Umanità Nova, numero 13 del 9 aprile 2006, Anno 86
Le fonti giornalistiche danno per certo l'accordo definitivo fra l'ENEL e la francese EDF (Electricitè de France) sulla partecipazione italiana al progetto EPR (European Pressurized Reactor). Nei mesi passati questo accordo è stato definito dalla stampa come la premessa al ritorno in grande stile dell'Italia nel nucleare. Ma cos'è l'EPR?
L'EPR è un progetto franco-tedesco (Framatone/Siemens), concepito nel 1992 e definito nel 1997-1998, per costruire un prototipo di reattore nucleare, detto di terza generazione, che a partire dal 2025 dovrebbe sostituire in Francia e, almeno così sperano i costruttori, anche nel resto del mondo i reattori attualmente funzionanti. Presentato come "competitivo, ottimizzato e sicuro" questo reattore nucleare è stato lanciato in grande stile nel 2004 in Francia che ha deciso di installare il prototipo nel sito di Flamanville, sulla Manica. L'EPR ha trovato un primo acquirente, la Finlandia, che infatti è oggi l'unico paese europeo dove è in costruzione una nuova centrale atomica.
La realtà però è molto diversa da come la dipingono i sostenitori del progetto. L'EPR non è altro che la più recente evoluzione di una tecnologia vecchia di cinquanta anni, appartenente alla prima generazione della filiera nucleare. La filiera dei reattori ad acqua pressurizzata (PWR) è infatti una delle prime sviluppate dagli ingegneri nucleari, originariamente per la propulsione dei sottomarini e poi per la produzione di energia elettrica. Nessuna novità, dunque, ma solo l'evoluzione di un modello ben noto che però non comporta miglioramenti significativi rispetto agli attuali reattori. Al contrario, per stessa ammissione dell'Autorità francese sulla sicurezza nucleare, l'EPR presenta gli stessi difetti da tempo individuati nei 58 reattori funzionanti in Francia.
I pochi progressi tecnici annunciati si limitano al tempo di vita (previsto in 60 anni contro i 30/40 delle centrali attualmente funzionanti), alla produzione di un 10-20% in meno di scorie e ad un originale sistema di sicurezza in caso di fusione del nocciolo. A questo proposito la sezione tedesca dei Medici per la prevenzione della guerra nucleare ha già denunciato che il sistema di sicurezza previsto rischia di portare a catastrofiche esplosioni interne alla vasca di contenimento del nocciolo (il cuore del reattore). Infatti la vasca destinata, in caso di incidente grave, a ricevere e raffreddare il cuore in fusione dovrebbe essere, da una parte, assolutamente secca, onde evitare i rischi di esplosione del vapore e, dall'altra, dovrebbe essere in grado di coprire d'acqua il cuore provocando però quelle esplosioni di vapore che si dovrebbero evitare… Fra l'altro questo sistema di sicurezza è in grado di controllare solo fusioni a bassa pressione e non tutte le fusioni possibili. Insomma, la decantata sicurezza dell'EPR è una bufala. Contrariamente a quanto annunciato non c'è nessun miglioramento significativo neppure riguardo al ciclo del combustibile mentre l'accresciuta utilizzazione del MOX, combustibile derivato dal ritrattamento del plutonio già utilizzato nelle centrali, comporterebbe una serie di rischi aggiuntivi legati appunto al ritrattamento e ai trasporti. Anche dal punto di vista della proliferazione non esiste alcun miglioramento perché l'EPR continuerebbe a produrre plutonio, indispensabile per costruire la "bomba".
L'EPR è dunque un reattore come gli altri: pericoloso, potenzialmente proliferante, produttore di scorie ingestibili.
A questo punto è lecito domandarsi: cosa c'entra l'ENEL in questo guazzabuglio? Semplice: l'ENEL dovrebbe entrare nel progetto con una quota rilevante, il 12,5%, e in cambio otterrebbe energia a basso costo. L'ENEL dovrebbe investire circa 250/300 milioni di euro per avere in cambio energia prodotta dalle centrali atomiche: si partirà con 200 Mw nel 2006 per arrivare a 1200 Mw nel 2012. Attenzione, questa energia l'ENEL la venderà nel mercato francese, esattamente come l'EDF, che oggi controlla Edison, vende l'energia in Italia. Insomma l'ENEL usa l'EPR per entrare nel mercato francese ma spera anche di poter utilizzare questa rinnovata competenza nucleare nel futuro… magari in Italia. A noi impedirglielo.
Antonio Ruberti
FRANCIA, ESPORTAZIONI A BASSO COSTO
La Francia con i suoi 58 reattori è il paese più
nuclearizzato del mondo. Uno studio di Greenpeace dimostra una
sovracapacità di produzione di energia elettrica francese pari
alla produzione di quasi la metà dell'attuale parco nucleare!
Per compensare questa sovracapacità l'EDF esporta a basso prezzo
circa il 20% della sua produzione e ha favorito lo sviluppo del
riscaldamento elettrico, vera aberrazione energetica, sociale e
ambientale. Oggi i francesi sono tra i più grandi consumatori di
elettricità.
LA MAGGIORANZA DEI FRANCESI NON VUOLE NUOVE CENTRALI
Uno dei miti del nucleare francese è che la popolazione è
favorevole alle centrali atomiche. In effetti il sistema nucleare
francese è riuscito a "comprare" il silenzio di tanta parte
delle popolazioni che vivono vicino agli impianti con il sistema delle
"compensazioni", cioè finanziando le amministrazioni locali.
Eppure in Francia qualcosa si muove anche grazie all'opera dell'attivo
movimento antinucleare. Sicuramente ad essere favorevole al nucleare
è la grande maggioranza dei parlamentari francesi. Evidentemente
non è la stessa cosa! Secondo uno studio del settembre 2003
citato dalla rete "sortir du nucleaire" il 77% dei parlamentari sono
favorevoli alla costruzione di nuove centrali contro il 41% della
popolazione.
TANTE BUONE RAGIONI PER ESSERE CONTRO IL NUCLEARE
Il nucleare è un'energia sporca - Le centrali nucleari producono
decina di migliaia di tonnellate di scorie radioattive che rimarranno
attive per migliaia di anni e che nessuno sa come gestire. Gli impianti
chiusi devono poi subire procedimenti di messa in sicurezza
("decomissioning”) complessi e costosissimi che nessuno ha finora messo
in atto. Le centrali chiuse rimangono così come una sorta di
monumento alla pazzia nucleare.
Il nucleare è un'energia pericolosa - Le centrali nucleari
possono causare disastri immani, come quello di Chernobyl dell'aprile
1986, ma anche incidenti gravissimi come quelli avvenuti negli Stati
Uniti nel 1979, in Francia nel 2000 e in Giappone nel 1999 e nel 2004.
Errore umano, negligenza, guasto, l'inatteso può avvenire in
ogni momento e può avere conseguenze tragiche che si protraggono
per decine se non per centinaia di anni.
Il nucleare è un'energia militare - Tutti sanno che l'energia
nucleare è stata sviluppata per fini militari. La distinzione
fra nucleare militare civile e militare è praticamente
impossibile: tutti gli Stati che posseggono centrali nucleari possono
facilmente costruirsi la bomba atomica, come hanno dimostrato India e
Pakistan.
Il nucleare è un'energia inquinante - Durante il loro quotidiano
funzionamento le centrali nucleari emettono nell'ambiente elementi
radioattivi artificiali, le cosiddette "deboli dosi di radiazioni". I
sostenitori del nucleare dicono che queste radiazioni non hanno
conseguenze sull'uomo. Ma allora perché su questo argomento non
vengono fatti studi seri e si è fatta calare una cappa di piombo
sugli effetti delle esposizioni sui lavoratori degli impianti atomici?
Il nucleare è un'energia costosa – Già oggi il nucleare
è più costoso sia delle fonti fossili (petrolio, gas e
carbone) che di gran parte di quelle rinnovabili (eolico, idroelettrico
e biomasse). Solo il solare fotovoltaico è leggermente
più costoso. Se però si considerano le spese per il
confinamento delle scorie e per lo smantellamento delle centrali, oggi
a carico degli Stati e quindi dei contribuenti, il nucleare è di
gran lunga la fonte energetica più costosa.