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Umanità Nova, numero 38 del 27 novmbre 2005, Anno 85

Fabriano: convegno su Luigi Fabbri
Anarchico e antifascista


La città di Fabriano, avvalendosi della efficace collaborazione dei compagni della Biblioteca Franco Serantini, ha voluto ricordare uno dei suoi figli migliori, e lo ha fatto con impegno e passione.

Nei giorni 11 e 12 novembre, si è svolto infatti, come già annunciato su queste pagine, il riuscito convegno internazionale di studi dedicato a Luigi Fabbri. Vita e idee di un intellettuale anarchico e antifascista, nel corso del quale alcuni fra i migliori studiosi del movimento anarchico hanno ricostruito, di fronte a una platea attenta e numerosa, la figura di questo militante che occupa, nella storia dell'anarchismo internazionale, una posizione di particolare rilevanza. Luigi Fabbri, infatti, fu uno dei più acuti e sistematici pensatori libertari, giornalista e saggista di grandi capacità, organizzatore e fecondo divulgatore, figlio "spirituale" e continuatore dell'opera e del pensiero di Errico Malatesta, sempre centrale nella vita e nell'attività del movimento anarchico, come si può anche cogliere dalla sua ricchissima corrispondenza, finalmente raccolta in un bel volume curato da Roberto Giulianelli.

Giunto all'anarchismo non ancora ventenne, collaborò metodicamente alla stampa di movimento, promovendone molte fra le più importanti iniziative editoriali, in Italia e nell'esilio, dall'inizio del secolo fino alla morte avvenuta a Montevideo nel 1935. Dalle pagine de "L'Agitazione" anconetana di fine ottocento a quelle de "Il Pensiero" (1903-1911), da "La Scuola Moderna" (1910-1911) a Volontà ante e dopoguerra, da "Umanità Nova" quotidiano a "Pensiero e Volontà" (1924-1926), dalla parigina "La Lotta Umana" (1927-1928) per finire all'edizione montevideana di "Studi Sociali" (1930-1935), la sua penna, chiara e felice nell'esposizione, ferma e coerente nei principi, contribuì a mantenere l'anarchismo nel solco di quella tradizione sociale e organizzatrice che ne costituiva, e ne costituisce, l'essenza più genuina. Sempre alle prese con la repressione governativa, sia in Italia che nell'esilio, anche perché non disgiunse mai dall'attività intellettuale quella del militante e dell'organizzatore, conobbe, come tutti i compagni della sua generazione, il carcere, la discriminazione sul lavoro, la violenza del fascismo e dello stato.

Nel corso del convegno, sono stati messi in evidenza i tratti più originali e interessanti della sua produzione intellettuale, quali la lucidità di analisi e la sorprendente capacità di previsione delle dinamiche dei fenomeni sociali. Quale dimostrò preconizzando le opportunità offerte dai movimenti sindacali, le conseguenze della guerra mondiale, la degenerazione della rivoluzione bolscevica, gli sviluppi della "rivoluzione" fascista. E questi lasciti, sia quelli offerti dal suo pensiero, sia quelli frutto dell'attività editoriale e della conservazione di preziosi materiali d'archivio, hanno trovato in tutti i relatori che hanno onorato questo appuntamento, il più ampio riconoscimento. Né va dimenticata l'attenzione dedicata all'amata figlia Luce (al cui ricordo è stata posta una lapide accanto a quella nella casa natale del padre), che ha saputo continuare ed approfondire, con bella intelligenza, l'opera di pensatore ed educatore di Luigi.

È stata così compiutamente restituita alle loro figure quell'importanza, nel campo libertario e rivoluzionario dell'epoca, che una storiografia poco attenta a valutare dovutamente il pensiero libero e anticonformista dei movimenti "marginali", aveva misconosciuto. Ed è stato senz'altro questo, tra i molti altri, il merito maggiore delle due felici giornate di studio fabrianesi.

Massimo Ortalli




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