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Umanità Nova, n 16 del 7 maggio 2006, anno 86

Letture
Martha A. Ackelsberg, Mujeres Libres. L'attualità della lotta delle donne anarchiche nella rivoluzione spagnola


Martha A. Ackelsberg, Mujeres Libres. L'attualità della lotta delle donne anarchiche nella rivoluzione spagnola, Milano, Zero in Condotta, 2005. Traduzione di Arianna Fiore. (Ed. Orig. Free Women of Spain, Indiana University Press, 1991)

Nel 1936, pochi mesi prima dell'inizio della guerra civile e della rivoluzione sociale, un gruppo di donne anarchiche di Madrid e di Barcellona fondarono Mujeres Libres, organizzazione dedicata a liberare le donne dalla "schiavitù dell'ignoranza, schiavitù in quanto donne e schiavitù come lavoratrici". Anche se durò meno di tre anni, Mujeres Libres mobilitò più di 20.000 donne e creò un vasto programma di attività, finalizzate a sviluppare capacità politiche, culturali, professionali e psicologiche individuali ed allo stesso tempo a costruire un senso di appartenenza comunitaria. Gli strumenti utilizzati andarono dai corsi di formazione, alla pubblicazione di una rivista, al sostegno al lavoro e alla maternità, fino alla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione. Ma tutti si basavano sul presupposto che la differente situazione delle donne esigesse un cammino di emancipazione separato. Mujeres Libres fu cioè un'esperienza rivoluzionaria, inserita in una prospettiva e in una tradizione di trasformazione totale della società, e al tempo stesso fu un esperimento di lavoro politico organizzato esclusivamente da e per donne, in nome di una separatezza strategica e transitoria, funzionale a restituire alle donne piena consapevolezza del loro valore e della loro responsabilità come soggetti politici della comune lotta rivoluzionaria. Proprio nell'incrocio di questi due tratti caratterizzanti, la vicenda del gruppo di donne anarchiche spagnole diventa un esempio non unico ma certamente raro e rilevante nella storia dei movimenti operai, sindacali e rivoluzionari dell'Europa contemporanea.

La storia di Mujeres Libres, inserita in un affresco rapido ma efficace del movimento libertario spagnolo e della parabola rivoluzionaria, viene raccontata nel libro di Martha A. Ackelsberg, Mujeres Libres. L'attualità della lotta delle donne anarchiche nella rivoluzione spagnola dando voce alle storie e alle memorie individuali delle protagoniste di allora, ma anche alle nostre domande di oggi: come è possibile sviluppare competenze, capacità, "potere di" pur vivendo all'interno di meccanismi di oppressione che ci vorrebbero invece deboli e incapaci di ribellarci? Che differenza fa, per un movimento che voglia porsi come radicalmente emancipatorio, il riconoscimento delle differenze? Quando riusciamo a sentirci a nostro agio nell'agire politico e in che modo questa percezione di agio, di reciproco riconoscimento con i nostri compagni e le nostre compagne, sostiene e radicalizza l'azione stessa?

Il lavoro risale, nell'edizione originale statunitense, al 1991 e allora si poneva come sbocco di un lungo percorso in cui si erano incrociati gli interessi, teorici e storici, di una studiosa dell'anarchismo con le sue esperienze e domande di attivista femminista. Fin dalle prime pagine risulta evidente come queste due prospettive siano il fondamento non separabile di un lavoro animato dalla passione e dall'interesse politico e esistenziale. Si legge nell'introduzione dell'autrice: "Il proposito che con questo libro mi prefiggo è di fare una cronaca della lotta di queste donne, ed allo stesso tempo, di illuminare la nostra: riesaminare le tradizioni teoriche e militanti della Spagna che diedero origine al movimento libertario, cercare di capire come e perché queste donne fossero arrivate a credere che era necessaria un'organizzazione autonoma di donne, esaminare come intesero la relazione tra il loro progetto – e la loro autonomia – e le mete ultime del movimento libertario e studiare come furono accolte dalle principali organizzazioni tradizionali dello stesso movimento."

Chi vorrà leggere Mujeres Libres si troverà dunque alle prese con tre libri intrecciati: il primo ricostruisce nel dettaglio la storia del gruppo, dando grande peso, soprattutto qualitativo, alla memoria delle protagoniste e alla loro capacità di rileggere a posteriori scelte, esperienze, fallimenti e successi. 

Un secondo percorso cerca di delineare i vari contesti in cui leggere le vicende: storico, come pure ideologico, sociale, culturale e economico. Così il libro riesce a restituire anche l'ambivalenza di una realtà che a poche settimane dalla nascita del gruppo divenne guerra sanguinosa, bombardamenti, lutti e privazioni, ma che offrì anche l'improvvisa sensazione che tutto fosse possibile, che la rivoluzione attesa da sempre fosse iniziata. E grazie a questo sforzo di sondare l'humus in cui il gruppo sorse, acquistano spessore e rilievo anche le complesse relazioni che Mujeres Libres intrattenne con lo stesso movimento libertario. Principi apparentemente omogenei alla tradizione cui il gruppo apparteneva, come il principio dell'autoemancipazione o la ricerca di una coerenza tra i mezzi di liberazione e il tipo di libertà che ne avrebbe dovuto essere il fine, si catalizzarono in linee di azione tutt'altro che scontate, talora sostenute e apprezzate ma altre volte osteggiate dagli stessi compagni anarchici. 

Infine il libro cerca di rispondere anche al bisogno di domandarsi a cosa possa servire oggi ripensare questa esperienza. Una distanza così significativa tra l'edizione originale e la traduzione italiana ci induce a riflettere, oltre che certamente sui 70 anni che ci separano delle esperienze analizzate, anche sui quattordici anni che separano l'oggi dei primi anni Novanta dal nostro oggi: e la serie sconvolgente di guerre che li hanno popolati non può passare inosservata. Il tentativo di Mujeres Libres di mettere in atto pratiche di emancipazione capillari anche all'interno di scenari di violenza estrema, di non farsi completamente orientare dalle urgenze imposte dalla catastrofe bellica, ma di continuare a praticare una liberazione globalmente umana, di esprimere un antimilitarismo ed un antinazionalismo tanto tradizionali per il movimento anarchico quanto profondamente imbevuti dalla riflessione sul genere, diventano in questo senso altrettante domande aperte sulle nostre odierne pratiche politiche in tempi di guerre globali. Una prospettiva che, nel 1991, prima della prima guerra del Golfo, pare interessare solo tangenzialmente Martha Ackelsberg. L'autrice si mostra invece assai più motivata a riflettere su quei nodi irrisolti, politici e esistenziali, in cui la militanza radicale delle donne è sembrata spesso intrappolarsi anche in epoche diverse. Le vicende ricostruite gettano così una luce di concretezza su problemi teorici quali i rapporti tra differenza, diversità e uguaglianza, ma anche sullo scontro tra il bisogno di comunità di riferimento e appartenenza e la complessa sovrapposizione di identità che ci caratterizzano come soggetti politici. Il tipo di femminismo di cui le Mujeres Libres possono essere considerate anticipatrici diventa per Ackelsberg un'alternativa libertaria possibile e praticabile al femminismo liberale. Estraneo al progetto di risalire le gerarchie sociali tra i generi, di fare accedere (alcune) donne ai luoghi del potere, esprime invece la capacità di immaginare, prima ancora che di creare, una società completamente altra, fatta di diversità e di ricchezza oltre che di libertà e uguaglianza. 

Ricke Merighi

Per richiedere il libro: versamento sul conto corrente postale 14238208 intestato ad Autogestione, C.P. 17127, 20170 Milano

Catalogo: http://www.zeroincondotta.org


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