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Umanità Nova, numero 14 del 16 aprile 2006, Anno 86

Inform@zione


Livorno: manifestazione contro il rigassificatore
"Contro il terminale off shore gas, vogliamo democrazia" questo striscione campeggiava in via del giglio, nei pressi della centralissima e frequentatissima via Grande, venerdì 7 aprile durante la manifestazione contro il progetto di rigassificatore che si vorrebbe installare di fronte alla costa pisano-livornese (vedi UN n. 8/2006). All'iniziativa organizzata dal Comitato contro l'off shore di Livorno e Pisa, hanno partecipato complessivamente almeno 3/400 persone con rappresentanze provenienti dalla Val di Susa, da Rovigo (dove si lotta contro un progetto simile) e dalla vicina Rosignano Solvay, anch'essa interessata da un progetto di rigassificatore, questa volta a terra, esattamente nel perimetro dello stabilimento Solvay. Al microfono oltre a questi interventi da fuori Livorno e Pisa si sono alternati membri del Comitato che hanno evidenziato il pessimo clima che si respira in città dopo le pesanti accuse portate al Comitato dal presidente della regione Martini, dal sindaco Cosimi e dal presidente dell'Azienda che distribuisce il gas in città, naturalmente parte integrante del progetto, Manacorda. Nei giorni immediatamente precedenti alla manifestazione Martini e Cosimi avevano accusato il Comitato di fare del terrorismo (carini vero?) e di strumentalizzazione preelettorale (nel Comitato ci sono anche Rifondazione e Verdi che a livorno non fanno parte della maggioranza di centro-sinistra) mentre Manacorda aveva sostenuto che il materiale scientifico presentato dal Comitato sui rischi dell'impianto era "paccottiglia" di "seconda e terza mano". Il Comitato non è sceso su un piano di polemica così squallido anche se qualcuno ha notato che la sinistra ha imparato alla svelta da Berlusconi che quando è in difficoltà offende gli avversari. Per quanto riguarda il "terrorismo" il Comitato ha ribattuto che la documentazione presentata dimostra che i pericoli ci sono e non è facendo finta di nulla che si possono evitare. Infine se strumentalizzazione c'è stata va considerata a 360° poichè tutti hanno visto l'ex-ministro DS Bersani che a "Ballarò" si vantava che "l'unico rigassificatore attualmente autorizzato è quello di Livorno dove governa il centro-sinistra", come dire noi facciamo quello che voi non siete in grado di fare. Questa non è strumentalizzazione? Al termine della manifestazione è stato proiettato un DVD autoprodotto che metteva in risalto i rischi del rigassificatore, mostrando anche rare immagini sugli effetti di uno sversamento in mare del GNL, gas naturale liquefatto.
In serata i DS livornesi, evidentemente molto infastiditi dal successo dell'iniziativa, hanno sputato veleno contro il Comitato prendendo spunto da uno striscione apparso in via Grande sul quale era scritto "Cosimi ci vuol gassare" con le due esse scritte alla maniera nazista. Senza dubbio un riferimento tanto forte quanto ironico che però è bastato per parlare di metodi nazisti che non fanno parte della cultura di sinistra. Il giornale locale, da sempre schierato a favore del progetto, ha provveduto ad amplificare l'episodio, cercando di oscurare il successo della manifestazione.
La battaglia va avanti.
Per ulteriori informazioni: www.offshorenograzie.it
Uno che c'era

Bologna: presidio al CPT
Nonostante molti compagni e compagne fossero impegnati nell'occupazione di via Zanardi, si è comunque tenuto l'ennesimo presidio di fronte al lager di stato di via Mattei. Come sanno i lettori di UN, da ottobre ad oggi, quasi tutte le settimane, si sono svolti presidi di solidarietà con i reclusi dentro il CPT, a sostegno delle lotte antirazziste e contro tutte le istituzioni statali. I presidi contro il CPT di via Mattei si sono concretamente collegati con altre iniziative anticarcerarie promosse dal circolo anarchico "Berneri" di Bologna in collegamento con altre realtà della regione (in particolare con i forlivesi di Giù Mura Giù Box) che hanno visto nei mesi scorsi presidi al carcere minorile di via del Pratello e alle carceri della Dozza.
Nelle intenzione dei compagni e delle compagne c'era anche un presidio davanti alla Prefettura di Bologna e un corteo di macchine che raggiungesse il CPT, questa parte della manifestazione è stata vietata dalla questura di Bologna adducendo la motivazione che l'8 aprile era "giorno del silenzio" in vista delle elezioni.
La lotta continua, contestando e contrastando molti aspetti delle politiche repressive del governo, dello stato e della borghesia: dalla solidarietà agli immigrati, all'attività antirazzista, per non dimenticare l'attività antifascista (di cui abbiamo dato conto la settimana scorsa) ed, ora, anche con una bella occupazione in via Zanardi 30.
Sembra proprio una bella "primavera dell'anarchia" anche a Bologna.
Cassandre felsinee

Bologna – occupazione anarchica
"All'oppressione rispondiamo con la lotta." Con un volantino con questo titolo, l'assemblea delle e degli occupanti di via Zanardi 30, ha dato la notizia dell'avvenuta occupazione di uno stabile (in disuso da oltre 15 anni) che si affaccia su via Zanardi (zona dietro al stazione centrale), all'interno del complesso del centro meccanografico e del centro smistamento delle Poste Italiane di Bologna. Occupazione iniziata alle prime ore del giorno di sabato 8 aprile.
Al momento in cui mandiamo questa corrispondenza a Umanità Nova (lunedì 10 aprile, sera), l'occupazione continua.
È la liberazione di uno spazio inutilizzato che le anarchiche e gli anarchici che hanno dato vita all'occupazione vogliono riconsegnare ad un uso sociale.
Lo stabile ha una superficie di circa 600 metri quadri, organizzato in tre piani.
Nel volantino si illustrano i contenuti del progetto: laboratorio di lotta, laboratorio culturale e di controinformazione, sala prove, libreria, infoshop, sale studio autogestito ma anche una mensa popolare, di buona qualità, nella quale le relazioni umane siano alla base del suo funzionamento e, ancora, una camera internazionale delle lavoratrici e di lavoratori che sappia fornire strumenti di autoorganizzazione contro lo sfruttamento e la precarietà. Inoltre, al secondo piano, verranno sistemati i locali per permettere un uso abitativo sia permanente che "temporaneo" per migranti di tutte le latitudini.
Nel volantino degli/delle occupanti/e sono enucleati i progetti della nuova occupazione: "Un luogo che possa servire da laboratorio di lotta, dalle potenzialità culturali e controinformative che diano la possibilità ad ogni individualità di esprimere la propria creatività nella messa in condivisione delle proprie inclinazioni - abilità - conoscenze: cineforum, seminari autogestiti, concerti, sala prove, libreria, infoshop e sala studio autogestiti, palestra" E ancora: "Uno spazio dove ci sia la possibilità di autogestire una mensa popolare, di buona qualità, nella quale le relazione umane siano alla base del suo funzionamento, restituendo parte di quei sapori che la produzione meccanizzata ha privato, senza logica di guadagno e quindi a prezzi accessibili, valorizzando la produzione di beni necessari e l'aggregazione di uomini e donne, contro la povertà e lo sfruttamento economico, ambientale e umano che il principio di profitto impone sempre più ferocemente." E anche: "Un luogo fisico che possa ospitare una Camera Internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori autogestita, dove si possano incontrare i lavoratori e le lavoratrici, precari e non, per intraprendere un percorso di emancipazione autorganizzata sulla base di un metodo assembleare, dell' orizzontalità delle decisioni e della solidarietà al di là delle divisioni "di mestiere". Per finire: "Un tetto per chi non può o non vuole continuare a mettere tutto il suo stipendio in un affitto."
Per continuare con la cronaca l'azione ha suscitato una certa eco in città (articoli sulla cronaca locale del Resto del Carlino e del Domani) con manifestazione e comunicati di solidarietà dall'altro spazio occupato di San Donato e dai centri sociali cittadini e non solo. In particolare rapporti solidali si sono stabiliti con le realtà più vicine territorialmente (Lazzaretto occupato e XM24 di via Fioravanti) con iniziative concrete di sostegno all'occupazione.
Il programma dell'occupazione vede per i prossimi giorni: lunedì e martedì proiezioni e dibattiti sulla Spagna rivoluzionaria del '36; mercoledì assemblea cittadina antifascista per organizzare una serie di iniziative a cavallo del 25 aprile (il 23 aprile ci sarà una giornata di mobilitazione e controinformazione in piazza dell'Unità organizzata dal Coordinamento Migranti di Bologna, il 24 aprile ci dovrebbe essere una giornata antifascista, sempre in piazza dell'Unità di cui si discuterà nell'assemblea di mercoledì prossimo in via Zanardi).
Per ora, l'unica dichiarazione "politica" sull'occupazione è quella del presidente del quartiere Navile che ha dichiarato di "non condividere" l'azione degli anarchici (scontato!) ma di riconoscere come il problema degli spazi sociali sia un problema reale.
Nelle prossime settimane, alla ripresa delle pubblicazioni di UN, contiamo di inviare nuove corrispondenze sullo sviluppo dell'autogestione in via Zanardi 30.
Cassandre Felsinee


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