Umanità Nova, n 16 del 7 maggio 2006, anno 86
Sopra le nostre teste succede di tutto. Nel vero senso della parola.
La questione delle scorribande aeree dei velivoli della Cia sui cieli europei ha svelato nuovi interessanti retroscena grazie al rapporto provvisorio del parlamento europeo.
In questo documento si chiarisce come dopo l'11 settembre si sono verificate "a più riprese violazioni della Convenzione europea sui diritti umani, della Convenzione Onu sulla tortura e della Carta dei diritti fondamentali della Ue" e pure della "Convenzione di Chicago" che regola il traffico aereo e obbliga all'identificazione dei velivoli utilizzati per operazioni di Stato.
I cieli d'Europa sono stati teatro negli ultimi anni di operazioni dei servizi segreti statunitensi coperte dagli apparati e dalle intelligence di molti stati europei, Italia compresa. Data l'ampiezza delle operazioni e la rilevanza delle prove, infatti, l'Europa non poteva non sapere, anche se ufficialmente continua a negare.
Non si spiegherebbe in altro modo il fatto che il Boeing che aveva trasportato Al Masri (il cittadino tedesco sequestrato per errore) dalla Macedonia all'Afganistan, viaggiasse il 23 settembre 2003 da Kabul a Guantanamo passando per la Polonia, la Romania e il Marocco (con la Cia che giustificava gli scali a zig zag per necessità di rifornimento).
La complicità fra servizi segreti è servita a garantire sistematicamente gravissime violazioni dei diritti umani. La Svezia, ad esempio, dopo aver respinto i due egiziani Mohammed Al Zary e Ahmed Agiza, li ha lasciati nelle mani della Cia che li ha ricondotti in Egitto dove sono stati puntualmente torturati. E la Bosnia Erzegovina ha consegnato ai servizi americani sei cittadini bosniaci di origine algerina contro il parere della locale Camera dei diritti umani.
A maggio dovrebbe essere tenersi l'audizione del ministro degli
esteri tedesco Frank-Walter Steinmaier e del capo dei servizi segreti
Ernest Uhrlau. La base Usa di Ramstein è infatti il centro dei
voli della Cia (ne sono passati 437 tra cui quello con l'imam Abu Omar,
"consegnato" dal governo italiano agli americani e da questi alla
polizia segreta egiziana) e la diplomazia tedesca, assieme a quella
britannica, è stata chiaramente chiamata in causa da Craig
Murray, ex ambasciatore inglese in Uzbekistan. In questo stato, Usa e
Regno unito usano le informazioni estorte sotto tortura dalle
autorità locali e la Germania non poteva non sapere di queste
pratiche, visto che è il paese europeo con più agenti sul
posto.
Potrebbe essere ascoltato dalla commissione anche Jack Straw, a suo
tempo informato direttamente da Murray. Il ministro britannico a suo
tempo si giustificò di fronte al suo ambasciatore argomentando
che non erano mica loro i torturatori, anche se poi utilizzavano le
informazioni estorte. That's all.
Altro snodo è rappresentato dalle Isole Baleari, come sottolineato dal lavoro di Matias Valles, giornalista del Diario de Mallorca, che chiama in causa il governo spagnolo, tanto quello di Aznar quanto quello Zapatero.
Queste sono solo alcune delle tante questioni rimaste in sospeso sulle imprese dell'intelligence nordamericana in Europa. Non è da escludere che nei prossimi giorni vi siano nuovi e incredibili sviluppi che confermerebbero, se mai ce ne fosse bisogno, che dietro il volto ipocrita e palese della storia si nasconde sempre il quotidiano e sporco esercizio del potere.
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