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Umanità Nova, numero 12 del 2 aprile 2006, Anno 86

Confindustria tra padroni del vapore e padroni in barca a vela
La ciurma al timone


La campagna elettorale in corso ha avuto un momento tra il tragico e l'esilarante quando Berlusconi si è virtualmente e verbalmente scazzottato con i vertici di Confindustria. Da un lato i capitalisti aristocratici dal doppio cognome e dal fare sprezzante, ma educato, con la erre moscia e il bon ton: Luca Cordero di Montezemolo, Tronchetti Provera, Della Valle (che dalle sue parti, nelle Marche, non passa proprio per un signore...); insomma, il capitalismo in barca a vela. Dall'altra l'uomo di Arcore, becero e che si è fatto da solo (pare comunque che i capitali iniziali non siano di trasparente e lecita provenienza..., ma certo li ha fatti fruttare bene...), fan delle casalinghe, dei padani e di tutta l'italietta rancorosa o rampante: insomma, il capitalismo in barca a motore.

Il presidente del consiglio sa bene che la sinistra va in barca a vela (D'Alema docet) e quindi sa che l'alleanza tra questi padroni velisti e la sinistra da diporto è cosa scritta. Lui li detesta e loro pure, anche perché l'uomo di Arcore in questi anni di governo è diventato ancora più ricco, mentre gli altri tra congiuntura internazionale, sindacati e loro innata incapacità di fare a meno dell'ausilio statale, si sono un poco affaticati.

Sta di fatto che siamo arrivati al punto che Della Valle Diego, big boss delle scarpe italiane, passa per uno dei nostri per un bel pezzo di sinistra istituzionale solo perché le ha cantate al berlusca. È destino storico della sinistra italiana avere imprenditori vicini o con cui il dialogo è più facile: chi dimentica il De Benedetti Carlo Virginio, illuminato capitalista di contro a quei battilastra degli Agnelli? Aihmè, entrambi andavano in barca a vela (il De Benedetti e l'Agnelli Giovanni) quindi la scelta per un D'Alema è sempre stata difficile; meno per il resto della combriccola che ha sempre spudoratamente tifato per De Benedetti, il proto capitano coraggioso (lui l'informatica l'ha inventata e poi mollata, così come la telefonia mobile, nata dal nulla, tirata su e messa all'incasso; gli altri, i capitani coraggiosi, sono quelli della scalata a Telecom targata DS, anche loro passati all'incasso girando la baracca a Tronchetti Provera).

Insomma, come dice il proverbio "il più pulito c'ha la rogna": non sono le buone o cattive maniere che fanno il padrone buono o cattivo. Il padrone fa il padrone e al timone ci vuole stare lui. Stolto chi pensa che dietro il suo agire ci sia altro che il suo interesse. L'Agnelli Giovanni lo disse: "La FIAT è sempre governativa". Ed infatti Luca Cordero ha solo anticipato di tre settimane il cambio di governo.

Fuori il saltimbanco di Arcore e dentro il Professore con il suo codazzo di esperti bocconiani e targati CGIL-CISL-UIL: si tratta solo di smorzare i toni e si ottiene tutto lo stesso, sanno bene i padroni. Basta con il muro contro muro, sediamoci ad un tavolo e peliamo ben benino i lavoratori, di reddito e diritti. Lo facciamo con calma e senza clamore, in modo concertativo. La legge 30 certo si può migliorare e non abrogare, figlia com'è del pacchetto Treu che introdusse il lavoro interinale e le co.co.co.

Allora, restando in ambiente marinaro, contro i comandanti di sempre c'è solo l'ammutinamento: la barca la fa andare la ciurma e la ciurma deve riprendersela. Come ai bei tempi della filibusta, i comandanti, se non finiscono ai pesci, vengon sbarcati su un'isola deserta con qualche provvista e poi ancora. Nuovi protagonisti per la nostra TV trash.

John Silver

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