Umanità Nova, numero 40 dell'11 dicembre 2005, Anno 85
Parma: comitato anti TAV
Si è costituito a Parma un comitato di solidarietà che,
come scrivono i compagni nella lettera inviata ai valsusini, ha lo
scopo di "informare correttamente l'opinione pubblica locale, distratta
dalle continue "emergenze mediatiche", sulla questione TAV in Val
Susa." Nella medesima lettera i compagni sottolineano come "anche nella
nostra città grazie all'arrivo dell'Authorty Alimentare Europea
(EFSA) siano in progetto opere faraoniche, come la metropolitana
leggera, che indebiterà i cittadini per decenni senza risolvere
nessun problema di viabilità. Ci dichiariamo francamente
preoccupati per l'atteggiamento delle istituzioni nazionali e regionali
che non mostrano interesse per le lotte di chi cerca unicamente il
rispetto dell'ambiente e delle persone che lo abitano! La vostra lotta
è la nostra lotta!"
Il Comitato parmense di appoggio alla lotta anti-TAV ha tra i primi
aderenti l'Ateneo Libertario, la sez. di Parma dell'Unione Sindacale
Italiana USI-AIT, il Gruppo A. Cieri- FAI.
Per contatti atelibparma@hotmail.com
Euf.
L'Aquila: la breve estate dell'anarchia
Il 26 novembre a si è tenuto il convegno "la breve estate
dell'anarchia - anarchici italiani e abruzzesi nella rivoluzione
spagnola".
Una storia per molti dimenticata, quella della Rivoluzione Spagnola,
annientata dalle violenze delle falangi franchiste (alle quali si
aggiunsero anche le truppe naziste tedesche e le fasciste italiane) e
delle stesse divisioni staliniste ritrovatesi fianco a fianco d'un
tratto, a combattere gli "sconvolgenti" successi delle
collettivizzazioni anarchiche e del comunismo libertario nelle
fabbriche, e nelle campagne.
Una storia quanto mai complessa e difficile da catturare, ma che certo,
ha catturato e continua a catturare gli animi e le emozioni di milioni
di persone in tutto il mondo.
Persone che in quella breve estate del '36, con mezzi di fortuna,
varcarono i Pirenei o attraversarono l'Oceano Atlantico, solo spinti
dal fervore di una volontà che già sognava realizzata in
Spagna, l'utopia di una società di liberi ed uguali. Utopia che
del resto al tempo era già filosofia di vita e scienza concreta.
La stessa volontà che ispirò la scelta di centinaia di
migliaia di persone ad imbracciare il fucile al fianco delle colonne
anarchiche dopo l'inizio degli scontri coi militari golpisti, tutt'oggi
ispira migliaia di persone a riversarsi nelle cronache dei giornali
dell'epoca, in polverosi archivi di stato o negli sguardi, nelle rughe,
nelle mani di quelle persone ritratte in foto poste su mobili di
famiglie che ancora ricordano e possono raccontare.
In questi giorni, quella stessa volontà ha ispirato il convegno
"La breve estate dell'Anarchia - anarchici italiani e abruzzesi nella
rivoluzione spagnola" tenutosi sabato 26 novembre presso la sala lignea
della Biblioteca Provinciale ed introdotto dagli interventi di Luigi Di
Lembo e Silvio Cicolani.
Oltre un centinaio di persone hanno ascoltato le relazioni dei due
storici sulla Rivoluzione Spagnola, il movimento anarco-sindacalista
della C.N.T.(Confederacion Nacional del Trabajo) e la presenza di
anarchici abruzzesi nella Spagna del '36.
Dettagliata e precisa si è rivelata la ricostruzione storica di
Di Lembo che, a partire dai primi anni del secolo ha ricomposto la
vasta storia del movimento della C.N.T. in Spagna, i cui aderenti,
secondo un rapporto di polizia del 1934, erano intorno al milione e
mezzo.
Nel 1937, oltre tre milioni di persone vissero in un'economia
collettivizzata su base locale, comunista e libertaria. A questa
concreta costruzione di un mondo libero e giusto, parteciparono
numerosissime persone da tutto il mondo, specialmente dall'Italia e
l'Abruzzo certo, non si negò la possibilità di
intervenire al fianco delle colonne rivoluzionarie.
Spiccano tra tutti, anche negli accurati "Profili biografici di
anarchici abruzzesi che combatterono in Spagna" auto-prodotti e
distribuiti al convegno dal Centro Studi Libertari Camillo di Sciullo
di Chieti, le figure dell'anarchico Giuseppe Bifolchi (nato a
Balsorano, il 20 febbraio 1895) e del compagno Andrea Cieri (nato a
Vasto il 10 novembre 1898).
Così nel convegno, anche all'insegna del recupero della storia
di questi nostri conterranei, si è voluto, grazie all'apporto di
Silvio Cicolani e di Fabio Palombo responsabile del C.S.L. Camillo di
Sciullo, riportare alla memoria la vita e le gesta dei due abruzzesi ed
il loro protagonismo nella rivoluzione spagnola.
Il grande interesse per la presenza di abruzzesi anarchici al fianco di
compagni spagnoli nel '36 si è riflettuto nel vivace dibattito
che si è acceso dopo le relazioni, dibattito che infine si
è staccato dalle necessità della cronaca storica ed ha
coinvolto i partecipanti in uno stimolante tentativo di analisi della
socialità contemporanea gestita dall'informazione e della
relativa possibilità di emancipazione libertaria in essa.
Liberamente tratto dalla presentazione dei compagni di L'Aquila
Parma progetti faraonici e povertà diffusa
Per l'arrivo dell'Authority Alimentare (agenzia europea per il
controllo della sanità degli alimenti), Parma sta assumendo una
nuova veste. Il sindaco Ubaldi e la sua giunta esaltano la
cantierizzazione selvaggia della città il cui unico risultato
sono i lauti guadagni per i soliti pochi. Il 10 dicembre, nel quartiere
Montanara, Rifondazione, la sinistra antagonista e gruppi della
società civile hanno indetto una manifestazione di protesta
contro i progetti faraonici della giunta Ubaldi. Si tratta di opere
molto lucrose per gli imprenditori del mattone, ma prive di vantaggi
per la popolazione.
Nel quartiere Montanara sorge il vecchio orfanotrofio Vittorio Emanuele
II, che attualmente ospita la scuola media Salvo D'Aquisto, alcuni
servizi sociali del comune, dell'USL, il comitato anziani Montanara, la
cooperativa sociale Eumeo, un centro giovani e strutture
semiresidenziali per disabili della cooperativa Insieme. L'edificio,
che è stato venduto a terzi dopo una gara d'appalto, verrebbe
abbattuto, non ristrutturato, per far posto a un plesso scolastico, una
palestra, un centro sanitario ma la parte del leone la farebbe un
parcheggio multipiano.
La massima di Ubaldi e dei suoi fidi politicanti è quindi
"riqualificazione" (si legga speculazione), dove la città si
trasforma in un enorme cantiere o meglio, una gallina dalle uova d'oro.
A fare le spese di una politica che bada ai soldi e non alle questioni
sociali sono le organizzazioni di tipo popolar associativo. Sono
costretti a chiudere circoli ricreativi e gli spazi culturali, le
associazioni per gli anziani e per i giovani. Unica eccezione le quelli
delle zone della movida, riservati a chi ha soldi da spendere. Non
dimentichiamo che il pretesto per sgomberare lo Spazio Sociale Mario
Lupo [si veda UN n 32, 9 ottobre '05], è stato l'intento di
collocarvi un centro per anziani giocando sul tentativo di creare un
conflitto tra diverse esigenze sociali, che gli stessi occupanti
ritenevano pienamente compatibili al punto che avevano proposto che la
struttura per anziani convivesse con il centro sociale.
Oltre alla distruzione dei luoghi di socialità non mercificata
le politiche della giunta favoriscono un aumento dei prezzi e non
è difficile prevedere che la vita diventerà sempre
più cara. Già oggi è un serio problema, per chi
vive unicamente del proprio lavoro, pagare gli affitti e delle
bollette, specie con salari rimasti fermi a 10 anni fa. Parma sta
vivendo un periodo di grossa crisi, iniziato con il crac Parmalat
mentre centinaia di lavoratori di imprese e aziende rischiano il
licenziamento. Sono da ricordare e da appoggiare con la nostra totale
solidarietà i lavoratori della Star, Parmatour, Eridania,
Battistero, Manzini, i cuochi della mensa dell'Ospedale Maggiore e
tanti altri. In questa situazione di precarietà della vita,
circa 500 famiglie si sono trovate lo sfratto per morosità,
ovvero impossibilità di pagare l'affitto. Nella sola
città si contano 5000 appartamenti sfitti, pubblici e privati.
Ciò è dovuto proprio alla mancanza di una politica di
"edilizia pubblica" e di "contratti ad equo canone", lasciando tutto in
balia del mercato. In più a Parma esistono pressioni speculative
legate all'arrivo dell'Authority alimentare, evento gestito dalle
istituzioni e dalle grosse imprese come una sorta di "cassa del
mezzogiorno di lusso", trasformando la città in una vetrina per
soli ricchi.
I progetti della metropolitana ci hanno abituati alla prospettiva di
veder sparire lo storico mercato popolare della Ghiaia: i commercianti
due piani sotto terra, tra il parcheggio a -3 e l'inutile copertura
post moderna. Ma la fantasia speculativa non ha limiti e certamente
nuovi progetti sono in arrivo. La stessa metropolitana, pensata senza
una programmazione a monte, si trova ora monca di una linea e ridotta
con l'altra. In una città ben servita dai mezzi pubblici, che si
attraversa in bicicletta in 15 minuti quest'opera è invasiva e
inutile, per i costi elevati, l'inquinamento e la possibilità di
imbattersi in zone di scavo archeologico, per i vent'anni necessari
alla costruzione. Ducis in fundo nel progetto non sono previste fermate
allo stadio ed agli uffici del comune, che probabilmente
consentirebbero di bilanciare i costi di manutenzione.
In questa situazione come si può pretendere che il parmigiano
non si senta preso per i fondelli? Non resta che a noi anarchici e
sindacalisti libertari, suonare la sveglia che sta dentro la gente, se
non vuole passivamente subire le scelte delle amministrazioni.
Insieme puntiamo a scegliere quali sono i nostri bisogni reali: durante
i bilanci comunali e le conseguenti progettazioni facciamo sentire la
nostra voce. Con i nostri soldi progettiamo servizi ugualitari, non
privatizzati e, quindi, divisi tra quelli di serie A e quelli di B,
come la scuola secondo l'ultima riforma. Creiamo una campagna per la
riduzione degli affitti secondo le nostre possibilità,
valorizziamo l'artigianato, i prodotti locali e di altre culture per
creare nuove socialità, nuove esperienze non invasive per
l'ambiente e senza sfruttamento dei lavoratori.
Da un testo di Cisco