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Umanità Nova, numero 38 del 27 novmbre 2005, Anno 85

Don Camillo alle crociate
Pallottole di carta


MoM comincia ad essere preoccupato. Oddio!, non è che le cose prima andassero tanto bene, ma da un po' di tempo a questa parte la controffensiva vaticana per impedire ai cosacchi di abbeverarsi alla fontana di Piazza San Pietro (e dare da bere agli assetati, cos'è? ce lo siamo scordato?), sta assumendo davvero un'accelerazione preoccupante. Non bastassero le condanne dell'aborto, del divorzio, delle coppie di fatto, del laicismo, dei pacs, della fecondazione assistita, dell'omosessualità, della sessualità, della ricerca scientifica, dell'evoluzionismo, dell'edonismo, del materialismo, del libero pensiero, della scuola pubblica, della presa di Porta Pia e della legge delle Guarentigie (è attesa a breve una durissima omelia sulla formazione delle terne arbitrali), il cardinale Ruini, capintesta della combriccola vescovile, se la prende anche con la carta stampata, definendo, "pallottole di carta" quei rari articoli o interventi che mostrano l'ardire di non prostrarsi del tutto al passaggio della sacra sottana di turno.

MoM, di pallottole di carta, ricorda quelle che tirava, con una cerbottana improvvisata, addosso al maestro, ma poiché Camillo Ruini è una persona seria "che certe cose non si fanno", dobbiamo pensare che per "pallottole di carta", come tali del tutto velleitarie e inoffensive, intenda qualsivoglia manifestazione di pensiero non in linea con quel dettato divino di cui dice di essere, con encomiabile modestia, rappresentante in terra.

Purtroppo riesce difficile dargli torto, non solo perché è un prete e i preti, avendo Dio dalla loro, giocano in due contro uno e quindi hanno sempre ragione, ma anche perché i belati del gregge disperso che si vuole ricondurre all'ovile sono, effettivamente, talmente flebili, esitanti e rispettosi (Livia Turco, tanto per non fare nomi: "La Chiesa ha il pieno diritto di parlare. Basta scontri o perdiamo i voti cattolici"), che l'arroganza clericale potrebbe mostrarsi, se volesse, ancora più arrogante.

Come ha capito il nostro caro Boselli, il quale memore della sua sana e inossidabile formazione anticlericale, lancia anch'egli il sasso, pardon, la pallottola di carta, ma poi, magari su suggerimento della Turco, ritira la mano: prima vuole abolire il Concordato e poi no... è stato frainteso... lui non voleva... cerchiamo di capire...  Insomma, le intenzioni sono una cosa e gli atti un'altra. E i principi valgono meno della carta su cui sono scritti.

La stessa carta, del resto, usata per la copia della Gazzetta Ufficiale su cui è riportato il recente provvedimento che esenta dal pagamento dell'Ici tutte le proprietà della Chiesa. Scommettiamo che in questo caso non ha trovato nulla da eccepire nemmeno quel cacasenno di don Camillo Ruini?

MoM




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