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Umanità Nova, numero 14 del 16 aprile 2006, Anno 86

FS: sciopero per la sicurezza e contro i licenziamenti
Sui binari della lotta


Organizzare uno sciopero dei ferrovieri non è mai cosa facile. Turni da verificare secondo le compatibilità dei servizi minimi imposti dalla legge; centinaia di mansioni diverse da seguire; scioperanti del personale di macchina e viaggiante da andare a recuperare dove hanno "mollato" i treni; terrorismo da fronteggiare, specie negli impianti più piccoli e con poco personale; il tutto spalmato su una situazione nazionale. Per questi motivi uno sciopero organizzato dai sindacati di base assume una sua oggettiva forte caratterizzazione, che magari in altri posti di lavoro non si riesce a percepire.

Quello di mercoledì 5 aprile è stato l'ennesimo atto di forza contro una Società che dopo avere utilizzato la mannaia per decurtare il personale (meno 140.000 ferrovieri in un quindicennio), la cesoia per tagliare linee e servizi, adesso comincia ad usare la mazza per licenziare il personale più esposto nelle denunce. L'ultimo in ordine di tempo il macchinista De Angelis, RLS da tempo attivo nella denuncia del dispositivo del VACMA, ovvero il pedale che sostituisce il secondo agente sui locomotori, definito anche "uomo morto", strumento di stress e insicurezza, attentato alla salute.

Lo sciopero di 8 ore del 5 aprile poneva al primo posto la questione della sicurezza e la riassunzione dei ferrovieri licenziati, a partire dai quattro della trasmissione Report. Indetto da un'assemblea di delegati svoltasi a Roma nel mese scorso, e proclamato dalla CUB Trasporti e dal SULT, ai quali, infine, si è aggregata anche l'ORSA, sindacato di appartenenza del De Angelis, che ha così evitato una frattura certa con il suo settore di macchina (provenienza CoMU), ha avuto un esito lusinghiero; praticamente nella stragrande maggioranza delle regioni hanno circolato solo i treni a lunga percorrenza inseriti nei servizi minimi da assicurare previsti dalla legge sugli scioperi. Paralizzato il trasporto merci ed il trasporto locale, oltre a gran parte di quello interregionale. Importante la solidarietà proveniente dai ferrovieri francesi di SUD rail, sindacato di base ormai seconda forza nel settore transalpino.

Trenitalia ha proposto vari "inciuci" per superare la situazione De Angelis: soluzioni ambigue che non escludono il licenziamento o il trasferimento del lavoratore, il quale, giustamente, le ha rifiutate. La lotta, quindi, proseguirà con la stessa, se non maggiore intensità di questi giorni: petizioni contro i licenziamenti, assemblee negli impianti, controinformazione. Una nuova assemblea nazionale è prevista per il 13 aprile a Roma, ed uno sciopero, questa volta di 24 ore, si sta pensando di organizzarlo per il 5 maggio. I ferrovieri organizzati nei sindacati di base e tutti quelli sensibili alla lotta dei delegati alla sicurezza, più la stessa base di CGIL-CISL-UIL-ORSA sanno che questa battaglia non può essere persa, e che il miglioramento delle loro condizioni di lavoro, come pure dello stato di un'azienda allo sbando, passano per la riassunzione di tutti i licenziati con le loro qualifiche, mansioni, anzianità e nei posti di lavoro ricoperti prima del licenziamento. 

Pippo Gurrieri


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