Umanità Nova, numero 38 del 27 novmbre 2005, Anno 85
Palermo: solidarietà alla Val Susa
Mercoledì 16 novembre si è svolto a Palermo presso la
stazione centrale un presidio di solidarietà allo sciopero
generale indetto in Val di Susa contro la realizzazione della linea
ferroviaria ad Alta Velocità.
Durante l'iniziativa è stato esposto uno striscione e hanno
fatto la loro comparsa le bandiere NO TAV che hanno attirato
l'attenzione e suscitato l'interesse di molte persone.
Massiccio il volantinaggio effettuato dai compagni presenti.
La volontà di comunicare alla cittadinanza le ragioni della
protesta delle popolazioni della Val di Susa sottolineando l'impegno
degli anarchici in questa lotta di rilievo ormai nazionale, ha prevalso
sui tentativi di oscuramento che le forze dell'ordine hanno
provocatoriamente cercato di attuare. Al loro arrivo, i compagni hanno
trovato chiusi tutti gli accessi alla stazione eccetto l'entrata
principale pesantemente sorvegliata da uno spropositato numero di
poliziotti.
Una volta entrati, i militanti sono stati rincorsi da agenti della
digos che contestavano la legittimità dell'iniziativa che a loro
dire non poteva svolgersi all'interno della stazione.
La ferma presa di posizione dei compagni che hanno rivendicato il loro
diritto a manifestare ha fatto desistere i funzionari dai loro tristi
propositi. Il personale di sicurezza di Trenitalia si è poi
prodotto in fastidiose provocazioni a base di scatti fotografici ai
quali i manifestanti hanno risposto mettendosi sarcasticamente in posa.
L'iniziativa, indetta da "anarchici contro la devastazione ambientale",
ha anche registrato l'appoggio e la simpatia di alcuni lavoratori delle
ferrovie.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Milano: profughi occupano
L'occupazione di una palazzina nel centro di Milano, da parte di circa
300 richiedenti asilo dell'Eritrea, Etiopia e Sudan, non è altro
che un'altra tappa della lotta dei profughi che da ben più di 5
anni continua in questo paese. Negli ultimi due la situazione è
diventata però più esplosiva e ha visto in alcuni casi
delle vere e proprie rivolte. A Milano, come in altre occasioni, i
protagonisti di questa lotta si ribellano alla situazione di indigenza
a cui sono sottoposti. Vogliono l'asilo politico per tutti,
poiché in Italia questo non viene riconosciuto spesso a nessuna
delle tre nazionalità coinvolte, vogliono una situazione
abitativa che non siano i dormitori fatiscenti in cui solo alcuni sono
ospitati. Un mese fa c'era stata una prima manifestazione nel centro di
Milano insieme all'Associazione 3 Febbraio. A questa era seguita una
trattativa che però non portava a soluzioni accettabili.
Dopodiché i richiedenti asilo, mettendo al primo posto la
richiesta di una casa, hanno deciso di passare ad una forma di lotta
molto più eclatante, occupando un palazzo insieme ad Action. La
trattativa si è riaperta con il Comune su tutto un altro piano.
Da parte della giunta di destra sono arrivate le solite dichiarazioni
roboanti, minacciose e razziste, dall'altra si è cominciato a
vedere le solite miserie del teatrino politico della sinistra
istituzionale e della sua ala estrema. Ma purtroppo questo lo sappiamo.
Ciò che non si dovrebbe permettere e che dietro tutto ciò
scompaiano i protagonisti con le loro richieste e la solidarietà
di tanta gente che sta passando da lì per conoscere e aiutare.
R. B.
Torino: libertà per gli antifascisti!
Buona la partecipazione al presidio promosso dal Coordinamento antifascista in piazza Castello il 19 novembre.
Da ormai quattro mesi 10 antifascisti torinesi sono stati privati della
libertà per la loro partecipazione ad un corteo di denuncia
della gravissima aggressione fascista avvenuta l'11 giugno al
Barocchio, quando una squadraccia ferì gravemente due persone. I
diversi interventi succedutisi nel corso del pomeriggio hanno messo in
rilievo come l'arresto e la detenzione di antifascisti su cui pendono
accuse che potrebbero costare loro molti anni di carcere non sono che
uno dei tanti tasselli con cui si compone la vasta manovra repressiva
volta ad azzittire e reprimere ogni forma di opposizione sociale in
città.
I fascisti oggi come negli anni venti del secolo scorso sono le truppe
di complemento dei poteri forti della città, coloro che svolgono
il lavoro sporco che le forze del disordine statale non possono
(ancora) fare direttamente.
Sempre più aggressivi e violenti i fascisti sono protagonisti di
ormai innumeri aggressioni ed attentati in tutta Italia, dove non si
contano più gli attivisti politici e sindacali, gli immigrati, i
lavoratori, i senza casa vittime della loro violenza. A ciò si
aggiungono gli incendi di sedi, organizzazioni politiche, centri
sociali e case occupate, un'escalation che preoccupa chiunque abbia a
cuore la libertà in questo paese ma che non suscita alcun
allarme tra chi oggi, a destra come a sinistra, occupa le poltrone del
potere.
Il fenomeno purtroppo ha da ormai alcuni anni una dimensione europea.
In uno degli interventi è stata denunciata la gravissima
aggressione verificatasi domenica 13 novembre a S. Pietroburgo, in
Russia, dove due giovani anarchici e antimilitaristi, di ritorno da
un'iniziativa contro la guerra, sono stati ripetutamente accoltellati
da dieci naziskin. Uno di loro, Timur, è morto dissanguato per
le ferite ricevute.
L'iniziativa è stata anche occasione per chiedere l'immediata
liberazione di Mehmet Tarhan, antimilitarista anarchico turco rinchiuso
da molti mesi in una galera militare per aver rifiutato di fare il
soldato in un paese dove l'obiezione di coscienza è punita con
il carcere. Mehmet, detenuto in condizioni inumane, più volte
picchiato e torturato ha appena concluso uno sciopero della fame contro
i suoi aguzzini.
Foto a quest'indirizzo:
http://italy.indymedia.org/news/2005/11/926756.php
Euf.
Alessandria: performance antimilitarista
Nel pomeriggio del 4 novembre un gruppo di compagni del Perlanera,
della FAI, dell'USI_AIT e del centro Lacandona ha organizzato una
performance antimilitarista che ha percorso il centro cittadino. Prima
dell'avvio del corteo-rappresentazione un compagno ha spiegato ai
passanti le ragioni dell'antimilitarismo anarchico, dell'opposizione a
tutte le guerre ed in particolare dell'attuale conflitto bellico in
Iraq, che, con la pretesa di esportare la libertà (a suon di
bombe, mitra e carri armati) è una chiara guerra di invasione
allo scopo di perpetuare e consolidare il dominio e l'egemonia
economica-politica sul mondo intero. In un volantino diffuso per
l'occasione si spiegava che l'esercito italiano è presente oltre
che in Iraq e in Afganistan anche (con varie funzioni) in Bosnia,
Albania, Kosovo, Macedonia, Israele-Palestina, Egitto, Libano, India,
Pakistan, Etiopia, Eritrea, Malta, Marocco. È stato rimarcato
come la guerra permanente all'interno degli stati occidentali aumenti
l'autoritarismo e il controllo sociale e radicalizzi la repressione nei
confronti di chi lotta per una società di liberi ed eguali.
Il corteo antimilitarista preceduto da quattro compagni vestiti da boia
con sulle spalle una bara (coperta dalla bandiera italiana e da un
elmetto militare) ha percorso un tratto dei giardini della stazione
ferroviaria ed il centrale corso Roma, accompagnato dalle note del
Requiem di Verdi. A tratti è stata inscenata la soppressione di
un disertore che dopo aver espresso l'opposizione al militarismo ed
alla ferocia della guerra veniva atterrato da un soldato munito di
maschera antigas. Il corteo si concludeva in piazza della Lega dove
alcuni compagni hanno letto poesie di Brecht, Hocine Bouzaher e altri.
L'iniziativa (preceduta in mattinata da un ampio volantinaggio davanti
alle scuole) ha avuto un buon impatto comunicativo dimostrato dal vivo
interesse dei cittadini presenti e dall'eco suscitata sui giornali
locali.
Due disertori presenti