Umanità Nova, numero 34 del 23 ottobre 2005, Anno 85
Lunedì 9 ottobre l'Italia dei media si risveglia con un piatto
ghiotto. Lapo Elkann, uomo-immagine del nuovo corso FIAT ed erede
designato dall'Avvocato in persona, è stato ricoverato in
ospedale "in coma farmacologico", cioè per overdose di cocaina,
eroina e oppio. A rendere più appetitosa la faccenda, il giovane
rampollo d'oro dell'industria italiana è stato prelevato
dall'ambulanza in un appartamento del malfamato quartiere torinese di
San Salvario, dimora di una transessuale 53enne dedita alla
prostituzione e il micidiale mix sarebbe stato consumato la sera prima
in un festino in compagnia dell'amica e di altre due note trans della
zona che ad un certo punto della serata sarebbero state costrette a
nascondere le droghe a Lapo che continuava a volersi fare oltre ogni
limite.
Insomma, una vera storia Sesso E Droga E Miliardario Vizioso che non poteva non fare la gioia dei media di regime nostrani, che in questo genere di squallori ci sguazzano alla grande, ed infatti da una settimana Lapo E Cocaina sono l'argomento del giorno delle TV e dei quotidiani. Fin qui niente di nuovo sotto il sole, la vocazione scandalistica del sistema mediatico è assodata da tempo. Potrebbe semmai sembrare strano che tanta pubblicità venga data a una vicenda che dopotutto coinvolge un esponente di una delle più potenti famiglie d'Italia, ma, aldilà di ogni considerazione sulla decadenza di Casa Agnelli, la cosa non sembra tanto strana se si considera la coincidenza col tentativo di resuscitare la Legge Fini. È infatti di questi giorni la proposta di Giovanardi, di stralciare dai cento e più articoli della proposta originaria una ventina, sulla possibilità anche per le strutture private di certificare lo stato di tossicodipendente, sulla revisione delle tabelle delle sostanze, con la ridefinizione della quantità massima detenibile, al di sotto della quale scatta la sanzione amministrativa e al di sopra invece quella penale e sull'elevazione del tetto, da 4 a 6 anni, della pena al disotto della quale non si va in carcere ma in comunità. La strada per la nuova legge (anche stralciata) non è però esattamente in discesa. Anche se il Governo volesse porre la fiducia, il provvedimento non potrà andare all'esame dell'assemblea del Senato prima del prossimo anno, poiché l'apertura della sessione di bilancio costringerà le commissioni ad occuparsi solo della Finanziaria.
Soprattutto, ai tempi in cui Craxi decise di lanciare la prima War On Drugs all'italiana trovare argomenti per la propaganda proibizionista era sicuramente più facile. Tra la fine degli Anni Ottanta e l'inizio degli Anni Novanta i morti per eroina erano circa 800-900 all'anno, quest'anno nel periodo 1 gennaio - 16 ottobre ce ne sono state solo 156 ed anche il numero di coloro che vengono seguiti dalle strutture terapeutiche è in costante diminuzione a partire dal 1999. È un po' difficile parlare di emergenza-droga, ma si sa che le vie della propaganda sono infinite e la vicenda di Lapo (che segue di poco altre storie di Sesso E Coca che avevano coinvolto l'attore genovese di telenovele Paolo Calissano e la modella maledetta Kate Moss) è la ciliegina sulla torta che stura la fogna dei peggiori pruriti ultraproibizionisti.
In poche ore, le agenzie di stampa si riempiono delle dichiarazioni di noti criminali fascisti, che, a partire dal biechissimo senatore Riccardo Pedrizzi, presidente della Consulta etico-religiosa di AN, per continuare con Luigi Bobbio membro di AN della commissione Giustizia del Senato (che addirittura pensa che le tabelle proposte da Giovannarsi siano un frutto della "cultura del buonismo e del perdonismo"), per finire con una serie di oscuri consiglieri regionali, dicono in coro che "I fatti di cronaca di questi giorni ci confermano che sulla droga è emergenza piena" (in barba, naturalmente, ai dati statistici di cui dicevamo prima, ma si sa che questi professionisti delle bugie le statistiche le odiano) e che quindi la Legge Fini va approvata al più presto, magari trasformata in un bel Decreto Legge governativo senza alcuna discussione parlamentare.
Com'è noto, la Legge Fini vorrebbe trasformare l'Italia nell'unico paese al mondo (insieme a Cuba, alla Cina, al Vietnam e alla Corea del Nord, cioè alle ultime dittature marxiste purtroppo sopravvissute...) in cui la normativa non contempla nessuna distinzione fra droghe "pesanti" e "leggere" e tra spaccio ed uso personale, e prevede un giro di vite sulle sanzioni che contempla la reclusione tra i sei e i venti anni (cioè, a una pena molto superiore a quelle per stupro, tentato omicidio e rapina) per chi semplicemente detiene una quantità di sostanze proibite superiori a quelle fissate dal Governo (che nella prima versione erano di 500 milligrammi di principi attivi di cocaina, 200 milligrammi di eroina, 0,05 mg per l'LSD, 200 mg di metadone, 200 mg di morfina e oppio, 250 mg di cannabis). Come si può notare anche dalle tabelle proposte, questa specie di delirio ultraproibizionista è diretto soprattutto contro la marijuana, mentre per le droghe pesanti (ed in particolare per la cocaina) è prevista una sorta di trattamento di favore. L'unificazione delle pene per tutte le sostanze ridurrebbe da 8 a 6 anni la pena minima per gli spacciatori di eroina e cocaina ed innalzerebbe quelle massime per la detenzione di droghe leggere, mentre la quantità di principio attivo tollerabile (cioè sottoposto a sanzioni amministrative) di cocaina sarebbe di 500 mg, il doppio della cannabis.
Le "tabelle" di cui parla Giovannardi non dovrebbero distaccarsi più di tanto da questi parametri e probabilmente comporteranno anche quella nuova riclassificazione delle sostanze che eliminerà ogni distinzione tra le diverse droghe (la vera ossessione di Fini). Anche di fronte a storie di coca, i fascisti al governo non hanno il minimo ritegno a proporre di nuovo la loro piccola crociata contro la marijuana, che avrebbe come probabile effetto quello di incentivare lo spaccio di droghe pesanti. Come ha scritto l'Associazione Antigone, infatti "se le pene sono le stesse, il trattamento è lo stesso, sarà ben più facile che droghe leggere e droghe pesanti seguano le stesse rotte e si trovino dagli stessi pusher. Se ti devi prendere 20 anni di galera perché vendi 10 grammi di fumo, tanto vale cercare di diventare milionario spacciando 10 chili di cocaina".
L'amore dei fascisti per la cocaina, d'altra parte, è una storia nota da tempo, a partire almeno dal famoso romanzo Cocaina di Pitigrilli ambientato e scritto nella ruggente Roma fascista degli Anni Trenta (anche i nazi non scherzavano: Hitler, secondo il diario del suo medico, non faceva altro che sniffare). Le cronache di questi anni invece sono piene esponenti della Destra coinvolti in storie di coca, dall'attuale Ministro Miccicchè che quand'era sottosegretario si faceva portare la sua polverina preferita al Dicastrero dell'Economia al pornoattore Roberto Malone (grande finanziatore di Forza Nuova e candidato di Alternativa Sociale alle regionali piemontesi) arrestato recentemente per traffico internazionale, senza dimenticare l'ex delfino di Fini Nicola Calderoni, che si è dimesso da coordinatore nazionale giovanile di AN, dopo esser stato beccato dalla Finanza con la bamba.
robertino