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Umanità Nova, numero 2 del 22 gennaio 2006, Anno 86

Crociata contro l'umanità
L'attacco del papa, i due poli clericali, la resistenza delle donne


Benedetto XVI continua nella sua crociata permanente contro l'umanità.

Il papa tedesco non ha più smesso di attaccare pesantemente ogni valore laico e pluralista almeno da quando nello scorso giugno egli si produsse in un significativo attacco alla "libertà anarchica" come pericoloso fraintendimento di ogni tipo di liberazione sociale.

In seguito, Ratzinger non ha mai perso occasione per ribadire chiaramente le posizioni della Chiesa cattolica su temi di stringente attualità quali la concezione della famiglia e l'autodeterminazione degli individui.

Ma i recentissimi attacchi papalini alla sperimentazione della pillola RU486 sono solo gli ultimi di una lunga serie. Già a novembre, il ministro della sanità Francesco Storace (il cui pedigree politico non lascia adito a troppi dubbi) ponendo il suo veto alla sperimentazione della pillola abortiva già intrapresa in alcuni ospedali toscani, aveva tirato fuori una proposta agghiacciante: la presenza istituzionalizzata dei volontari del "Movimento per la Vita" nei consultori familiari pubblici.

E col nuovo anno, parlando agli amministratori della Regione Lazio e della Provincia e del Comune di Roma, il papa ha confermato che è in atto un inquietante tentativo di riscrivere la storia e l'identità di questo paese attraverso la demolizione di tutte le conquiste sociali presenti e future di emancipazione materiale e culturale: nel mirino del papa i Pacs, le unioni civili, il diritto di aborto.

Al momento in cui scriviamo ci giunge notizia del grosso successo in termini di partecipazione alle manifestazioni di Roma e Milano in difesa della legge 194 e per la promozione del riconoscimento e la tutela giuridica delle unioni di fatto. È senz'altro un dato importante, che dimostra come - nonostante tutto - in Italia sia ancora viva una coscienza popolare che sa resistere agli attacchi reazionari delle gerarchie ecclesiastiche.

Sarebbe comunque un errore pensare a una classe politica divisa su questi temi lungo il tradizionale asse destra/sinistra.

L'anticlericalismo di socialisti e radicali è, nel suo folklore, una componente irrilevante all'interno dello schieramento di centrosinistra. Non è un caso che proprio nel recente incontro fra il Papa e gli amministratori locali del Lazio, il telegenico governatore Marrazzo abbia espresso il suo intendimento di difendere a tutti i costi la famiglia raccogliendo così nel migliore dei modi gli inviti di Benedetto XVI. Anche il sindaco della capitale Veltroni non si è discostato troppo da queste posizioni, anche se al momento sembra più occupato a dedicare piazze o vie di Roma alla memoria di famosi mercenari italiani periti in Iraq.

Più lineare la posizione della destra: fascisti e democristiani ce la stanno mettendo tutta per accontentare gli appetiti clericali sia per quanto riguarda gli sgravi fiscali, sia per cristianizzare ogni aspetto della vita sociale.

La partita che si gioca è drammatica, perché è giocata realmente sulla pelle di tutti noi.

È una questione di genere, ma non solo: l'attacco misogino all'autodeterminazione delle donne è un vecchio cavallo di battaglia dell'oscurantismo cattolico che va affrontato nella consapevolezza che non si tratta di un problema esclusivamente femminile. Il progetto di dominio sulla famiglia è prima di tutto una volontà di dominio su ogni individuo.

La Chiesa non vuole difendere la vita, ma vuole creare una non-vita che sia assimilabile a un suo modello omogeneo, controllabile e ricattabile. La criminalizzazione del diritto d'aborto è un atto terroristico il cui fine è quello di far passare per crudeli macellai i sostenitori della 194.

Allo stesso modo, l'opposizione alla tutela giuridica delle coppie di fatto (etero o omosessuali) è sintomo di una volontà distruttrice che vuole soltanto umiliare gli individui, i loro desideri, la loro vitalità, la loro carica umana.

Pensare alla lotta contro la piovra vaticana limitandosi alla doverosa difesa delle posizioni acquisite tramite gli strumenti legislativi sarebbe assolutamente riduttivo. Alla crociata cattolica bisogna rispondere rilanciando con un più forte impegno anticlericale che smascheri la pericolosità di questo potere politico e religioso che vorrebbe farci ripiombare in un medioevo di brutalità e ignoranza.

Contro la cultura del dolore a tutti i costi, del senso di colpa, dell'espiazione fisica di peccati atavici è necessario riaffermare l'incontrollabile energia della volontà, della libertà, della padronanza di sé. Ciò che la Chiesa teme più di ogni cosa è una donna o un uomo assolutamente responsabile, capace di gestire la propria esistenza e le proprie scelte. E questo vale per ogni istituzione religiosa, a qualsiasi latitudine e con qualsiasi dio.

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