Umanità Nova, numero 34 del 23 ottobre 2005, Anno 85
Se dici "democrazia", in realtà stai dicendo neoliberismo.
Se dici "riforme", dici repressione.
(Arundhati Roy)
Sorta alla fine del secondo conflitto mondiale, sulle ceneri della
Società delle Nazioni, col fine dichiarato di evitare ai popoli
gli orrori di altre guerre nonché sviluppare pace e democrazia,
l'Organizzazione delle Nazioni Unite nel 2005 compie sessant'anni,
ossia oltre mezzo secolo di storia durante cui l'ONU ha mostrato tutti
i suoi limiti, tanto che ormai è diffusa la convinzione che stia
attraversando la sua più grave crisi mentre, da più
parti, si va sostenendo la necessità di una sua riforma.
Il fallimento della politica dell'ONU ha visto non solo l'impossibilità di impedire e mettere fine alla cosiddetta Terza guerra mondiale, costituita da continui e innumerevoli conflitti che hanno causato milioni di vittime, soprattutto civili, in ogni parte del mondo in questi decenni; ma in molti casi l'ONU stessa è stata in qualche modo implicata nelle scelte belliche degli Stati. Tale coinvolgimento, dopo il 1992, ha visto infatti un'estensione del concetto di minaccia alla pace e il Consiglio di Sicurezza oltre a promuovere sanzioni e operazioni di peace-keeping ha autorizzato l'impiego della forza armata per la difesa della pace, mentre veniva dato il via libera all'uso della forza per gli interventi nella ex-Jugoslavia (1992) e poi in Somalia (1993).
L'intervento armato della NATO in Kosovo del 1999 ha quindi, come si ricorda, introdotto il cosiddetto principio alla "ingerenza umanitaria"; ma tale formula, assieme alla presunta tutela dei diritti umani, in realtà ha coperto interventi militari in aperta violazione dello stesso vigente Diritto internazionale quale innovato dalla Carta dell'ONU.
Infatti se la prima guerra del Golfo nel 1991, nonostante fosse stata presentata dagli aggressori come condotta sotto l'autorità dell'ONU, fu un conflitto senza alcun mandato delle Nazioni Unite, la guerra in Kosovo è stata invece condotta in violazione, oltre che dello stesso statuto "difensivo" della NATO, anche della Carta delle Nazioni Unite che hanno finito per legittimare dei "fatti compiuti", cioè operazioni del tutto "fuorilegge", incluse invasioni e occupazioni militari.
Per far fronte a questa evidente contraddizione, i vertici responsabili dell'ONU (si veda il Rapporto del Panel di Alto livello e l'ultimo rapporto del segretario Kofi Annan) da tempo sostengono la necessità d'introdurre la "norma emergente" secondo cui esisterebbe una "responsabilità di protezione" nel caso di genocidi, massacri, pulizie etniche e altre estese violazioni del diritto internazionale umanitario, che estenderebbe il ventaglio di possibilità per gli Stati -singoli o in coalizioni multinazionali- di usare la forza militare con l'autorizzazione dell'ONU.
In particolare, nonostante che la Carta dell'ONU affermi senza equivoci la legittima difesa "successiva" ad un'offesa, si tende a introdurre per gli Stati il diritto a quella "preventiva", secondo la logica micidiale evidenziata dalla guerra preventivamente scatenata dagli Usa e dai loro alleati contro gli "stati canaglia" del momento.
Nonostante tale evidente co-responsabilità dell'ONU con le strategie imperialiste, settori del potere politico statunitense vanno da tempo sostenendo la necessità di raggruppare in un'unica "Alleanza delle Democrazie" gli Stati che condividono la stessa forma di governo e il medesimo modello economico (elegantemente definiti come "principi"): l'intento è quello di affondare definitivamente le Nazioni Unite, sviluppando quella "Community of Democracies", già sorta a Varsavia nel 2000.
Non è infatti un mistero che per i neo-conservatori statunitensi il Palazzo di Vetro rappresenti soltanto una perdita di tempo e di dollari; per loro infatti la guerra al "terrorismo" si autolegittima.
Da questo punto di vista è innegabile che il ruolo istituzionale del Consiglio di Sicurezza volto "alla soluzione pacifica delle controversie e situazioni la cui continuazione sia suscettibile di mettere in pericolo la pace e la sicurezza internazionale" mediante il ricorso a negoziati, commissioni d'inchiesta, mediazioni, conciliazioni, arbitrati tra le varie parti in conflitto, appare del tutto superato in una fase storica in cui la guerra cessa d'essere l'ultimo, estremo, sbocco di una non più componibile collisione tra due parti, divenendo invece essa stessa il fine della politica e dell'economia di guerra.
Nel tentativo di rilanciare le originarie finalità delle Nazioni Unite, dagli ambienti del pacifismo vengono diffusi improbabili appelli per la democratizzazione dell'ONU, mentre le diverse realtà della società civile di 85 paesi che aderiscono all'Assemblea dell'ONU dei Popoli, riunitasi a Perugia nello scorso settembre, da un lato sostengono l'idea di una "globalizzazione dal basso costruendo insieme un'alleanza mondiale tra cittadini, associazioni e istituzioni locali contro la guerra, l'ingiustizia economica e il crescente disordine mondiale", dall'altro continuano a ritenere le Nazioni Unite il "centro della governabilità globale".
La medesima "società civile" favorevole alla cancellazione del debito, attraverso la Campagna per la riforma della Banca Mondiale, va peraltro sostenendo per il Fondo Monetario Internazionale - il cui presidente è oggi un personaggio come Paul Wolfowitz - un diverso ruolo come "vera agenzia di sviluppo globale" che lo faccia tornare al ruolo di istituto specializzato collegato all'ONU e all'originario "mandato di tutore della stabilità finanziaria".
Si potrebbe con facilità ironizzare a riguardo, paragonando il realismo di tali posizioni e l'accusa di utopisti generalmente rivolta agli anarchici, ma purtroppo non c'è niente da ridere.
Anti
LE MISSIONI ONU DI PEACE-KEEPING IN ATTO
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Missione/Anno inizio Organico Incidenti
(Luogo)
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UNTSO/1948 Militari 153
(Cisgiordania) Civili 216 39
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UNMOGIP/1949 Militari 43
(India-Pakistan) Civili 68 9
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UNFICYP/1964 Militari 1226
(Cipro) Polizia 43
Civili 153 173
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UNDOF/1974 Militari 1018
(Siria) Civili 131 40
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UNIFIL/1978 Militari 1995
(Libano) Civili 406 250
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MINURSO/1991 Militari 223
(Sahara Occ.) Polizia 4
Civili 235 10
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UNOMIG/1993 Militari 119
(Georgia) Polizia 11
Civili 287 7
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UNMIK/1999 Militari 37
(Kosovo) Polizia 3509
Civili 3462 29
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UNAMSIL/1999 Militari 4199
(Sierra Leone) Polizia 75
Civili 785 159
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MONUC/1999 Militari 12471
(Congo) Polizia 175
Civili 1852 44
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UNMEE/2000 Militari 3918
(Eritrea) Civili 462 8
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UNMISET/2002 Militari 472
(Timor Est) Polizia 147
Civili 808 13
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UNMIL/2003 Militari 14690
(Liberia) Polizia 1098
Civili 113 28
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UNOCI/2004 Militari 6000
(Costa d'Avorio) Polizia 215
Civili 407 ---
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MINUSTAH/2004 Militari 6008
(Haiti) Polizia 1.398
Civili 603 ---
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ONUB/2004 Militari 5372
(Burundi) Polizia 82
Civili 506 5
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UNMIS/2005 Militari 10000
(Sudan) Polizia 715 ---
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