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Umanità Nova, numero 35 del 30 ottobre 2005, Anno 85

Santità obbligatoria
Altri 3.077 preti a scuola e 1000 croci al ministero


Sembrerebbe uno scherzo, ma sembra che sia tutto vero. Una circolare interna del ministero dell'Ambiente, datata 20 ottobre, annuncia l'affissione obbligatoria di un crocifisso in ognuna della oltre mille stanze del palazzo che ospita il ministero.

La motivazione, parole della circolare, è sempre la stessa: la croce "appartiene alla tradizione e alle radici cattoliche del popolo italiano" e fa seguito ad una richiesta della Cisl.

L'aspetto originale è che il costo sarà sostenuto dal ministro Matteoli e dai direttori Generali del Ministero.

A fare i conti non spenderanno neppure molto: con poche centinaia di euro a testa sarà possibile determinare "lo sviluppo di una positiva coscienza individuale e collettiva" (le frasi tra virgolette sono riprese dalla circolare riportata dai quotidiani).

Certo che se bastassero pochi euro per far nascere una coscienza individuale e collettiva, non importa se positiva o negativa, investirei fino all'ultimo dei miei averi.

Probabilmente però il fine non è quello detto.

La necessità di imporre i propri simboli è vecchia: non dimentichiamo che fu il fascismo, dopo il suo avvento al potere, a reintrodurre l'obbligo del crocifisso in tutti gli uffici pubblici.

Le istituzioni non sono neutrali ed è bene che ciò venga reso visibile.
Ci sarebbe anche molto da dire sul posto in cui viene attaccato il crocefisso, dove, purtroppo, questa abitudine ancora permane: nelle aule scolastiche e nei tribunali dietro all'insegnante o al giudice a significare che ciò che essi dicono è "benedetto", e non deve essere messo in discussione. Negli uffici pubblici dietro chi lavora, quasi come a dire che il "servizio" reso non è affatto dovuto, ma una gentile concessione divina. Insomma siamo nelle mani di Dio.

E se, come dicono in molti, non è solo un simbolo religioso, ma identitario di una civiltà, siamo ancora conciati peggio. Le civiltà imposte con il crocefisso in mano hanno portato morte e distruzione. Non è un caso che molte comunità cattoliche di base si siano dichiarate contro l'affissione dei crocefissi nei luoghi pubblici, mentre la Lega Nord alcuni anni fa aveva proposto una legge per affiggerli dappertutto, con il carcere fino a 6 mesi per chi lo avesse rimosso. 

Ribadire dunque che "dio è con noi", che le istituzioni sono dalla parte del giusto, che il papa può stare tranquillo perché i diritti vengono amministrati direttamente dall'alto e passano attraverso le sue mani. Marcare il territorio con un simbolo che faccia ben capire cosa succede a chi, in un modo o nell'altro si oppone. Se in croce c'è finito anche lui era santo, figurarsi noi che siamo blasfemi…

Ma per fortuna almeno le nuove generazioni sono al sicuro.

Se gli adulti sono un po' riottosi e continuano a parlare di pluralismo, di libertà di coscienza, di eguaglianza dei cittadini, di laicità, è allora assolutamente necessario "investire" sulle giovani menti.

Ed ecco la seconda bella trovata di questi giorni.

Dopo i 9.229 insegnanti di religione messi in ruolo questa estate, adesso stanno per esserne immessi in ruolo altri 3.077, con effetto retroattivo dal 1 settembre 2005. Il decreto non è ancora definitivo ma sembra proprio che il ministro Tremonti non porrà ostacoli economici. È vero che questi insegnanti hanno superato un concorso, ma era l'unico concorso in cui i posti a disposizione erano, in diverse regioni, maggiori dei concorrenti e non tutti vi potevano partecipare: per insegnare religione nelle scuole è necessario infatti avere l'autorizzazione del vescovo locale. Dopo l'immissione in ruolo però, se per caso questa autorizzazione venisse revocata, gli insegnanti rimarranno comunque in ruolo, passando ad insegnare altre materie, a scapito degli altri precari.

Perciò mentre in tutte le scuole gli insegnanti precari aumentano ogni anno, le garanzie del posto di lavoro sono un miraggio, i fondi diminuiscono (compresi quelli per i ragazzi disabili) e, almeno una notizia positiva, la religione cattolica è seguita da sempre meno alunni, questo esercito di insegnanti speciali godrà non solo di un posto in paradiso, ma anche qui sulla terra.

Certo che se la Moratti prendesse esempio da Matteoli e li pagasse di tasca sua…

R.P.

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