Umanità Nova, numero 41 del 18 dicembre 2005, Anno 85
Ecco Luca, ne ha appena fatti fuori due (...) Che botti, eh? Che
spettacolo (...) È ancora vivo quello? Deve essere ferito di
brutto. Quanto è bellino quello. Guarda come si muove 'sto
bastardo. Luca, annichiliscilo (...) Là c'è ne è
uno che corre: annichiliscilo. Sulla destra, sotto il palo, quel
casottino. Ma non sprecate munizioni (...) Ci stiamo divertendo.
Annichilation (...) Luca non paga più da bere, l'ha seccato. Vai
Luca, annichilito. Ha ammazzato il cecchino. Bravo Luca!
MoM ha ancora la memoria buona, e per certe cose l'arterio non ha
infierito. Infatti ricorda che l'anno scorso i fantaccini italiani,
impegnati a distribuire caramelle agli orfani iracheni, hanno fatto una
piccola, innocua e casereccia strage in quel di Nassirya. Di
malavoglia, certo, ma bisognava impedire ai perfidi "terroristi" e di
boicottare la quotidiana distribuzione di dolciumi di cui,
evidentemente, non era abbastanza apprezzata la qualità. Il fine
giustifica i mezzi e in fin dei conti non è stato altro che fare
agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te.
A MoM, che militari, divise, armi e carri armati gli stanno indigesti, la cosa era parsa strana, o perlomeno esagerata, anche perché, avendo ormai i capelli grigi, delle balle di regime ne ha piene le tasche. E non gli tornava il fatto che, laddove la popolazione era solita spargere fiori al passaggio dei militari, ci fossero degli sconsiderati disposti a farsi impallinare pur di fare i bastian contrari. Ma tant'è. Il mondo è pieno di matti e, a quanto pare, in Iraq c'è gente che, pur di farsi notare, farebbe a meno della presenza delle nostre eroiche truppe. Valli a capire, se ci riesci!
Comunque sia, poiché la libera e nonconformista informazione con le stellette si era affannata a descrivere la cosiddetta "battaglia dei ponti" come una innocua scaramuccia fra i bersaglieri e un'accozzaglia di mentecatti in vestaglia, MoM non aveva ragione di dubitare delle rassicurazioni governative. Che smentivano, in modo categorico, che nel corso di quel vivace confronto dialettico, ci fossero state vittime. E invece...! Invece ancora una volta a Rai News 24 ne hanno combinata una, tirando fuori un filmato nel quale, se c'è da credere a immagini e sonoro, la realtà pare essere tutt'altra: una esemplare battaglia fra truppe d'occupazione e resistenti, con corollario di morti e militaresche bestialità. Le quali bestialità, nonostante, o proprio perché tali, non mancano mai quando si tratti di eserciti e militari.
Trovandosi Mom a passare in quel di Villa S. Martino provincia di
Ravenna, presso la Casa del Popolo "Edera", non ha potuto fare a meno
di ascoltare l'interessante conversazione sull'argomento fra Berto e
Mingò. Che qui riporta a beneficio dei lettori.
Mingò: Mo cs'al det qlu'là? "Luca,
acchilisi...chilinisci..." Boia d'e signor, mo cs'al det cl'imbezel,
che me an'ho capì un'ostcia d'la madora.
Berto: A'n'ho capì ninto nenca me. Aspeta mò, che al dmanden a Widmer c'lha stugè da geometra. Ciò Widmer, ven aquè. S'al det cl'imbezel a e su amig Luca?
Widmer: A s'iv proprì di quaion tot do. Ui ha det: "Annichiliscilo" che in te gergo so' ed lò e vo' dir "ammazzalo, fallo fuori" Avì capè ades?
Mingò: Porca d' la malora. L'aveva propri da usè che vigliacaz d'un parolon? Cus'el, scemo, che una sa brisa scorrer cumpegn a come che chega? Acchili... cossa, che Dio u t'pus amazè!
Berto: Ma sa vot andè a dì, e mi Mingò! Ch'imbezel di suldè a l'iè tot cumpegn. T'arcordet 'e cugnè d'la Cesira? Quel che e feva e maresciall a Furlè? Me, sgond me, a n'ho mai cgnossù un eter idiota cumpegn a lò. E vleva sempar avè rason lò e un capeva un caz! E tot al volt ch'e scurreva al dgeva sol dal caghè.
Mingò: Amalrcord sè, e amarcord ench q'la volta che ai riempessen la machina ed merda parchè l'aveva fat la spea. Mo d'e rest, e mi Berto, un'iè nient da fè. Se on e dezid ed vestirs da burattè per guadagness la pagnotta, e vo propri dì che l'ha un quel in t'la testa ch'un funziona brisa. E quend e va ad amazzè un burdell, un'ha nienc e curagi ed ciamer al cos con e su nom, ma l'ha bsogn ed nascoders drè a ... a... Set det Widmer ? Gergo, a, sè, e gergo so' ed lò. Mo che i vaga a fes dè in te sac, tota cla ficiazza, i su "acchilin.." e i so capataz.
Berto: Das da bè, va là, cl'ha me vgnù sed, boia ed dicoli!
Domenico: Ma cosa ha detto lui là: "Luca,
acchilisi...chilinisci...". Boia del signore, ma cosa ha detto quel
tipo, che non ho capito un'ostia della madora.
Gualberto: Anch'io non ho capito niente. Aspetta mò che lo
domandiamo a Widmer che ha studiato da geometra. Ciò, Widmer,
cosa ha detto quell'imbecille al suo amico Luca?
Widmer: Siete proprio due sempliciotti. Ha detto "Annichiliscilo" che nel gergo suo di loro significa "Ammazzalo". Capito, ora?
Domenico: Porca della malora. Doveva proprio usare una vigliaccazza
di parolona così? Cos'è, scemo? Che non sa parlare come
caga! Acchili... cosa, diamine!
Gualberto: Cosa vuoi andare a dire, caro Domenico? Quegli imbecilli
di soldati son tutti uguali. Ti ricordi il cognato di Cesira, che
faceva il maresciallo a Forlì? Io, secondo me, non ho mai
conosciuto un altro idiota compagno a lui. Voleva sempre aver ragione e
non capiva nulla, e tutte le volte che apriva bocca diceva solo delle
cagate.
Domenico: Lo ricordo sì, e ricordo anche quando gli riempimmo
la macchina di merda perchè aveva fatto la spia. Del resto, caro
Berto, non c'è niente da dire? Se uno decide di vestirsi da
marionetta per guadagnarsi il pane, vuol dire che nella sua testa
c'è qualcosa che non funziona. E quando deve ammazzare un
ragazzo non ha neanche il coraggio di chiamare le cose con il loro
nome, ma deve nasconderle dietro espressioni gergali. Ma che vadano a
farsi dare nel sacco loro e tutta quella feccia e i loro "acchilisi.."
e i loro comandanti!
Gualberto: Portaci da bere che ci è venuta sete, boia dicol!.
MoM