Umanità Nova, numero 1 del 15 gennaio 2006, Anno 86
Ricordando… Roberto Leimer
Il 22 dicembre, dopo una lunga degenza in ospedale, Roberto Leimer è mancato. Pochi sapevano del suo ricovero, in coerenza col suo carattere schivo da protagonismi e indipendente, Roberto non parlava volentieri dei suoi problemi e dei suoi acciacchi fisici, ormai tanti dopo anni di vita travagliata, né avanzava richieste di aiuto a chi pur glielo avrebbe dato di tutto cuore.
Parlare di una vita e raccontarla nelle poche righe di un necrologio è molto difficile e ingeneroso, soprattutto nel caso di Roberto che è stato un uomo complicato e semplice allo stesso tempo. Bonario e burbero, con una vita tormentata, costellata da episodi dolorosi, da ritiri nel privato e da dipendenze che ne hanno minato la salute, illuminata però da una grande lucidità e coerenza, animata da una militanza politica più che trentennale, generoso e solidale con chi ne aveva necessità, Roberto è stato quello che potremmo semplicemente definire un grande uomo e un grande compagno. Non volendo cadere nella retorica, mi limito dunque a tratteggiarne una breve biografia politica.
Roberto era nato a Genova, il 14 febbraio 1953, in una famiglia proletaria, ma da moltissimo tempo risiedeva nel Tigullio, dove ha speso gran parte della sua militanza politica. Già da giovanissimo inizia a frequentare la cosiddetta area beat e partecipa, nel 1967, alla grande tendopoli allestita nel 1967 nella periferia milanese. Nel 1969 si avvicina alla politica militante e aderisce alla nascente Lotta Continua, ma se ne stacca presto - per un irrigidimento della linea di quella organizzazione rispetto all'uso di sostanze stupefacenti - portandosi su posizioni libertarie. L'adesione al movimento anarchico è il suo naturale approdo, pur nell'isolamento e nella solitudine di una provincia gretta e dedita esclusivamente agli affari.
Fonda, a metà anni '70, insieme ad un gruppo di compagni, fra cui Pino Cacucci, il circolo "B. Durruti" e la rivista "Antistato", cercando di costruire un ponte fra l'isolamento del Tigullio e il dibattito del movimento anarchico.
Nel 1984 aderisce alla Federazione Anarchica Italiana, nella quale, in anni successivi farà parte della Commissione di Corripondenza.
In seguito, partecipa alle iniziative del "Centro Donato Renna", mantenendo rapporti con altri compagni e gruppi anarchici liguri e italiani.
Nel 1998 fonda insieme ad un gruppo di compagni, il collettivo "O Rebello", che pubblica una rivista dallo stesso nome.
Nel 2003 partecipa all'occupazione dell'"ex mattatoio di Sestri Levante", e, insieme ad altri compagni, viene denunciato dalla giunta di centro sinistra. Partecipa anche al "Collettivo Nobackground", che organizza diverse iniziative nel Tigullio.
Sebbene il mondo dell'aggregazione chiavarese a cui faceva riferimento fosse ormai scomparso e le sue condizioni di salute sempre più precarie, Roberto non ha rinunciato, nemmeno negli ultimi tempi, a cercare contatti, fare propaganda e a distribuire Umanità Nova.
Un ultimo dolore, misto a rabbia, si aggiunge a quello fortissimo per la sua scomparsa. La famiglia ne ha disposto le esequie religiose, con palese noncuranza delle idee che Roberto ha professato nella sua vita e affermato con la stessa sua vita. E' contro queste ipocrisie, contro questo mondo dove non si rispettano né i vivi, né i morti che Roberto Leimer ha sempre lottato. Grazie Roberto.
G. B.