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Umanità Nova, numero 2 del 22 gennaio 2006, Anno 86

Ricordando…
Giuseppe Bolzoni, Zep


Ricordando… Giuseppe Bolzoni, Zep

"...Sì, li conosco io... Sono compagni del Dordoni...", così rispondevo a chi, saputo trattarsi di cremonesi, mi chiedeva circa "i tre" che da qualche tempo affiancavano il corteo, senza entrarvi, ma limitandosi ad accompagnarlo dal marciapiede, un giorno di due anni fa, a La Spezia, manifestazione nazionale anarchica antimilitarista. Fra loro uno, in particolare, avevo riconosciuto e salutato: Giuseppe Bolzoni, detto Zeppelin, poi, per tutti i compagni, abbreviato in Zep, nel corso di un'ultradecennale "vicenda comune". Assieme ad altri due giovani Zep aveva pensato bene di partecipare (e non era la prima volta) ad un "nostro" appuntamento. L'aria di chi solidarizza nei fatti, l'incedere sereno e determinato, l'immancabile bottiglia di "bianco" da due soldi fra le mani.

E "da due soldi" deve essere parsa anche la sua vita e, per intero, tutto il percorso esistenziale di Zep, agli occhi di coloro che nella primavera scorsa si son risolti ad "amareggiarla" ancora di più, se possibile, sospendendo per morosità l'erogazione di luce, acqua e gas, presso l'alloggio in cui viveva.

I rigori di questo terribile inverno padano l'hanno colto così, un giorno attorno al consueto shopping pre-25 dicembre, annientandolo.
Tutti i media, nazionali e non, subito attivati nell'orgasmo inquirente dei ritornelli socio-antropologici sulle contraddizioni della sempreverde, amena provincia lombarda, spesso primatista nelle indagini relative alla "qualità della vita"; politici e amministratori del governo locale, ulivista a tutto tondo, a dare la stura al tristo, indegno gioco di smarcamento dalle responsabilità diffuse; l'opposizione di destra, Lega in testa, a tentare l'azzardo di un ballo macabro e sciacallesco su vita e sorti di un concittadino barattate con quelle di un extracomunitario; i vertici della Municipalizzata (A.E.M.) a cianciare, nella iperbole ultralegalitaria e in perfetto stile cofferatiano, di improbabili, assiomatiche coniugazioni e coincidenze fra "legalità" e "diritti", fra "rispetto delle regole" e "solidarietà".

Infine, miracolosamente sopravvissuto ad un grave infortunio sul lavoro che lo aveva irrimediabilmente segnato, Zep, quarantacinque anni, beneficiava della "pensione d'oro" costituita dall'assegno di Invalidità Civile ammontante a 165 € mensili, col quale avrebbe dovuto-potuto a tutto far fronte, a tutto provvedere.

I suoi compagni del C.S.A. Dordoni e molti, molti altri ancora (noi anarchici fra loro) gli hanno tributato l'estremo saluto in una fredda mattina di gennaio.

"Dentro", la conosciuta miscela di dolore e rabbia, ma anche un'inedita sensazione di maggiore "fragilità", di un'acuita sensibilità, attenzione, "preoccupazione".

Di certo, comune a tutti, la ferma volontà di non dimenticare; di non dimenticare Zep né, al momento opportuno, tutto il resto.

Virgilio Caletti - F.d.C.A. - Cremonese

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