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Umanità Nova, numero 12 del 2 aprile 2006, Anno 86

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Gorizia: no CPT
Sabato 18 marzo si è svolta per le vie di Gorizia la manifestazione indetta dall'Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca allo scopo di mantenere alta l'attenzione e di coinvolgere la popolazione nella protesta dopo che la struttura ha iniziato ad essere resa operativa. La manifestazione, che ha visto la presenza di circa cinquecento persone, dopo alcune tappe simboliche davanti al palazzo del governo, al tribunale ed al municipio si è conclusa davanti alla sede della cooperativa Minerva, che il CPT gestisce, con la consegna in contumacia al suo presidente, Rucchini, di un simbolico "foglio di via dalla terra" da parte dei disobbedienti, e con il solito lancio di gavettoni colorati, fumogeni e petardi. Al di là delle presenze - disobbedienti, cancellati della Slovenia, Rifondazione, Verdi, Arci, S.H.A.R.P., ed uno spezzone di una cinquantina di compagni anarchici - bisogna dire che nel corteo si respirava una certa sensazione di ovvietà, ed un diffuso desiderio di uscire dalla routine delle manifestazioni e di adottare forme nuove di lotta e sensibilizzazione, dopo il fallimento per l'ostruzionismo delle forze politiche della strada dei ricorsi legali. Notevole comunque il fatto che, nonostante il consistente spiegamento di forze di polizia, la quantità di negozi aperti lungo il percorso fosse insolitamente alto, indice forse di una certa corrente di simpatia o perlomeno di comprensione da parte degli abitanti della provincia, che si è iniziato a percepire durante il presidio permanente di tre settimane fa.
Luigi

Torino: amico treno
Nel pomeriggio del 24 marzo alla stazione ferroviaria di Porta Susa si è svolto il presidio organizzato dal Comitato autogestito contro il Tav e tutte le nocività di Torino e Caselle.
Il presidio, indetto all'interno della giornata nazionale "Amico Treno", è stato un buon momento di controinformazione sul Tav, sugli sprechi di denaro e risorse per un'opera inutile e dannosa a scapito di un servizio pubblico sicuro ed efficiente per tutti.
Circa un centinaio di manifestanti con bandiere No Tav e volantini vi hanno preso parte.
Buona la reazione dei viaggiatori e dei lavoratori che hanno letto con interesse i volantini e si sono talora fermati a discutere e ad informarsi.
Presenti anche rappresentanti del Comitato pendolari Milano Torino, del sindacalismo di base e di altri comitati No tav della Val Susa e della provincia di Torino.
Di seguito alcuni stralci del volantino distribuito per l'occasione:
"Martedì 14 marzo. A meno di un chilometro dalla stazione di Garbagnate, nello scontro tra due treni perde la vita il macchinista Giuseppe Girola. Non è che l'ultimo di una lunga serie di incidenti.
Viaggiare in treno è pericoloso, disagevole, costoso.
Il sistema ferroviario in questi anni si è trasformato in un rosario di ferrovie abbandonate, di treni sporchi e in ritardo perenne, sempre più cari e meno sicuri.
Le condizioni di vita di chi lavora e di chi usa il treno sono costantemente peggiorate: lo dimostra il moltiplicarsi di incidenti anche mortali a fronte di una limitata capacità di manutenzione delle linee e della drastica riduzione del personale.
Chi si ribella, come il macchinista, delegato alla sicurezza Dante De Angelis, viene licenziato. La sua colpa? Aver rifiutato di guidare un treno in cui era installato un dispositivo, il Vacma, detto anche "uomo morto", di cui numerose ASL hanno ormai certificato la pericolosità. Ma che importa? Quel che conta è risparmiare sul personale: ieri i treni erano guidati da due macchinisti, oggi da uno solo.
Contro tutto questo stanno lottando i pendolari, i cittadini, il popolo No TAV.
In questi mesi si sono moltiplicate le proteste dei pendolari che si sono organizzati in comitati per esigere un servizio migliore: l'unica risposta delle Ferrovie è stata qualche sconto sul biglietto, un'elemosina che non interessa a chi è obbligato ogni giorno a ritardi sul lavoro e a lunghe attese sui binari."
Di fronte allo sfascio del trasporto ferroviario una montagna di denaro pubblico è stata destinata alla "realizzazione di opere inutili, dannose e costosissime come il Tav Torino Lione o il Ponte sullo stretto di Messina.
Si vogliono costruire inutili piramidi nel deserto dei servizi destinati alle persone.
Queste opere, il Tav, il Ponte, il Mose a Venezia non servono ai cittadini ma solo a dar da mangiare agli amici degli amici del governo e agli amici degli amici dell'opposizione. In Val Susa, tanto per non fare nomi, una cooperativa "rossa" esperta in disastri ambientali (vedi Mugello) ha l'appalto per la galleria di 54 km in una montagna, l'Ambin, zeppa di uranio, mentre la ditta della moglie del ministro dei trasporti Lunardi, parimenti esperto in devastazioni (vedi Gran Sasso), si occuperà della tratta francese.
Come Comitato autogestito contro il Tav e tutte le nocività intendiamo sottolineare l'importanza di una lotta che abbia al centro il trasporto pubblico, quello destinato alle persone che lavorano e studiano.
Riportare al centro dell'agire politico il "bene comune" è possibile ed è necessario. Occorre farlo nella consapevolezza che solo l'azione diretta, l'autorganizzazione dal basso e su base territoriale può consentire di invertire la marcia di un modello di relazioni sociali basato sulla logica del profitto, sullo sfruttamento selvaggio, sull'imposizione dall'alto di scelte non condivise.
Occorre creare ponti tra chi lotta per la salvaguardia dell'ambiente, per un servizio ferroviario migliore, per la sicurezza dei lavoratori e dei viaggiatori."
Per info: notav_autogestione@yahoo.it; tel. 338 6594361
Euf.

Licenziamenti FS: appello del macchinista De Angelis
Sul numero 10 di UN pubblicammo la notizia del licenziamento di un delegato alla sicurezza per aver rifiutato di guidare un treno non sicuro.
Vi proponiamo l'appello alla solidarietà del lavoratore licenziato.
"Faccio appello a tutti i dirigenti sindacali e ai delegati di ogni settore affinché adottino ogni iniziativa per ottenere la revoca del mio licenziamento. Non lo chiedo solo per la mia condizione personale - per la quale sono ovviamente preoccupato - ma per restituire serenità, dignità, e certezze sui luoghi di lavoro per tutti i delegati, tanto più in una azienda tenuta a tutelare non solo la sicurezza dei lavoratori ma anche quella di milioni di viaggiatori e pendolari. Legittimare il licenziamento di un delegato alla sicurezza per aver esercitato il suo mandato demolirebbe dalle fondamenta l'intero impianto dei diritti del lavoro. Sono passati infatti 12 giorni dal mio licenziamento ma - contrariamente da quanto lasciato intendere pretestuosamente dalle Fs per indebolire l'indignazione e la protesta della categoria - esso non è stato né sospeso né revocato, per questo esprimo riconoscenza nei confronti di tutti coloro che mi sono vicini e si sono impegnati e mobilitati in mia difesa. Ritengo comunque necessario che le Organizzazioni Sindacali diano continuità alla vertenza aperta per la revoca del mio licenziamento, intervenendo con tutto il loro peso, l'autorevolezza e la forza di cui dispongono nell'interesse di tutti i lavoratori."
Ma. Ma.

Serravalle Scrivia: corteo No Tav il 22 aprile
Il 22 aprile si svolgerà a Serravalle Scrivia un corteo No Tav. L'appuntamento è per le 14 in p.za Coppi.
La manifestazione è indetta dai Comitati No Tav Piemontesi e liguri è contro il Terzo Valico, la linea ad alta velocità tra Genova a Milano il cui progetto, per ora si ferma Tortona.
Gli anarchici alessandrini, aderenti al Comitato No Tav della provincia di Alessandria, denunciano questa scelta scellerata come ennesimo regalo all'imprenditore Marcellino Gavio, vero patron di Tortona, proprietario della logistica di Rivalta, che ha chiesto un forte ampliamento dei suoi piazzali e due binari di raccordo fra questi e la linea ferroviaria. Per la logistica evitare di andare a caricare i Tir nel porto di Genova e ricevere direttamente a casa i container significa un notevole risparmio di tempo e denaro, per questo Gavio ha pensato ad un aumento dei suoi "traffici" e dei suoi piazzali, proprio in funzione di questa nuova linea. Guarda caso Gavio è anche capo del Cociv che ha l'appalto per la costruzione della linea.
Alla lobby tavista poco importa che nel frattempo le linee ferroviarie locali siano disastrate al punto che importanti tratte come la Voltri-Alessandria stiano per chiudere. Inoltre l'alta velocità passerebbe attraverso il parco naturale Capanne di Marcarolo, la raccolta dei detriti derivanti dal traforo delle montagne verrà spalmata in numerose cave disseminate nelle zone adiacenti al tratto Tav inquinandole, mentre il prosciugamento e/o l'inquinamento delle falde è una triste ma realistica previsione. Infine l'opera ha un prezzo enorme e risulta inutile di fronte ad un traffico passeggeri e merci che non è in aumento. Le attuali cinque linee ferroviarie che collegano i porti liguri con il Piemonte e l'Emilia, adeguatamente rimodernate, sarebbero sufficienti ma Gavio deve guadagnare. E tanto basta.
La provincia ha già votato il progetto, e la maggior parte dei politici locali si sono adeguati al volere di Gavio. Non resta che la risposta popolare. Gli anarchici alessandrini invitano tutti i compagni ad unirsi alla popolazione: intendono dar vita ad uno spezzone anarchico. Sarà presente anche il popolo della val Susa, il sindacalismo di base e non mancheranno alcuni comitati di pendolari. I comitati No Tav in Val Susa, la cui lotta autogestita ed improntata all'azione diretta ha avuto una notevole importanza per lo sviluppo della resistenza alle grandi opere, si uniranno agli altri comitati piemontesi e liguri che si sono mobilitati in questi anni contro il progetto Tav.
Liberamente tratto da un appello del PerlaNera e della FAI di Alessandria

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