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Umanità Nova, numero 40 dell'11 dicembre 2005, Anno 85

Norme dettate dai Carabinieri: approvata la "ex-Cirielli"
Una legge di classe


Molto spesso le leggi vengono ricordate col nome dell'estensore o del primo firmatario: Legge Reale, Cossiga, Napolitano-Jervolino, Bossi-Fini, sono solo alcuni esempi di una lunga tradizione. A questa lista da oggi si può aggiungere la "legge Cirielli" anzi, per essere precisi, la "ex-Cirielli" in quanto il suo presentatore dopo tutto il putiferio sollevato dalla proposta, non ne ha voluto più sapere ed ha ritirato (insieme ad altri tre) la firma dal disegno di legge.

Il "Disegno di Legge n.3247-B", approvato a fine novembre dal Senato, dopo un secondo passaggio alla Camera, inframmezzato da moltissime polemiche, modifica alcune norme del Codice Penale riguardanti le attenuanti generiche, la recidiva, il giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, l'usura e la prescrizione. Come si vede tutti argomenti importanti che vanno ad incidere profondamente sul complesso della legislazione penale, ma soprattutto sulla sorte di quelli che incappano nelle sue maglie.

Vengono aumentate le pene per i delitti di mafia: il minimo della pena passa da 3 a 5 anni ed il massimo da 15 a 24 anni (art. 1); stesso discorso per il reato di usura (art. 2); cambia il modo di valutazione delle circostanze attenuanti rispetto alle aggravanti (art. 3); vengono aumentate le pene per i "delinquenti abituali": l'aumento della pena per i recidivi che era al massimo di 1/3 adesso può arrivare anche fino alla metà (artt. 4-5); cambia il meccanismo della prescrizione: in linea generale ci vorranno minimo 6 anni (prima erano 5) per i "delitti" e minimo 4 (prima erano 2) per le multe (art. 6); vengono apportate alcune modifiche ai permessi riguardanti i detenuti "recidivi" (artt. 7-8).

Le interpretazioni che sono state date da parte dei politici a questo provvedimento sono sostanzialmente due: il centro-destra, che lo ha fortemente voluto, ha sostenuto che il suo scopo era quello di ridurre il numero dei processi, favorendo la prescrizione per gli incensurati e, contemporaneamente, aumentare le pene per i "delinquenti abituali". Il centro-sinistra ha urlato a più non posso, in quanto la norma avrebbe favorito la prescrizione dei reati di Cesare Previti e poi ha continuato, con lo stesso ritornello, anche quando tale eventualità è stata eliminata dal testo.

Il teatrino della politica italiana ha dato, anche in questo caso, il meglio di sé: da una parte la CdL compatta nel portare avanti il provvedimento e dall'altra (quasi) tutta l'Unione compatta nel respingerlo. Alla fine, solo una cosa ha trovato tutti concordi e cioè che Previti, in un modo o in un altro, riuscirà comunque ad evitare la galera.

Uno degli effetti più evidenti della legge è che i giudici avranno meno potere discrezionale a proposito del bilanciamento tra "attenuanti ed aggravanti", adesso più rigidamente predeterminate. Già questo effetto, da solo, rischia di portare ad un aumento della popolazione carceraria che difficilmente potrebbe essere assorbita in modo indolore dalle attuali strutture detentive. E, infatti, il Guardasigilli ha avvertito del pericolo e chiesto più quattrini per costruire più galere: "Servono più fondi, altrimenti il sistema collasserà" ("Corriere della Sera" del 30/11/05) e l'Associazione Antigone ha calcolato che, a fine 2006, ci saranno 20 mila detenuti in più.

Ma le porte delle prigioni non si spalancheranno per tutti: alcuni reati, quelli tipici dei "colletti bianchi", vengono trattati con un occhio di riguardo (tempi di prescrizione minori) mentre vengono inasprite le sanzioni ed allungati i tempi di prescrizione per i reati dei "recidivi", di solito proletari, ai quali sarà anche più difficile accedere ai benefici della semi-libertà. Il ridicolo è che, nonostante questo evidente giro di vite, qualcuno (a "sinistra") si lamenti che il provvedimento non risponde al "bisogno diffuso di sicurezza" (N. Dalla Chiesa, su "L'Unità" del 30/11/05) e qualcun altro dichiari che - in caso di vittoria dell'Unione - qualche legge penale fatta dall'attuale maggioranza vada comunque mantenuta (G. Pisapia, su "Il Corriere della Sera" dell'1/12/05).

Che conclusioni trarre? Per una volta lasciamo la parola all'ex-carabiniere Edmondo Cirielli che, a chi gli ha domandato se la sua (ex) proposta di legge sia "forcaiola", ha risposto: "Per me quel termine non è un insulto. Oggi direi che è una legge rigorista, molto di destra." ("Il Mattino" del 30/11/05).

"Forcaiola", non si sarebbe potuta trovare definizione migliore.

Pepsy






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