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Umanità Nova, numero 1 del 15 gennaio 2006, Anno 86

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Milano: incontro sui cpt
Si è svolto il 1° dicembre, presso l'Ateneo Libertario, l'incontro sui CPT a cura del collettivo "Spazi Liberati".
Sono stati inizialmente proiettati ampi stralci del filmato "Mare Nostrum" in cui viene descritta la cruda realtà dei CPT, dove vengono negati i diritti degli immigrati reclusi, senza alcun rispetto per la persona umana, dove associazioni clericali o come Croce Rossa spesso gestiscono la struttura, integrandosi nel suo ruolo repressivo. Tutto ciò in palese contrasto con la stessa legalità costituzionale poiché si recludono persone che non hanno commesso alcun reato.
L'iniziativa era naturalmente legata anche al sostegno della manifestazione indetta dalle associazioni di immigrati per il 3 dicembre a Roma, uno dei cui obiettivi era la chiusura dei CPT.
Il dibattito ha messo in evidenza come la funzione dei CPT è la conseguenza di una legge razzista, la Bossi-Fini, costruita sull'impianto della Turco-Napolitano (il governo di centro-sinistra ha introdotto per primo la struttura dei CPT) che lega la concessione del permesso di soggiorno alla attività lavorativa, creando una condizione di ricatto e di supersfruttamento nei confronti degli immigrati.
La presenza di compagni che avevano partecipato attivamente al comitato di solidarietà con la lotta che qualche mese fa aveva infiammato il CPT di via Corelli, a Milano, ha permesso di ricostruirne le tappe salienti. Una lotta che si è sviluppata nelle forme più varie, dallo sciopero della fame alla salita sui tetti, ma che ha avuto la caratteristica principale di essere gestita dagli interessati stessi, definendo gli obbiettivi e pretendendo la trattativa direttamente con le istituzioni, quali il Prefetto. Mentre il comitato di sostegno della lotta dall'esterno aveva la funzione di mantenere i contatti, diffondere l'informazione, organizzando presidi sotto la struttura carceraria e mobilitazioni di solidarietà nel territorio cittadino.
Questa lotta si era estesa ad altri CPT in Italia (Bologna, Torino, ecc.) dando visibilità al problema e rilevanza al movimento per la chiusura dei CPT.
Anche avvocati presenti hanno testimoniato la drammaticità delle condizioni dei propri assistiti, registrando da un lato la difficoltà di ottenere risultati positivi con le leggi in vigore, dall'altro verificando come la crescita delle mobilitazioni apra nuovi spazi.
L'incontro è finito facendo delle considerazioni sulla manifestazione nazionale degli immigrati di Roma, indubbiamente importante e sull'opportunità di pensare forme di intervento più incisive e radicali.
Enrico

Torino: azione diretta per il salario
A seguito del ricorso selvaggio a nuove tipologie contrattuali tipo lavoro occasionale, ad intermittenza o a chiamata, vere panacee per padroni di nuovo corso, ho deciso di adottare il vecchio uso del sabotaggio per mezzo di azione diretta. Venerdì 9 dicembre mi sono introdotto presso gli uffici della Gojira, call center di Torino, interrompendo per circa 30 minuti l'attività e distribuendo un volantino di informazione e spunto critico. Infatti vi erano spiegate le mie ragioni di lavoratore non pagato e assolutamente non tutelato. Gli ex colleghi in un primo momento sorpresi si sono dimostrati solidali, accettando di buon grado la pausa-forzata. A nulla è servito il ricorso alla polizia (che mi ha identificato) da parte dello sfruttatore, costretto dallo stato di cose a staccare l'assegno.
La lotta paga. Azione diretta a macchia d'olio.
Riggitanu

Novara: solidarietà con la Valsusa
Mercoledì 7 dicembre si è svolto a Novara un pubblico dibattito sulle lotte antitav organizzato dal Circolo Zabriskie Point. Vi è stata una vasta partecipazione. Durante la serata si è trattato sia di militarizzazione, sia di problemi ambientali del territorio. La serata ha avuto buona risonanza sulla stampa locale.
Circolo Zabriskie Point

Trapani manifestazione nel sesto anniversario della strage
Si sono svolte a Trapani mercoledi 28 dicembre - sesto anniversario della strage del CPT "Vulpitta" in cui persero la vita sei migranti - le iniziative indette da "Gli antirazzisti non dimenticano", una sigla collettiva in cui si sono riconosciute diverse realtà di base che lottano da anni a Trapani e in Sicilia sul fronte dell'antirazzismo e della difesa dei diritti e della libertà di tutte e tutti.
La giornata di lotta è iniziata con un presidio di quattro ore davanti il CPT al quale hanno partecipato una cinquantina di compagne e compagni che hanno portato la loro concreta solidarietà agli immigrati reclusi all'interno della struttura.
Durante l'iniziativa si è stabilito un contatto diretto con i migranti reclusi che hanno fornito una serie di informazioni utili sul loro stato di detenzione.
Nel pomeriggio un centinaio di persone hanno dato vita a una manifestazione antirazzista che si è snodata lungo il centro storico della città cercando e ottenendo un massimo impatto di visibilità nel cuore del "salotto buono" trapanese.
Attraverso un sound system e frequenti interventi al microfono, sono stati realizzati dei comizi lungo il tragitto per spiegare le ragioni della protesta e della lotta antirazzista. Un itinerario che ha volutamente toccato i punti-chiave della vicenda della strage impunita del CPT di Trapani: il palazzo di giustizia nel quale fu emessa la sentenza di assoluzione all'ex prefetto Cerenzìa indagato per la strage; la prefettura, che ancora oggi occulta e nega l'evidenza delle quotidiane vessazioni nei confronti dei migranti rinchiusi nel CPT; il municipio, che nelle persone dei sindaci e delle amministrazioni che si sono succedute al governo della città non ha mai condannato la vergogna di un lager a Trapani; la curia vescovile, che non si è mai espressa chiaramente sul dramma degli immigrati a Trapani e che rappresenta un apparato di interessi incrociati legati alla gestione dei CPT in tutta Italia da parte dell'associazionismo di ispirazione cattolica.
Buona la presenza anarchica che si è distinta per un massiccio volantinaggio durante il corteo.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Milano: Pinelli... 36 anni dopo
Un anno fa, nel 35° anniversario dell'assassinio di Pinelli, per iniziativa della Federazione Anarchica Milanese e del Centro Sociale "Micene", era stata messa una targa in ricordo dell'anarchico presso il palazzo dell'Aler (Case Popolari) di via Preneste, dove viveva. La targa riproduceva il noto quadro di Bay che raffigurava il funerale di Pinelli.
La targa dopo 10 giorni circa era scomparsa nottetempo (molto probabilmente per opera di qualche fascistello). Era stata rifatta, tale e quale, e ricollocata da subito nello stesso posto, dove è rimasta fino ad ora.
Anche quest'anno, nel 36° anniversario, il 14 di dicembre è stata organizzata la serata in ricordo di quel tragico avvenimento, affinché le vecchie generazioni ricordino e le nuove sappiano. Il luogo prescelto per la ricorrenza è stata la stessa sede del Centro Sociale "Micene" che si trova a pochi passi da via Preneste.
Come preannunciato viene proiettato il breve filmato con Gian Maria Volontè e la regia di Elio Petri sulle "tre ipotesi della morte di Pinelli". È seguito un breve intervento di un compagno che, partendo dall'assassinio di Pinelli e dalla strategia delle stragi di Stato collega il filo della repressione fino ai giorni d'oggi, per opera dei governi sia di centro-sinistra che di centro-destra. L'ultimo attacco repressivo e di criminalizzazione viene attuato nei confronti della popolazione della Val Susa, che si oppone alla devastazione del proprio territorio. Opposizione che si manifesta anche con la pratica degli scioperi spontanei, sostenuti dal sindacalismo di base. Questo ci ricollega al ricordo della figura di Pinelli, lavoratore delle ferrovie, attivo partecipe nel coordinamento degli allora CUB (Comitati Unitari di Base), organismi spontanei di lavoratori che si opponevano alle centrali burocratiche sindacali.
Un compagno a nome del C.S. "Micene" si esprime sulla funzione di autorganizzazione del Centro, ben lieto di ospitare iniziative come quella che si sta celebrando.
A questo punto, nella sala che era piena fino all'esterno, si decide di attuare un corteo spontaneo fin sotto la targa di Pinelli, dove viene collocato un fiocco rosso e nero. Il corteo percorre la breve distanza cantando, con il sostegno del coro del Micene, alcune note canzoni anarchiche (Figli dell'officina, Addio a Lugano bella, Profughi d'Italia), mentre occhi curiosi osservano da dietro le finestre nella fredda serata, l'inatteso spettacolo.
Rientrando nella sede del Centro Sociale la serata continua piacevolmente con le musiche, canzoni e poesie di Alessio Lega e Santo Catanuto.
E. M.

La Spezia: corteo contro la devastazione ambientale
Nel pomeriggio di sabato 10 dicembre per le strade di Spezia si è svolto un corteo organizzato dai comitati popolari dell'intera provincia, a cui nessuna forza istituzionale organizzata ha potuto o/e voluto partecipare. La manifestazione rappresenta la prima tappa di un percorso di lotta contro la devastazione ed il saccheggio compiuto quotidianamente sul nostro territorio. Ogni parte della provincia, infatti, è caratterizzata dalla presenza di nocività, più o meno evidenti, quali ad esempio, la presenza di numerose discariche di rifiuti tossico nocivi, inquinamento da idrocarburi concentrato in aree che diventeranno aree commerciali, aree militari in cui è stata riscontrata presenza di uranio, spiagge con limo e serpentinite. Tutte queste nocività non riguardano il singolo quartiere ma riguardano l'intero territorio, sommandosi l'una con l'altra nella sua degradazione/distruzione e nel danneggiamento della salute di coloro che lo abitano. È per questo che la lotta dei comitati popolari non può più basarsi su singole istanze locali, ma piuttosto dovrebbe concentrarsi sulle logiche di produzione che stanno alla base di un simile progetto di sfruttamento e degradazione. A questa manifestazione, in cui il dialogo con le istituzioni non è stato mai considerato né come punto di arrivo né come punto di partenza, hanno partecipato il circolo libertario P. Binazzi, la CUB di Spezia, il gruppo FAI Germinal di Carrara ed il circolo Goliardo Fiaschi di Carrara. I manifestanti, circa 1000, hanno voluto manifestare la propria solidarietà alla lotta della Val di Susa al TAV, considerata e riconosciuta da tutti/e come un esempio, con diversi striscioni e cartelli.
Alla fine del corteo il Circolo, la Cub ed i gruppi antagonisti spezzini (Comitato precari studenti operai, CSOA RDA May Day ) hanno poi portato la solidarietà agli operai che stanno occupando i Cantieri San Marco per protestare contro i licenziamenti ed il potenziale smantellamento dell'impianto.
Circolo libertario P. Binazzi







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