Umanità Nova, numero 1 del 15 gennaio 2006, Anno 86
Lo sgombero avvenuto il 27 dicembre ai danni dei migranti e dei rifugiati che da un mese occupavano lo stabile di via Lecco a Milano per rivendicare il diritto ad alloggi e condizioni di vita dignitose, costringe tutti a delle riflessioni necessarie.
Alle richieste dei migranti, scomode e ingestibili perché avanzate attraverso un'azione diretta e senza mediazioni, le istituzioni hanno risposto con i manganelli, prima con lo sgombero dello stabile e due giorni dopo con l'attacco violento al corteo spontaneo degli stessi migranti diretto a Piazza Duomo, nel salotto buono della città.
I contrasti nati in seno agli enti locali (Comune e Provincia)
costituiscono la dimostrazione più chiara di come una pratica di
riappropriazione della lotta per difendere i diritti negati sia in
grado di innescare un conflitto sociale vero, che non conosce padroni e
padrini.
In questa vicenda, sindacati di Stato (Cgil) e volontariato cattolico
(Caritas) hanno gettato acqua sul fuoco delle lotte per tutelare i
propri interessi economici e il loro consolidato ruolo di mediatori del
conflitto, facendosi scudo della solita informazione di regime che ha
sbrigativamente definito "anarchici" - col demenziale intento di
criminalizzarli - tutti coloro i quali sostengono la lotta dei migranti
di via Lecco.
Fortunatamente, questa lotta - come tutte le lotte - appartiene in primo luogo a chi la porta avanti e cioè agli immigrati, ed è per questo che ci riconosciamo in essa e la sosteniamo.
Per l'autogestione delle lotte, solidarietà internazionalista
Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI
www.federazioneanarchica.org/antirazzista
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