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Umanità Nova, numero 3 del 29 gennaio 2006, Anno 86

Tregua sindacale e olimpiadi
Lo sciopero accerchiato


Nell'antichità per garantire lo svolgimento dei giochi olimpici si sospendevano i conflitti armati, oggi si approfitta dello spettacolo mediatico connesso alle olimpiadi (chiamarlo sport è fuoriluogo) per legare le mani ai lavoratori che lo potrebbero utilizzare, e giustamente, per conquistarsi una visibilità ed un protagonismo che la società della merce e del denaro nega loro.

Dal 31 gennaio al 23 marzo non si sciopera.

Per garantire il regolare svolgimento delle Olimpiadi invernali governo e sindacati  hanno sottoscritto, mercoledì 11, un protocollo d'intesa che impone una tregua nei trasporti e nei servizi. Praticamente dal 10 febbraio, inizio dei giochi olimpici, al 19 marzo, fine di quelli paraolimpici, la lotta dovrebbe andare in soffitta, con l'unica eccezione del 4 marzo.

Ecco i partecipanti all'intesa (oltre ovviamente il governo): Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confapi, Confservizi, Abi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, C.L.A.A.I., Confcooperative, Legacoop, Aggi, Ungi. 

L'accordo riguarda prima di tutto i trasporti (in particolare il settore ferroviario e aereo), le comunicazioni, le telecomunicazioni, l'informazione, la cultura. Niente scioperi per i lavoratori della provincia di Torino impiegati, in particolare, nei settori dell'elisoccorso, della protezione civile, dei vigili del fuoco, dei vigili urbani, del trasporto pubblico locale, della sicurezza ed ordine pubblico, del soccorso e della sicurezza stradale, della sanità pubblica e privata, dell'igiene urbana, dell'energia e dei servizi tecnici radiotelevisivi.

Anche quei lavoratori impiegati in altre aree geografiche o in altri settori dove le iniziative di lotta potrebbero impedire la possibilità di usufruire di servizi e attività connessi ai giochi sono compresi nell'accordo, come pure le vertenze di carattere locale relative al commercio e al turismo.

La Cgil ha espresso "soddisfazione" per questa 'tregua': per la segretaria confederale Nicoletta Rocchi "i sindacati si sono impegnati a dare la garanzia di un regolare svolgimento delle manifestazioni delle Olimpiadi 2006". Il che ci ricorda precedenti illustri: l'intesa del 3 giugno 1999 per garantire il giubileo ed il conseguente sacco vaticano.

Secondo il sottosegretario Mario Pescante, fedele alla matematica berlusconiana, le olimpiadi creeranno 54 mila posti di lavoro permanenti in Piemonte, legati ad attività connesse ai Giochi, soprattutto nei settori del turismo e di quello alberghiero. Altri 3 mila posti di lavoro permanenti - sempre secondo Pescante - saranno creati nelle altre regioni italiane con una crescita presunta del Pil in Piemonte del 2,4% pari allo 0,1% del Pil nazionale. Insomma uno strumento redditizio che non si deve rompere, un piatto ricco in cui tanti ci si vogliono buttare. E i lavoratori? Quelli che la ricchezza sociale la creano continuamente in cambio delle briciole che padronato e governo lasciano loro (esemplare la vertenza dei metalmeccanici)? Loro zitti e mosca!

mv

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