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Umanità Nova, numero 37 del 20 novmbre 2005, Anno 85

inform@zione


Rovereto: espulso perché anarchico
Bogu è un anarchico di origine croata: da 13 anni risiede a Rovereto, dopo aver disertato la guerra in ex-Jugoslavia. In questi anni ha preso parte attiva alle lotte degli anarchici locali. Negli ultimi due anni la questura di Trento ha rinviato continuamente il rinnovo del suo permesso di soggiorno (negandogli così la possibilità di accedere all'assistenza sanitaria, di lavorare in regola, di andare a trovare i suoi familiari in Croazia). A settembre di quest'anno il permesso gli è stato definitivamente negato. La causa ufficiale è l'aver subito una condanna per un diverbio con il fotografo del giornale "Il Trentino" Fulvio Fiorini. In realtà lo stanno cacciando perché è anarchico e perché si è rifiutato di diventare una spia fra i suoi compagni per conto del ministero degli interni (offerta fattagli in cambio della cittadinanza).
Quotidianamente centinaia di immigrati sono rinchiusi nei CPT ed espulsi dall'Italia perché poveri e senza documenti.
Che i motivi siano politici o economici, la situazione degli stranieri in Italia (già insostenibile a causa della Legge Bossi-Fini e dei CPT instaurati prima ancora dalla sinistra) è precipitata con l'introduzione del decreto Pisanu. Le nuove disposizioni del Ministro degli Interni, infatti, prevedono poteri assoluti alla polizia nel decidere in merito alla permanenza degli stranieri nel nostro paese, senza alcuna garanzia per loro. Nemmeno il matrimonio, i figli, la famiglia o il lavoro sono più difese contro l'espulsione.
È come se queste persone vivessero un'eterna "libertà vigilata" senza potersi costruire una vita nuova perché costantemente a rischio di perdere tutto.
La vita che Bogu si era costruito in Italia si sta frantumando proprio in questo modo. Nonostante la legge vieti l'espulsione di stranieri sposati con cittadini italiani lunedì 24 ottobre il questore di Trento gli ha notificato un ordine di allontanamento dall'Italia entro 15 giorni, preambolo al decreto di espulsione vero e proprio. Il suo avvocato ha presentato un ricorso che sospende l'esecuzione dell'espulsione sino all'inizio di dicembre. A Rovereto è stato annunciato un corteo contro la sua espulsione per sabato 19.
Eufelia (liberamente tratto da volantini e comunicati degli anarchici locali)

Treviso: azione antimilitarista il 4 novembre
Da svariati anni le ex-caserme di Maserada (TV) sono al centro di un contenzioso per la loro cessione da parte del demanio militare a favore del comune che vorrebbe recuperarle ad uso civile.
Per denunciare tale assurda servitù militare, proprio in occasione del 4 novembre, la struttura ormai dismessa è stata oggetto di un'azione antimilitarista.
Sin dal primo mattino è apparsa coperta e colorata di scritte, striscioni e bandiere rosso-nere.
Avvisata da qualcuno sul posto si è recata la sindaca che a sua volta ha informato i carabinieri che però non hanno potuto far altro che trascrivere il testo delle scritte: "spazio comune di pace e libertà", "l'uomo finisce dove comincia il soldato", "non un soldo, né un uomo per le armi" (riportate anche dalla stampa locale che ha pure pubblicato ampli stralci di un messaggio e-mail in cui veniva rivendicata politicamente l'iniziativa del gruppo libertario.
10, 100, 1000 di queste buone azioni!
Un compagno

Da L'Aquila: appello per una rete studentesca libertaria
Pubblichiamo di seguito i passi salienti dell'appello diffuso dalla la Rete nazionale Gruppi Studenteschi Libertari.
Sono "Sfilati 100mila studenti a Roma, per l'abrogazione immediata della Riforma Berlinguer-Moratti, contro la legge 30, la precarietà e la Prodi-Bolkestein. Hanno manifestato con striscioni che lucidamente evidenziavano la complicità del centro-sinistra nel progressivo di smantellamento dell'istruzione pubblica e dei servizi sociali, piegati agli interessi del mercato e dei privati."
In quell'occasione è "emerso quanto mai libero e spontaneo il bisogno tra i ragazzi di autogestione e di autorganizzazione della vita sociale e dei saperi, fuori dai partiti, fuori dalla politica istituzionale, fuori dalle strumentalizzazioni sindacali confederali.
La CGIL, l'UDU, l'UDS e SG, erano praticamente estranei e relegati alla coda del corteo.
Su tutto il territorio nazionale, fioriscono centinaia di collettivi studenteschi indipendenti autorganizzati e movimenti autonomi, espressioni vive di una coscienza comune, anche emotiva, che dice 'not in my name, non mi avrete mai come volete voi'. (…)
Un movimento libero ed indipendente che si muova contro anche il razzismo di stato nell'affermazione e nella volontà di un mondo senza stati, né confini, né deportazioni, né cpt."
Occorre "che tutte le realtà indipendenti nate da queste contestazioni trovino un coordinamento solido, una rete che permetta una strategia nelle manifestazioni nazionali che non venga fagocitata dai politicanti di turno, che esprima a chiari toni la propria ispirazione libertaria per difendersi da altre ulteriori e purtroppo necessarie strumentalizzazioni politiche, che consolidi e rafforzi l'esistenza dei gruppi locali nel confronto, nel sostegno e nel mutuo appoggio di altre realtà socialmente affini.
Un coordinamento già attivo sul territorio nazionale è la 'Rete nazionale Gruppi Studenteschi Libertari' presente già in numerose città. Mobilitiamoci attiv(A)mente nella solidarietà e nel mutuo appoggio nel consolidare e rafforzare questo nostro spirito libero indipendente ed autorganizzato.
Info: retelibatyahoogroups.com

Parma: occupazione e violento sgombero
Sabato 12 novembre il Comitato Cittadino Antirazzista di Parma insieme a due famiglie di senzatetto (una famiglia tunisina con 4 bambini e l'altra italiana con 2) hanno occupato uno stabile del comune disabitato e abbandonato da anni. Le due famiglie attendevano da tempo un aiuto dai servizi sociali per trovare una sistemazione adeguata, entrambe avevano ricevuto uno sfratto per morosità, in quanto gli affitti correnti a Parma sono inaccessibili alla maggior parte delle persone che hanno uno stipendio medio. Spiegati i motivi dell'occupazione e sottolineato che è illegittimo che uomini donne e soprattutto bambini dormano in macchina, sono passate ore nella vana attesa di una risposta dal comune o dalle altre autorità cittadine. Quando lo stabile è stato reso abitabile con mobili, letti e effetti personali, improvvisamente due furgoni e due jeep delle "forze dell'ordine" hanno fatto un blitz per sgomberare. In tenuta antisommossa con tanto di scudi, caschi e manganelli sono entrati all'interno della casa per liberarla da 5 bambini - il più grande ha 6 anni - due uomini e una donna, mentre all'esterno hanno fatto cordone per allontanarci e impedirci di vedere cosa succedeva all'interno. è superfluo sottolineare la sproporzione delle forze spiegate e delle modalità: nessuno ci ha avvisato dello sgombero imminente. Malgrado la violenza dell'intervento le famiglie esasperate non volevano uscire: per loro l'alternativa era la strada! Infine un rappresentante del comune ha proposto per entrambe una sistemazione temporanea (l'ennesima) in strutture di accoglienza con promessa di trovare presto un'abitazione. Vanno infine rimarcate le dichiarazioni degli amministratori forzaitalioti che si sono detti esasperati dall'ennesima situazione di illegalità fortunatamente risolta…
due che c'erano

Parma: la repressione franchista
Che ne è stato delle centinaia di migliaia di uomini e donne che hanno militato o simpatizzato per la rivoluzione spagnola, dopo la sconfitta del 1939? Questa è la domanda che ha spinto Massimiliano Ilari ad occuparsi della sorte delle organizzazioni libertarie nella prima fase della dittatura franchista e che lo ha portato a pubblicare il libro "La giustizia di Franco - la repressione franchista ed il movimento libertario spagnolo 1939-1951"edizioni C. DI Sciullo 2005. La risposta - dolorosa - è
arrivata durante la presentazione del volume che si è tenuta martedì 8 novembre presso l'Istituto Storico della Resistenza di Parma. Con la necessaria accuratezza delle fonti, l'autore ha fornito le cifre e descritto le modalità di un vero e proprio sterminio, spesso, troppo spesso, dimenticato dalla storiografia ufficiale. Secondo diverse fonti gli incarcerati nelle prigioni spagnole per motivi politici dal 1939 al 1950 sarebbero circa 800.000, mentre il numero degli assassinati (plotone d'esecuzione, garrota... o altro) che i franchisti indicano in 20-25 mila è secondo alcuni studi addirittura superiore ai 150.000.
L'autore è stato presentato dal prof. Parisella, del Dipartimento di studi politici e sociali dell'Università di Parma che ha inquadrato gli avvenimenti spagnoli e le alleanze di Franco durante e dopo la II° Guerra mondiale, scenari importanti per capire come la dittatura fascista del caudillo ha avuto le mani libere per operare una repressione così sciagurata e feroce. All'incontro hanno partecipato oltre cinquanta persone (malgrado l'orario pomeridiano) a dimostrazione che le parole conclusive dell'autore "l'interesse per queste vicende è un dovere nei confronti di coloro che sacrificarono ogni cosa per gli ideali di libertà e giustizia sociale" hanno già trovato un fertile seguito.
Frausto



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