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Umanità Nova, numero 12 del 2 aprile 2006, Anno 86

Migranti affogati, nuovi lager in Africa, nuove leggi negli USA
La strage degli innocenti


Negli ultimi mesi lungo la rotta tra la Mauritania e le isole Canarie sono morti, inghiottiti dal mare, tra i 1200 e i 1700 immigrati provenienti nella maggioranza dei casi dalla fascia dell'Africa occidentale (Senegal, Mali). 

Queste cifre sono state fornite alla fine del 2005 dalla Guardia Civil al governo di Madrid e si riferiscono allo scorso dicembre, momento nel quale la presenza da parte dei migranti sulle coste della Mauritania si è fatta sempre più urgente e pressante.

Dopo il massacro compiuto dalla guardie spagnole alla frontiera ispano-marocchina di Ceuta e Melilla, il governo di Rabat ha chiuso ermeticamente le sue frontiere provocando una deviazione di migliaia di persone che fuggono da miseria e carestia e scelgono di ripiegare in direzione della Mauritania per imbarcarsi alla volta della Spagna.

Sembra che i moderni schiavisti che trafficano esseri umani e gestiscono le traversate verso l'Europa abbiano ridotto sensibilmente le loro tariffe (da 1000 a 250 euro) mettendo in mare nuove velocissime barche, i cayucos, più capienti rispetto alle pateras usate finora ma molto più pericolose perché destinate a rovesciarsi durante la traversata quattro volte su dieci.

Il presidente spagnolo Zapatero ha raggiunto un accordo con la Mauritania che comprende l'invio di navi pattuglia spagnole nelle coste mauritane e aiuti per la costruzione di campi dove internare i migrati espulsi dalle Canarie. Il primo di questi campi profughi verrà allestito a Nuadibù, vale a dire nel porto ai confini con il Sahara Occidentale da dove partono gli immigrati. Il campo di concentramento concepito dal socialista Zapatero conterrà dalle 150 alle 200 persone per volta di ritorno dalla Spagna, ma nessuno ha ovviamente chiarito che fine faranno gli immigrati. 

Secondo l'organizzazione "Fortress Europe" tra il 1988 e il 2005 sono annegate alle porte dell'Europa 3908 persone in fuga dall'Africa. Negli ultimi tre anni le vittime conosciute dei naufragi sono state 1949. A questo bilancio (datato 7 febbraio) vanno però aggiunti gli annegati delle Canarie il cui conto compare nel succitato rapporto della Guardia Civili datato 21 dicembre e reso noto il 21 marzo 2006.
Solamente nel canale di Sicilia, tra il 2004 e il 2006 sono morti 1641 immigrati.

Nel Mediterraneo, negli ultimi quattro anni, sono morti 2080 clandestini e 1117 cadaveri (uno su tre) giacciono ancora in fondo al mare. Va ricordato che, qualora un migrante riuscisse a superare vivo il tragitto via mare, è ugualmente esposto al pericolo di morire sui campi minati della Grecia, nascosto in un camion, nei container delle navi cargo, sotto i treni e negli aerei, oppure di stenti nel deserto libico come sulle montagne turche. 

Dopo il massacro di Ceuta e Melilla del settembre-ottobre 2005, la frontiera africana tra Spagna e Marocco è stata ulteriormente blindata e sono in via di realizzazione protezioni tridimensionali che affiancheranno le due consuete barriere di filo spinato. La struttura, che gli americani stanno copiando a Tjuana, al confine con il Messico, sta diventato un vero e proprio muro dotato delle più sofisticate tecnologie che comprendono sistemi di acqua a pressione con getti di pepe, fuochi che creano confusione, ecc. Proprio negli USA, a Los Angeles, un milione di immigrati ha invaso pochi giorni fa le strade e le piazze della città californiana per urlare la propria opposizione a un progetto di legge dei repubblicani finalizzato a una maggiore restrizione dei diritti e della libertà di circolazione degli immigrati irregolari.

La freddezza di questi dati non rende certamente giustizia al portato di dolore e sofferenza che milioni di donne e uomini subiscono ogni giorno. In tutto il mondo, gli stati occidentali uccidono ogni giorno  migliaia di persone in un silenzio assordante che viene rotto solo raramente quando tutto è ormai compiuto.

Le responsabilità specifiche dei governi degli stati nazionali che si macchiano quotidianamente dei crimini più odiosi attraverso l'applicazione di norme e metodologie finalizzate alla repressione dei migranti, trovano il loro fondamento nella concezione politica di un mondo ricco che si richiude in se stesso per proteggere i propri privilegi alimentati sul sangue, il sudore e la pelle degli sfruttati di ogni latitudine. Questa dinamica è lucidamente concertata dagli apparati di potere e dalle élite economiche, ovunque. 

Ed è a costoro che bisogna presentare il conto.

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