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Umanità Nova, numero 3 del 29 gennaio 2006, Anno 86

Licenza di uccidere
Legittima difesa e droghe: due leggi liberticide


Nel silenzio dei mass media e nell'indifferenza della sinistra istituzionale (troppo impegnata con la propria campagna elettorale per potersi occupare di cose serie), il Parlamento sta varando, nelle ultime giornate utili prima della fine della legislatura, due tra le leggi più aberranti e liberticide mai partorite dalle bande criminali di fascisti, mafiosi, nazisti padani e integralisti cattolici che hanno preso il potere in Italia con le elezioni del 2001.

La prima è la norma che ridisegna il principio della legittima difesa approvata dalla Camera martedì 24 gennaio con 244 voti favorevoli e 175 contrari. Il ddl, promosso e fortemente voluto dalla Lega Nord e An, che aveva già ottenuto il 6 luglio scorso il sì del Senato, e a ottobre il via libera dalla Commissione Giustizia della Camera è oggi legge dello Stato. Il provvedimento, formato da una sola norma modifica l'articolo 52 del codice penale, prescrivendo che anche nel caso del reato di violazione di domicilio (art. 614 del c.p.) sussiste il rapporto di proporzione nella reazione ad un offesa ingiusta.

La proposta di legge - che modifica l'articolo 52 del codice penale sulla legittima difesa - stabilisce in pratica che il rapporto di proporzione esista sempre se qualcuno che si trova in casa propria o nel posto dove lavora "usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo" per difendere non solo la "propria o altrui incolumità", ma anche i beni "propri o altrui". Questo tipo di difesa, che non conoscerà più "l'eccesso" per il quale si poteva venire condannati, potrà essere esercitata anche in ogni altro luogo "ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale". Questo significa concedere una vera e propria licenza di uccidere a tutti gli esaltati con il porto d'armi, visto che basterà "sentirsi" aggredito o minacciato per reagire come si crede, anche uccidendo, dato che la propria reazione sarà sempre considerata "proporzionata". 

La nuova norma sulla legittima difesa è semplicemente una legge omicida che non ha altra giustificazione se non la voglia di sangue della spazzatura fascista e leghista, anche considerato che nel Belpaese la criminalità è in costante calo perlomeno dagli inizi degli anni '90 (tanto per intenderci: nel 2005 in Italia ci sono stati 626 omicidi, il dato più basso mai registrato nella storia dello stato italiano dal 1860 ad oggi). 

Se la legge sulla legittima difesa rischia di trasformare l'Italia in una terra di assassini col porto d'armi, la nuova legge sulle droghe ne farà invece uno dei pochi paesi al mondo - insieme alle ultime dittature marxiste purtroppo sopravvissute (Cuba, Cina, Vietnam, Corea del Nord) e all'Iran islamista - in cui la normativa non stabilirà più nessuna differenza tra droghe leggere e droghe pesanti.

Martedì 24 è arrivato infatti in Senato il cosiddetto stralcio Giovanardi della Legge Fini sulle droghe come maxi-emendamento dell'ultima ora al decreto legge sulle Olimpiadi invernali di Torino. Il maxiemendamento riprende tutti i punti peggiori della Legge Fini: 

1) Annullamento della distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti: le sostanze illegali saranno elencate in un'unica tabella che stabiliranno per ogni sostanza dei limiti quantitativi (che, peraltro, come ha affermato Giovanardi stesso, saranno precisati "con un successivo decreto ministeriale, in cui si fissano i limiti sulla base della media europea"), oltre cui si potrà essere puniti in maniera indifferenziata con pene dai 2 ai 20 anni con inasprimento per i casi di recidività, anche se quest'ultima versione è meno dura dell'originaria Legge Fini e prevede che la mitica tabella sarà uno degli elementi, non l'elemento fondamentale, "che può essere letto insieme ad altri criteri", per stabilire se chi viene trovato con la della sostanza è un consumatore o uno spacciatore 

2) La certificazione dello stato di tossicodipendenza non sarà più appannaggio delle strutture pubbliche (SerT) ma sarà effettuabile anche da strutture private di rieducazione (comunità terapeutiche), le stesse che successivamente avranno tutti gli interessi ad iscrivere nei propri registri il maggior numero di utenti possibile. 

3) Alcune comunità terapeutiche convenzionate (in prima fila Don Gelmini e gli eredi San Patrignano) potranno funzionare come strutture di detenzione/riabilitazione, con utilizzo del lavoro coattivo come terapia riabilitativa. Si dà inizio anche in Italia al modello di carcerazione privata, già ampiamente sperimentato negli U.S.A.

Queste comunità amiche (quelle che sono andate a Palermo) tra poco comunque beneficeranno anche di una pioggia di milioni. La Legge Finanziaria (comma 556) destina ben 4.750.000 euro al finanziamento di sedicenti "comunità giovanili", che saranno individuate da Berlusconi (leggi Giovanardi) e Tremonti entro fine febbraio, cioè in piena campagna elettorale; tutto questo, naturalmente, sarà fatto per "favorire le attività dei giovani in materia di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno delle tossicodipendenze".

Contro lo stralcio si è mobilitato il movimento antiproibizionista con presidi, smoke-in ed anche scioperi della fame che a partire da martedì 24 si tengono davanti al Senato ed in molte altre città d'Italia.

robertino

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