Umanità Nova, numero 14 del 16 aprile 2006, Anno 86
Berlusconi si vergogna della sua legge delle droghe. Nella sua rivista di propaganda elettorale arrivata nelle case degli italiani presenti sugli elenchi telefonici, nell'elenco delle cosiddette "33 grandi riforme messe in opera dal Governo Berlusconi" non c'è traccia delle nuove disposizioni sulla tossicodipendenza, meglio conosciute come "legge Fini". Se si va sul sito di Forza Italia, le "33 grandi riforme" sono già divenute 36, ma continua a non esserci la legge Fini, mentre è stata aggiunta la legge sulla legittima difesa.
Fa bene a vergognarsene visto che la nuova legge sulla droga, votata in extremis negli ultimi giorni della scorsa legislatura, grazie alla gabola dell'aver inserito un megaemendamento all'interno del Decreto Legge sulle Olimpiadi Invernali, è sicuramente una delle più liberticide e probabilmente anche una delle più impopolari riforme votate nei cinque anni di governo della Destra.
A completare l'opera, dopo che la legge Fini-Giovanardi che segna una svolta proibizionista e punitiva è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale a fine febbraio, sono arrivate mercoledì le tabelle redatte dalla Commissione nominata da Storace sotto il segno del proibizionismo militante (dei cosiddetti esperti che la compongono, la metà sono di area AN, mentre TUTTI sono noti per le proprie posizioni filoproibizioniste) e che dovrebbero permettere l'applicazione delle nuove norme. All'interno di questa tabelle sono infatti definite le quantità massime detenibili di ogni droga proibita oltre la quale potrebbero scattare le sanzioni penali. Le "soglie" sono state calcolate a partire dalla "dose media singola" ("l'unico dato supportato da evidenti riscontri scientifici", secondo gli esperti di Storace), ossia la quantità di principio attivo che per ogni singola assunzione produce un "effetto stupefacente o psicotropo" su un "soggetto tollerante e dipendente", cioè su una persona tossicodipendente e che tollera bene la sostanza. I risultati finali sono stati però ottenuti, dai funzionari dei Ministeri della Salute e di Grazia e Giustizia attraverso un "moltiplicatore variabile". Questo parametro sarebbe stato individuato "in base al potere di ciascuna sostanza di indurre alterazioni comportamentali" e agli effetti che essa può avere sulle "capacità psicomotorie" della persona, insieme ad altri termini di raffronto, fra cui la frequenza di assunzione giornaliera, quella settimanale e la probabilità di superare la dose singola con un'elevata quantità. In questo modo il Governo ha deciso che la "quantità massima detenibile" è, per esempio, di 500 mg di principio attivo di cannabis; 750 mg di cocaina o di Mdma; 500 mg di amfetamina e 250 mg di eroina. Non contento di aver dato abbastanza i numeri, ha anche tradotto questi quantitativi di principio attivo in quantitativi di sostanza da strada, stabilendo ad esempio che 500 mg di THC (il principio attivo della cannabis) equivalgono a 5 grammi di hashish o di marijuana, un quantitativo molto più basso di quello "promesso" da Berluscponi (che, durante la trasmissione tv Matrix, aveva detto che fino a 200 spinelli si sarebbe potuto considerare detenzione a scopo personale, una scorta per se stessi) ed anche di quello ammesso in altri paesi visto che, ad esempio, in Canada il limite è di 15 grammi, a New York è di 28, a Berlino di 15 e a Mosca di 20 grammi. Il problema più grosso, però, è che nella marijuana la percentuale di THC può variare dallo 0,5% al 14% (nelle varietà dette "sinsemilla") e nell'hascisc, invece, le concentrazioni possono andare dal 2% al 13%, mentre, secondo l'ufficialissimo sito della Polizia di Stato, i derivati della canapa sequestrati nel 2004 avevano una concentrazione di THC del 3,5% (e quindi 500 mg di THC dovrebbero essere contenuti in circa 14 grammi di erba o di fumo). Va da sé poi che anche se le tabelle stabiliscono il limite tra spaccio e consumo in base alla quantità di principio attivo detenuto, solo lo spacciatore sa che tipo di sostanza ha con se, quanto l'ha tagliata, quanto "principio attivo" contiene, mentre il semplice consumatore non ha nessuna possibilità di avere queste informazioni.
Inoltre appare piuttosto strano che i quantitativi di cannabis "ammessa" siano così bassi quando la Commissione ha dichiarato di aver preso in considerazione criteri come "il potere di ciascuna sostanza di indurre alterazioni comportamentali" e agli effetti che essa può avere sulle "capacità psicomotorie" quando esistono centinaia, se non migliaia, di pubblicazioni scientifiche che attestano che l'uso anche prolungato di hashish e marijuana produce solo blande alterazioni comportamentali e ha scarsissimi effetti sulle capacità psicomotorie di chi l'assume. A questo proposito, il baldo Giovanardi, durante la conferenza stampa di presentazione delle tabelle, a chi gli chiedeva il perché di tanto odio contro la cannabis non ha saputo far di meglio, che ribadire che "nonostante quel che si dice" (nonostante, cioè, quello che dicono TUTTI gli istituti di ricerca del mondo) l'erba proibita è molto più pericolosa dell'alcol, arrivando ad affermare testualmente che "l'alcol non da dipendenza" (quando gli sarebbe bastato dare un'occhiata al sito del ministero della Salute per scoprire che "il numero delle persone a rischio di sviluppare problematiche alcolcorrelate non può stimarsi comunque in Italia inferiore a 2.230.000 per l'anno 2003" e che "attualmente il numero annuale delle morti per cause alcolcorrelate è stimato in un intervallo compreso tra 17.000 e 42.000").
Le mitiche tabelle sono comunque tutt'altro che un elemento definitivo: secondo l'articolo 73 è comunque che il giudice che deve valutare l'uso non personale della sostanza detenuta dall'imputato e le tabelle sono solo uno degli elementi su cui può fondare il suo giudizio. Come ha detto il giurista Carlo Alberto Zaina "permarrà, comunque, il principio della valutazione assolutamente discrezionale del giudice in relazione alla illiceità o meno della detenzione di quantitativi di droga, in assenza di condotte inequivoche di cessione da parte dell'indagato". L'applicazione della nuova legge rimarrà comunque condizionata, quindi, dal clima culturale e la tolleranza verso la canapa e i suoi derivati continua ad essere diffusa: i fascisti sono riusciti a fare la loro legge antidroga che mette sullo stesso piano droghe leggere e droghe pesanti, fregandosene di qualsiasi considerazione scientifica così come del basilare buon senso, ma non sono riusciti ancora a creare consenso intorno a questa nuova Caccia alle Streghe.
Su questo possono giocare i movimenti antiproibizionisti per bloccare questa follia. Dopo la grande Street Parade dell'11 marzo (che ha visto la partecipazione di più di 50mila persone) il 6 maggio sarà la volta della Millions Marijuana March il 6 maggio a Roma, per continuare il 27 dello stesso mese con Canapisa e finire alla grande il 24 giugno con la Street Rave Parade Antipro di Bologna (che, peraltro, il buon Kofferati ha già chiesto alla questura di vietare).
robertino