Una spesa aggiuntiva mensile, dunque, di circa 2 milioni di euro, un totale di 60 milioni nei trenta mesi di missione.
Il supporto in Italia, dalla logistica, alle telecomunicazioni, al comando e controllo: almeno altri 500 uomini impegnati, con mezzi e materiali. Altri 30 milioni di euro complessivi da calcolare. Ne deriva che il costo totale dei due anni e mezzo della missione Antica Babilonia è quindi di 1 miliardo e 772 milioni di euro.
"Il decreto legge del 28 giugno sul rifinanziamento della missione italiana in Iraq prevede la spesa di 237.414.446 euro per il totale della missione
Di questi, 19.222.168 euro sono gestiti dal Ministero degli Affari
Esteri, e sono solo in parte direttamente riconducibili ad "aiuti
umanitari"; altri 150.000 euro sono destinati al corso di formazione
per magistrati e funzionari iracheni, e 961.356 euro alla
partecipazione di esperti militari italiani alla riorganizzazione dei
Ministeri della Difesa e dell'Interno iracheni. Infine 4.000.000 sono
destinati, come quota italiana, alle attività del Cimic in Iraq.
Ambasciata e consolato
Uno degli interventi operativi di urgenza, per il quale viene chiesto il finanziamento di 1.350.500 euro, riguarda la "protezione dinamica" dell'ambasciata italiana a Baghdad. Si tratta del costo per il personale, composto da 25 tra carabinieri e sottufficiali, più un ufficiale, inclusivo del costo dei biglietti aerei e del sovrapprezzo per il bagaglio pesante.
A questo costo va aggiunto quello per la "protezione statica", effettuata da 16 tra sottufficiali e carabinieri, per i quali è previsto un onere di 864.320 euro.
Inoltre, sono previsti interventi di spesa per la strumentazione tecnica, per un totale complessivo di euro 75.750 euro.
Il totale complessivo delle spese per ambasciata e consolato è quindi di 3.040.570 euro.
Corsi di Formazione
Sono tre corsi di formazione, rivolti a destinatari diversi: Law Enforcement, Sistemi federali, Elettorale.
I primi due corsi sono svolti dall'ISISC, il terzo è svolto dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa,
I primi due corsi si terranno in Italia, a Siracusa, il terzo ad Amman, in Giordania.
Law Enforcement: rivolto a 40 tra magistrati, procuratori, professori universitari funzionari di polizia e rappresentanti di agenzie specializzate nel law enforcement, durerà 10 giorni, e si svolgerà a Siracusa. Ad organizzarlo, lo ISISC (Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali).
Il costo del corso di formazione è di complessivi 223.983 euro, per una media quindi di circa 5600 euro per partecipante.
Sistemi federali: rivolto allo stesso target, si articola in due seminari della durata complessiva di 10 giorni, per un costo complessivo di 252.034 euro.
Elettorale: è l'unico corso che si svolge all'estero, e più precisamente in Giordania, ad Amman, paese da dove operano la maggior parte delle organizzazioni internazionali. Il suo compito è quello di preparare i funzionari statali in previsione della scadenza elettorale di fine anno. Già lo scorso anno aveva svolto lo stesso tipo di corso di formazione in occasione delle elezioni del gennaio 2005. In questa occasione, il corso è rivolto a 190 partecipanti, articolato in 5 distinti corsi per un totale di 135 ore.
La spesa complessiva è di 495.057 euro, equivalente a 3667 euro per ora.
Museo virtuale di Baghdad
Si tratta della seconda fase del progetto già finanziato, nel decreto precedente, con la somma di euro 805.600. Il progetto prevede la realizzazione di un tour virtuale del Museo di Baghdad, tuttora inaccessibile.
L'attuale decreto specifica che si tratta della seconda fase del progetto: la prima fase è infatti servita solo allo studio di fattibilità, e alla realizzazione di un "demo" illustrativo del progetto, per il quale si sono spesi 150.000 degli oltre ottocentomila euro stanziati.
A questo progetto lavorano pochissimi iracheni: la maggior parte del personale è italiano (la seconda fase del progetto è infatti affidata al CNR). Nella prima fase la partecipazione degli iracheni è stata di quattro persone, ad un costo mensile di 300 euro. I loro equivalenti, italiani o stranieri di altra nazionalità, con identico titolo di studio (laurea) hanno percepito un rimborso medio mensile di 2800 euro.
Nella seconda fase, gli iracheni ufficialmente impiegati sono 10, questa volta con un compenso di 250 euro mensili, a fronte dei circa 1600 ai loro omologhi italiani e stranieri di altra nazionalità.
Il costo complessivo di questa seconda fase è di 2.235.633,80
euro, per un totale complessivo, per le due fasi (la prima già
finanziata) di oltre tre milioni di euro.
Progetto di sostegno alle amministrazioni locali della provincia di Dhi Qar
Inserito nello steso ambito, il progetto di spesa presentato mira al rafforzamento della "governance" locale attraverso il supporto al funzionamento tecnico-amministrativo e alla realizzazione di una "banca-progetti" di micro sviluppo. Non è chiaro di quante unità si componga la partecipazione irachena, indicata genericamente nelle voci di spesa di viaggio e alloggio in Italia (entrambe di 45.000 euro): confrontandola con i dati precedenti, si ipotizzano circa 20 partecipanti.
Il costo dell'intera operazione è di 700.000 euro
Formazione per l'aggiornamento tecnologico
Si tratta di due corsi di formazione, uno nel settore
dell'ingegneria del sottosuolo, l'altro nel settore delle perforazioni
di pozzi d'acqua e petroliferi svolti dal Gruppo TREVI, specializzato
proprio nell'ingegneria del sottosuolo. I corsi sono organizzati a
Piacenza e a Cesena, e si rivolgono a due distinti gruppi di allievi,
uno composto da 22 persone, l'altro da 16 persone, per un totale di
spesa di 413.332 euro. Il gruppo Trevi è già attivo a
livello aziendale in Iraq, e i corsi di formazione oggi finanziati
nell'ambito della missione italiana erano da tempo auspicati dal gruppo
stesso.
Formazione nel campo dei diritti umani
Il corso è rivolto a 30 tra ufficiali di polizia e funzionari
dei ministeri iracheni, ed è organizzato dall'IIDU (Istituto
Internazionale di Diritto Umanitario) con sede a Sanremo, dove si
svolgerà anche il corso. Oltre alla sede di Sanremo (Villa
Nobel) l'IIDU dispone di un Ufficio di collegamento a Ginevra, che cura
i rapporti con Governi e organizzazioni internazionali; programmi
specializzati di formazione e insegnamento, convegni, seminari,
riunioni di esperti, ricerche e pubblicazioni ne costituiscono
l'attività, rivolta prevalentemente a funzionari governativi,
diplomatici, ufficiali delle Forze Armate (corsi militari di diritto
dei conflitti armati, corsi sul diritto internazionale dei rifugiati).
Annualmente, in settembre, l'IIDU organizza una Tavola Rotonda sui
problemi attuali del diritto internazionale umanitario. L'IIDU
collabora con il Comitato internazionale della Croce Rossa e l'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il costo del corso,
della durata di 14 giorni, è di euro 142.000
Esperti per il sostegno istituzionale
Proseguendo nelle azioni già finanziate nei precedenti decreti legge, si prevede l'invio di 5 esperti in Iraq nel corso di sei mesi (due missioni di tre mesi ciascuna, con un intervallo tra le due per consentire un rientro eventuale in Italia). Gli esperti dovranno essere di sostegno nei vari Ministeri Iracheni.
Il costo previsto è di 611.929 euro.
Tranne il corso tenuto dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, e la
missione degli esperti italiani nei ministeri iracheni, non sono
previste attività che si svolgano al di fuori dell'Italia. Gli
interventi "umanitari" fin qui elencati si rivolgono solo
occasionalmente a personale iracheno. Le attività del CIMIC che
si svolgono invece tutte in Iraq, sono finanziate con 4.000.000 di
euro, a fronte di una spesa per il mantenimento del contingente di
212.972.175 euro.
Attività CIMIC
Il CIMIC è l'unità che si occupa della cooperazione civile e militare. Per queste attività, fin dall'inizio della missione "Antica Babilonia" sono stati investiti, per ciascuna legge di finanziamento, 4.000.000 di euro. Secondo quanto riportato dal sito del Ministero della Difesa, i progetti così finanziati sono ancora tutti in fase di esecuzione, senza che nessuno sia stato portato a compimento. Gli unici progetti per i quali i militari italiani sono stati impiegati riguardano le attività del CIMIC finanziate con i fondi CERP (Commanders Emergency Response Programme). Si tratta di 411 progetti su un totale di 420 programmati. I fondi italiani sono invece destinati alla realizzazione di 50 progetti, nessuno dei quali è stato ancora portato a compimento (alla data del dicembre 2004).
L'ultimo dettaglio di spesa disponibile on line è quello relativo allo stesso periodo, che identifica i progetti finanziabili."
Se dalle miserie del locale passassimo alle miserie umane mondiali dovremmo sapere che l'"Institute for Policy Studies and Foreign Policy in Focus" (IPS) ha calcolato che la guerra in Iraq è costata finora agli Stati Uniti in media 5,8 miliardi di dollari al mese (secondo altre fonti la media scende a 4,7 ) più di quella in Vietnam, costata - sempre secondo l'IPS - 5,2 miliardi di dollari (al valore attuale) al mese. Lo stesso istituto calcola che con la stessa cifra, circa 150 miliardi di dollari, si potrebbe sfamare per due anni metà della popolazione affamata di questo pianeta.
Le cifre del bilancio statunitense dimostrano chiaramente che la
priorità della gestione Bush è investire sulla presenza
militare degli Stati Uniti nel mondo. Non si spiegano altrimenti le
ipotesi elaborate dal Congressional Budget Office (CBO) sull'evoluzione
della spesa militare degli USA nei prossimi quindici anni. Il bilancio
del Pentagono del 2004 - senza tenere conto degli stanziamenti
supplementari - è stato di 388 miliardi di dollari . Il "Future
Years Defense Program" (FYDP) prevede che la spesa militare - sempre
non tenendo conto dei fondi supplementari per operazioni come quella in
Iraq - salirà a 402 miliardi di dollari nel 2005 per raggiungere
la cifra di 455 miliardi nel 2009. Continuando di questo passo il CBO
stima che "se i piani contenuti nel FYDP fossero portati avanti come
previsto adesso, la domanda di risorse per la difesa continuerà
a crescere e potrebbe raggiungere una media di 485 miliardi di dollari
in un anno compreso tra il 2010 e il 2022" . Si tratta di livelli mai
raggiunti dai tempi della Guerra Fredda. Nella top ten della spesa
militare gli USA, al primo posto, staccano di moltissimo tutti gli
altri Paesi. Il Giappone, al secondo posto, ha investito nel 2003
"solo" 46,9 miliardi di dollari contribuendo per un modesto 5% alla
spesa militare planetaria. L'Italia si assesta ad un dignitoso settimo
posto con una spesa militare di 20 miliardi e 800 mila dollari,
contribuendo per il 2% alla spesa militare complessiva. I primi 15
Paesi della classifica - in ordine: USA, Giappone, Gran Bretagna,
Francia, Cina, Germania, Italia, Iran, Arabia Saudita, Corea del Sud,
Russia, India, Israele, Turchia, Brasile - coprono da soli l'82% della
spesa militare del globo. Secondo le ricerche dello "Stockholm
International Peace Research Institute" (SIPRI), la spesa militare
mondiale è cresciuta nel 2003 dell'11% in termini reali.
Indovinello: chi sono i criminali?
Pietro Stara