Umanità Nova, numero 9 del 12 marzo 2006, Anno 86
Forse nella Torino sonnacchiosa dopo la sbornia olimpica la notizia è passata un poco in sordina. Per diverse decine di ex dirigenti di Fiat Auto la procura della repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per lesioni gravi. Il metodo di calcolo dei tempi di lavoro introdotto negli anni '80, il TMC2, avrebbe provocato centinaia di casi di patologie alle articolazioni delle braccia, le c.d. tendiniti, nei lavoratori di Mirafiori.
Il TMC2 taglia il più possibile i tempi morti degli addetti alla catena di montaggio, diminuendo pause e tempo di esecuzione dei movimenti e aumentando quindi nel turno il numero degli stessi. Il tutto dovrebbe dare una maggiore efficienza del ciclo produttivo.
Di certo ha fatto impennare il numero di patologie legate ai movimenti ripetuti delle braccia, appunto le tendiniti, tra i lavoratori di Mirafiori registrate e riconosciute dall'INAIL.
Di certo non ha evitato la violenta crisi che ha colpito negli ultimi anni la FIAT Auto.
Di certo si è portato via la salute di alcune centinaia di uomini e di donne che lavorano per campare, mica si divertono.
Il Manifesto del 2 marzo di quest'anno, a pag. 4, riporta una dichiarazione del segretario FIOM della provincia di Torino, Giorgio Airaudo: "...Il segretario della Fiom ritiene che questo processo metta in luce un limite sindacale "perché bisognava evitare che ci fossero queste condizioni in fabbrica". E in questo senso Airaudo auspica anche la ripresa di un discorso negoziale sulle condizioni di vita dei lavoratori".
Interessante. Gli anni '80 e '90 hanno visto FIAT Auto riprendere il controllo della fabbrica e fare un po' come le pareva, non si può certo dire che il manovratore sia stato disturbato. Anzi. Il fatto è che il manovratore, insomma il padrone, il capitale o chiamatelo come volete, si fa gli affari suoi (bella scoperta...) e non guarda in faccia nessuno. Senza limiti e senza un forte contropotere, il capitale fa disastri. Infatti. Quando i nodi della mala gestio di FIAT Auto sono arrivati al pettine, il salasso ha colpito i soliti noti, cioè i lavoratori, che tra cassa integrazione e mobilità hanno lasciato sul terreno reddito e posti di lavoro. Nonché, pare, la salute. E a metterci una pezza dovrebbe essere la magistratura, con processi che nella migliore delle ipotesi finiranno in qualche patteggiamento e spiccioli di risarcimento, se non in una bolla di sapone e in assoluzioni... E a metterci una pezza dovrebbe essere "la riapertura di un tavolo di trattativa sulle condizioni di lavoro ecc. ecc."...
Non si può negare l'evidente, cioè che capitale e lavoro siano irriducibili nemici. Chi lo fa, mistifica la realtà. Il capitale non produce ricchezza, rapina solo quella altrui, la ricchezza che è la vita, la salute, i beni comuni presenti in natura.
A dosi da cavallo di democrazia rappresentativa e di sindacato concertativo, sembra che il lavoro si sia dimenticato quali siano i suoi interessi e la sua forza, i suoi sogni e i suoi bisogni. Che non sono quelli del padrone, del capitale e dello stato.
Occorre ripartire dall'autonomia degli sfruttati rispetto agli sfruttatori per progettare e realizzare un mondo di liberi ed eguali. La libertà e l'eguaglianza non sono il punto di arrivo da raggiungere in un futuro lontano ed incerto, ma le coordinate dell'azione nell'ora.
W.B.