Umanità Nova, numero 10 del 19 marzo 2006, Anno 86
La Legge Fini-Giovannardi sulle droghe appena nata sta già diventando una delle più impopolari tra quelle promulgate dal Governo Berlusconi.
Prova ne è che il Ministro Giovannardi, per difendere la "sua" legge, cita un sondaggio dell'Eurisko dai risultati molto confusi da cui l'unica cosa certa che si evince è che il 77% degli italiani considera hashish e marijuana "relativamente poco dannosi per la salute", mentre il 95% considera le droghe pesanti "molto pericolose" (invece, com'è noto, con la nuova normativa sulle droghe l'Italia è diventata uno dei pochissimi paesi al mondo in cui il Codice Penale non prevede più distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti)...
Insomma, il tempo della disinformazione e dell'isteria sulle droghe è finito e, mentre nelle stanze del Ministero della Salute è al lavoro la commissione di esperti in camicia nera (su 11, tutti proibizionisti doc, sei sono di area AN), per definire le soglie quantitative delle sostanze stupefacenti oltre le quali potrebbero scattare le sanzioni penali), l'opposizione alla ultra liberticida Legge Fini è tornata in piazza sabato 11 marzo a Roma con la "street parade" organizzata dal Movimento di massa antiproibizionista.
Aperto dallo spezzone No Oil della Critical Mass e delle Ciclofficine romane e dal gruppo dei "Mala murga" con giocolieri, percussionisti, trombettisti e ballerine, tutti in abiti coloratissimi il corteo ha visto la partecipazione di migliaia di ragazzi e ragazze arrivati nella capitale da varie città d'Italia - "almeno cinquantamila" secondo le stime delle agenzie di stampa - sono partiti alle cinque da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza della Bocca della Verità. Il corteo, era animato da almeno 30 carri allestiti per l'occasione con enormi spinelli fumanti, musica techno e reggae al massimo del volume, numerose performance teatrali in strada... All'interno della manifestazione erano praticamente assenti i partiti della sinistra istituzionale, mentre, se erano i centri sociali ad aver organizzato i carri allegorici e i treni per raggiungere Roma, la grande maggioranza dei partecipanti erano giovanissimi alle prime esperienze di piazza (e, comunque, piuttosto interessati alle tematiche libertarie a giudicare dagli ottimi di vendita di Umanità Nova distribuita dai compagni romani). Nel corteo spiccava tra gli altri il «carro prigione» fatto di sbarre metalliche all'interno del quale sono state rinchiuse alcune decine di giovani, quelli che secondo i manifestanti saranno imprigionati realmente per aver fatto uso di cannabis. C'era chi vestito da sacerdote che porta sulle spalle una croce sopra la quale è stata crocefissa una pianta di cannabis, sottintendendo la via crucis dello spinello dovuta alla nuova legge contro la droga. La cannabis, naturalmente, circolava in quantità abbondanti in quella che è stato definito una sorta di carnevale antiproibizionista, ma che in realtà sarebbe corretto chiamare un Canna Pride, il giorno dell'orgoglio dei fumatori di cannabis che una manifestazione di protesta rumorosa, allegra e colorata (che ha suscitato le ire funeste del criminale fascista Michele Bonatesta, della direzione nazionale di An) hanno detto che non accettano una legge che li considera criminali da rinchiudere in galera o malati da curare in comunità-lager...
Il movimento antiproibizionista, peraltro, non si ferma. I prossimi appuntamenti sono la Millions Marijuana March il 6 maggio a Roma e Canapisa il 27 dello stesso mese, naturalmente a Pisa.
peter punkk