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Umanità Nova, numero 7 del 26 febbraio 2006, Anno 86

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Gradisca: presidio anti CPT
Sabato 18 febbraio, fin dalle 7,30, l'entrata del CPT di Gradisca d'Isonzo (GO) è stata presidiata da decine di persone guardate a vista sbirri, caramba e finanzieri. Questa iniziativa, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone nel corso della mattinata, è servita per ribadire che la lotta contro questo lager, che va avanti da oltre due anni, non si ferma nonostante l'apertura sia ormai imminente. Sono infatti settimane che la coop. Minerva che si è aggiudicata l'appalto (le cui carte sono tutt'ora secretate e sulla cui regolarità ci sono molti dubbi) sta preparando la struttura per i primi fortunati che vi saranno reclusi. Proprio sabato è apparsa sui giornali locali la notizia, data da un sindacato di polizia legato alla Cgil, che il lager aprirà molto probabilmente a fine mese nonostante le smentite del prefetto. Al presidio erano presenti Rifondazione comunista (in evidente campagna elettorale visto che ha mobilitato molto più che in analoghe occasioni), rete di associazioni contro i CPT, gli indipendenti, gli invisibili, il Coordinamento libertario contro i CPT insieme a molte individualità.
Sono stati affissi numerosi striscioni e allestiti due gazebo con cibo e bevande calde per rifocillarsi e resistere al freddo. Molto apprezzati gli adesivi, preparati dal Coordinamento libertario, contro la Minerva che sono andati a ruba. Durante l'assemblea finale con microfono aperto (in cui hanno preso la parola anche politicanti che avrebbero dovuto starsene zitti) nei numerosi interventi si è lanciata l'idea di un presidio permanente dal 27 febbraio davanti al lager per essere pronti a mobilitarsi immediatamente nel caso di apertura e per cercare di opporsi anche fisicamente all'internamento dei migranti. Un compagno del coordinamento libertario ha ribadito che è solo grazie alla mobilitazione continua e costante dei movimenti e delle associazioni antirazziste se il CPT è ancora vuoto, mentre avrebbe dovuto essere già in funzione dall'autunno 2004. Anche il fatto che grandi enti come la Croce Rossa o la Misericordia non abbiano partecipato alla gara di appalto per la gestione dimostra come questo obbrobrio sia una vera e propria gatta da pelare per il Ministero dell'Interno. Fra l'altro il prossimo 23 febbraio il TAR si pronuncerà sui tre ricorsi (tardivi e parziali) presentati da comune, provincia e regione sulle irregolarità amministrative che hanno portato alla costruzione del centro. Anche in questo caso è solo grazie alla pressione esercitata dai movimenti (e dagli anarchici in particolare) se gli enti locali sono stati costretti a passare dai proclami roboanti a qualche - seppur minimo - atto concreto per impedire l'apertura del lager. Ciò che è certo è che qui nessuno si arrende.
Un compagno della FAI di Trieste

Viareggio: assemblea contro i pattugliatori militari
Continuando nel percorso di denuncia, controinformazione e lotta contro la costruzione di pattugliatori militari da parte di Azimut Benetti e Fincantieri, si è tenuta sabato 4 febbraio a Viareggio la prevista assemblea promossa dal Tavolo di lavoro contro i pattugliatori militari. Nell'introduzione iniziale una compagna del Tavolo ha sottolineato il silenzio mediatico riguardo il patto tra le due società sopraccitate, patto che porterà alla realizzazione di nuovi pattugliatori, moderni strumenti di polizia e guerra con una funzione ben precisa: respingere, ricacciare indietro gli immigrati che, in fuga da povertà, guerra ed oppressione, lasciano il loro paese e si avvicinano alle coste italiane. In questi ultimi anni migliaia di immigrati sono morti nel Mediterraneo, affogati, speronati, assassinati dalla violenza degli stati. E quando non muoiono e riescono a toccare terra c'è un CPT per "accoglierli", un padrone che non vede l'ora di sfruttarli, uno sbirro pronto a reprimerli. Così il cerchio si chiude. Un compagno del Comitato contro il CPT di Milano, ricordando che la rivolta nel CPT di via Corelli a Milano ha dato il la alle rivolte nei CPT di altre città, si è soffermato sui problemi di connessione delle lotte contro i CPT e sulla necessità di appoggiarle dall'esterno per darle maggiore forza e respiro. È poi intervenuto un compagno della redazione del bollettino Tempi di guerra con varie ed incisive considerazioni sul legame tra guerra ed espulsioni, in cui sono state prese in esame diverse questioni dell'oggi (o porcherie del potere che dir si voglia). Il Decreto Pisanu (27 luglio 2005) che fornisce un descrizione del termine terrorismo emblematica, ampia, ambigua ed applicabile a qualsiasi contesto di lotta sociale. Le esercitazioni antiterrorismo che servono per "assuefare alla catastrofe" ed alle quali partecipa anche la Croce Rossa Italiana, la stessa organizzazione impegnata in zone di guerra e nella gestione di alcuni CPT in Italia (in difesa della pace e dei diritti umani, naturalmente…). Ancora i CPT (Centri di Permanenza Temporanea), la giusta definizione dei quali, da un punto di vista sociale e giuridico, non può essere che quella di lager. Per due anni, a Lecce, gli anarchici del luogo hanno lottato contro uno di questi campi di concentramento per immigrati (il Regina Pacis, attualmente chiuso) e a maggio dell'anno scorso sono stati colpiti da arresti con accuse di tipo associativo. A gennaio è iniziato il processo, che riprenderà ai primi di marzo. Come non condividere le parole solidali del compagno in assemblea: "se i CPT sono nefandezze, le azioni di lotta contro di essi sono azioni nobili". Nell'ultimo intervento della giornata il Comitato promotore della "Campagna contro l'art. 270 e contro tutti i reati associativi" ha illustrato la sua attività ed i materiali prodotti (da segnalare "Un bel tacer non fu mai scritto", manuale di autodifesa politico-legale), non mancando di evidenziare come sia in atto una politica governativa repressiva che mette sempre più in pericolo le libertà individuali e collettive.
Giovanni

Monza: autoferrotranvieri assolti
Lunedì 6 febbraio si è svolto presso il tribunale di Monza il processo contro 35 autoferrotranvieri accusati di aver scioperato, nel corso della nota vertenza dell'inverno 2004/2005, ottemperando all'ordine del prefetto di precettazione.
Si tratta dell'ex prefetto Ferrante che di recente ha vinto le primarie nella candidatura di sindaco per il centro-sinistra al comune di Milano.
Era presente, per l'occasione, anche una delegazione dell'attuale Associazione Lavoratori Cobas – Cub dell'Atm di Milano.
La pena prevista, per una giornata di disobbedienza, è di 15 giorni di prigione, commutabili in 450 euro di multa ogni lavoratore.
Il Pubblico Ministero ne ha ovviamente chiesto l'applicazione, manifestando, nel contempo, un certo disinteresse per l'andamento processuale, segno evidente dell'imbarazzo nei confronti di una lotta che aveva paralizzato il traffico cittadino, ma ottenendo anche il sostegno di tutte le categorie di lavoratori e della stessa cittadinanza.
Il Pretore ha preso atto delle attenuanti invocate dalla difesa ufficiale da parte degli avvocati di Cgil-Cisl-Uil, assolvendo i lavoratori sulla base di una motivazione tecnica: la troppo repentina proclamazione della precettazione da parte del prefetto e di una non adeguata e diretta informazione nei confronti dei lavoratori.
Una nota a margine della vicenda va evidenziata: il delegato delle RSU nel settore trasporti della CGIL, coinvolto negli avvenimenti del processo, non è stato più presentato nell'elenco dei candidati per il rinnovo delle RSU.
Una sentenza indubbiamente ambigua che comunque rende più speranzosa l'attesa dei circa 4.200 autoferrotranvieri sotto inchiesta a Milano per i medesimi reati.
E. M.

Alessandria: solidarietà con No Tav agli arresti
Sabato 11 febbraio nel pomeriggio, in pieno centro di Alessandria si sono ritrovati diversi individui solidali con Marco Martorana, agli arresti, ora convertiti ai domiciliari, dal 22 dicembre. Marco è accusato di aggressione a pubblico ufficiale, possesso di oggetti atti ad offendere (una bottiglia di birra) e travisamento, in seguito alla manifestazione del 6 dicembre, quando i torinesi in massa scesero in piazza per protestare contro le aggressioni notturne e lo sgombero del presidio contro il TAV di Venaus, avvenuti nella notte precedente.
Fulcro della giornata una mostra-evento, ispirata a Andy Warhol, in cui venivano esposte in maniera ripetitiva bottiglie di birra (travisate NoTAv) e immagini di Marco. All'iniziativa hanno partecipato il Laboratorio Anarchico Perlanera, FAI di Alessandria, USI-AIT e CSA Lacandona
Da indymedia

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