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Umanità Nova, n 16 del 7 maggio 2006, anno 86

Sospesi da scuola perché non prendono gli psicofarmaci
Gabbie chimiche per bambini


Il 6 marzo scorso a Milano G., 12 anni, alunno di prima media è stato allontanato da scuola per una sospensione scattata il giorno prima e poi rinnovata di quindici giorni in quindici giorni. L'allontanamento del ragazzo era stato comunicato dal preside alla famiglia con una lettera in cui il dirigente affermava che "Considerato che attualmente il ragazzo non è sottoposto a una cura specifica per i suoi disturbi neurologici e non vedendo la possibilità di un cambiamento nell'immediato, siamo costretti ad adottare questa soluzione per tutelare i minori coinvolti e nell'interesse dello stesso bimbo". Al bambino era stato diagnosticato un deficit di attenzione determinato dalla sindrome conosciuta come Adhd (Attention Deficit and Behavior Desorder), per cui gli erano stati prescritti degli psicofarmaci calmanti, tra cui il Ritalin, ma il trattamento era stato rifiutato dai suoi genitori che non avevano accettato "di somministrargli psicofarmaci dagli effetti devastanti". Di qui la decisione della scuola di sospendere G., "in attesa che le condizioni di salute gli permettano la frequenza senza pericolo per sé, per i compagni e per gli adulti che lo accudiscono", in attesa cioè che la sua mamma e il suo papà si decidessero ad imbottirlo di quelle piccole pillole miracolose che nelle scuole italiane negli ultimi anni vengono propagandate da decine di corsi di aggiornamento e formazione riguardanti "l'ADHD, Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività". Questi corsi vengono tenuti da "esperti", che nel migliore dei casi sono psicologi e medici neolaureati, ma più spesso ex-insegnanti in pensione, che dopo aver fatto corsi-lampo sull'ADHD, se ne vanno in giro a promuovere terapie farmacologiche su bambini etichettati "affetti da questo disturbo", su cui però all'interno della comunità medica c'è tutt'altro che unanimità di pareri, al punto che sia la FDA che la DEA (Enti governativi americani) hanno riconosciuto che l'ADHD non è una malattia, né organica né biologica, mentre il neuropsichiatra infantile Thomas Armstrong, ha dichiarato seccamente "L'ADHD non esiste. Questi bambini non hanno alcun disturbo" sulla rivista "PLoS Medicine", in un numero speciale dedicato al problema delle malattie inventate, cioè ai disturbi che, attraverso mirate campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, vengono trasformati in patologie.

A questo proposito è significativo uno studio pubblicato proprio la settimana scorsa dalla rivista statunitense "Psychotherapy and Psychosomatics", effettuato da Lisa Cosgrove, dell'Università del Massachusetts e da Sheldon Krimsky, della Tufts University, che hanno dimostrato come su 170 psichiatri che hanno collaborato all'ultima edizione del "Diagnostic and Statistical Manual" dell'American Psychiatric Association (il Manuale di psichiatria considerato una sorta di bibbia, al punto che la Food and Drug Administration statunitense non autorizza farmaci per il trattamento di un disturbo mentale, se esso non è compreso nel DSM) 95 (pari al 56%) hanno avuto rapporti economici, tra il 1989 e il 2004, con le case farmaceutiche, con l'incarico di ricercatori, consulenti e oratori in conferenze. La percentuale è del 100% tra coloro che hanno curato la sezione sui disturbi dell'umore e su quelli schizofrenici/psicotici, cioè i due settori che, nel 2004, hanno registrato le maggiori vendite di farmaci psichiatrici, pari, rispettivamente, a 20,3 e 14,4 miliardi di dollari a livello mondiale. Una delle autrici della ricerca, Lisa Cosgrove, ha dichiarato al "Washington Post" di avere iniziato lo studio sugli autori del manuale, dopo aver scoperto che cinque dei sei membri di un panel, che stava esaminando se certi problemi premestruali fossero un disturbo mentale, avevano legami con la casa farmaceutica Eli Lilly & Co., che stava cercando di vendere il suo Prozac anche per il trattamento di questi sintomi. Ormai, come ha dichiarato Irwin Savdonik, psichiatra dell'Università della California, "il vocabolario della psichiatria è ormai definito, a tutti i livelli, dall'industria farmaceutica (.) La prima edizione del Manuale, nel 1952, conteneva 107 definizioni di disturbi mentali. Nella quarta edizione, quella del 1994, il numero è più che triplicato, arrivando a 356". 

L'ADHD è una di queste nuove malattie che sono entrate nella diagnostica psichiatrica solo DOPO che le case farmaceutiche avevano iniziato a commercializzare le "cure". Venduta attraverso corsi terroristici (in cui, ad esempio, agli insegnanti viene detto che "un bambino se, alla fine della prima elementare o a metà della seconda, non acquisisce gli strumenti di base, va segnalato ai servizi psichiatrici") e da opuscoletti del Ministero della Salute che non esitano a definire l'ADHD "tra le più diffuse patologie nell'infanzia" (in effetti… di bambini distratti e vivaci è sempre stato pieno il mondo), la paranoia diffusa tra insegnanti e dirigenti produce casi tristissimi come quello di G. che, allontanato dalle lezioni per oltre un mese a causa di presunti disturbi del comportamento (nonostante il diritto all'istruzione sancito Costituzione) è stato per ora risolto dal Tribunale di Milano che venerdì 28 aprile ha accolto l'istanza dei suoi coraggiosi genitori che hanno chiesto ed ottenuto la riammissione a scuola del bimbo. Il suo caso, purtroppo, però non è l'unico, visto che l'associazione "Giù le mani dai bambini" segnala che sempre in Lombardia, L. (dodici anni) non viene ammesso a frequentare la sua scuola da oltre quattro mesi, anche lui probabilmente perché i suoi genitori si rifiutano di dargli il Ritalin.

robertino


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