testata di Umanità Nova

Umanità Nova, n 17 del 14 maggio 2006, anno 86

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Milano: libertà per gli antifascisti
Sabato 6 maggio si è tenuto un presidio in piazzale Aquileia, di fronte al braccio del carcere di San Vittore che sequestra gli antifascisti arrestati dopo gli ultimi avvenimenti successi a Milano. Con lo slogan "Liberi tutti, libertà per gli antifascisti" gli appartenenti di alcune realtà antagoniste milanesi, ma non solo, hanno portato la loro solidarietà e richiesto con forza la liberazione dei 27 compagni detenuti dopo gli incidenti di piazza dell'11 marzo in corso Buenos Aires, a cui si sono aggiunti i due, Carlo e Valerio del Kasa, fermati per lo scontro con un gruppetto di militanti di Legione studentesca/Forza Nuova nei pressi del liceo Leopardi di giovedì scorso. Per quanto riguarda quest'ultimo avvenimento esso si inscrive nel clima che si sta vivendo in diverse scuole superiori di Milano ove si registra una ripresa di iniziativa da parte di studenti dell'estrema destra fascista. Come denuncia un gruppo di studenti antifascisti gli studenti attivi politicamente del Liceo Manzoni (prossimo al Leopardi) sono oggetto ultimamente di lettere di minacce contenenti richiami alla spada di san Michele che trafigge gli infedeli (testuale) e alle SS, oltre che minacce ai "compagni" (così indicano chiunque porti anche semplicemente abiti considerati "alternativi").
Dopo le lettere i camerati hanno preso l'insana abitudine di aspettare gli studenti del Manzoni, in particolare i ragazzini del ginnasio considerati "compagni", fuori dalla metro di sant'Ambrogio per apostrofarli con frasi razziste e antisemite visto che al Manzoni c'è un'alta percentuale di ragazzi e ragazze di origini ebraiche. Inoltre durante l'autogestione al Manzoni alcuni ragazzi sono stati presi a calci nel sedere (letteralmente) da tre camerati e tre mesi fa i ragazzi del collettivo del Manzoni sono stati attesi fuori da scuola da altri venti forniti di catene (bloccati poi dall'arrivo della polizia).
Per concludere la Legione Studentesca ha appeso il 25 aprile nella vicina via De Amicis uno striscione che recitava "25 aprile vergogna nazionale" con tanto di bandiere italiana e nera con la celtica.
Non a caso Forza Nuova, con il suo segretario Roberto Fiore, ha tenuto nella stessa giornata di sabato, in piazza sant'Ambrogio, un "presidio militante" in sostegno agli studenti della "legione" coinvolti nello scontro; presidio caratterizzato dai soliti inni, dai "boia chi molla" e tutto l'armamentario di genere.
Nei prossimi giorni continueranno le iniziative di solidarietà con gli antifascisti detenuti per una loro immediata liberazione.
Max

Carrara: un film sugli anarchici
Sabato 29 aprile, nel suggestivo salone del Germinal di Carrara è stato presentato il film di Antonio Morabito: "Non son l'uno per cento, anarchici a Carrara".
Alla visione era presente l'autore.
Ha preceduto la proiezione una breve introduzione di Donato Landini della tipografia di Carrara, che in modo anche ironico ha raccontato i primi approcci di Antonio a Carrara che veniva regolarmente invitato a desistere dal filmare e intervistare gli anarchici. Atteggiamento comprensibile in quanto siamo abbastanza abituati a vedere i prodotti di registi o aspiranti tali, che comunque hanno sempre dimostrato grande dimestichezza nel distorcere immagini e contenuti, mostrando l'anarchismo in folklore o poco più.
La determinazione di Antonio, forse la cocciutaggine e la sua bonaria insistenza hanno comunque convinto lo scettico Donato ed il "burbero" Alfonso ad assecondarlo, creando anche nel corso dei quasi due anni di lavoro un ottimo rapporto di amicizia, stima e fiducia.
Il film documentario raccoglie una serie di interviste ad Alfonso Nicolazzi, Donato Landini, Gigi Di Lembo, Massimiliano Giorgi, Dominik Stroobant e Angelo Dolci (Taro), scorrendo per circa un'ora in parallelo fra storia e attualità.
Bellissime le immagini delle cave di marmo, filmati di repertorio, fotografie e musiche che toccano periodi significativi del movimento anarchico Carrarese.
Particolarmente emozionanti le immagini di Alfonso che abbatte a colpi di mazza il muro fatto costruire sull'ingresso del Germinal in seguito allo sgombero forzato degli anarchici dalla loro sede storica nel 1991.
Al termine del filmato un lunghissimo applauso, sicuramente meritato, da parte di una nutrita ed attentissima platea.

Il film è in vendita al costo di 12 euro e le richieste possono essere fatte a: La Cooperativa Tipolitografica, via S. Piero 13/a, 54033 Carrara (Ms). tel. 0585 75143. E-mail: latipo@bicnet.it
I pagamenti tramite CCP N. 110285 45 intestato a Paola Nicolazzi, Casella Postale 14, 54033 Carrara (MS9. Facciamo presente ai compagni stranieri che sono in preparazione delle copie sottotitolate in francese, inglese e spagnolo e presto saranno disponibili.
Raffaella

Bologna: rivolta al CPT
Lo scorso 25 aprile a Bologna gli immigrati reclusi nel Centro di Permanenza Temporanea di Via Mattei hanno cercato, ancora una volta, la loro liberazione. Non è la prima volta che si verificano proteste e tentativi di rivolta all'interno di questo CPT gestito dalla Misericordia che si ostina a presentarlo come una struttura assolutamente all'avanguardia nel rispetto dei diritti umani.
Il linciaggio mediatico subito dagli immigrati (descritti sulle pagine dei quotidiani locali come delle furie criminali che avevano aggredito e ferito alcuni poliziotti) si è sgonfiato grazie alla solidarietà antirazzista che ha aperto un canale di comunicazione diretto con i reclusi. Si è appreso così che non solo le proteste sono state innescate da un vigliacco accanimento dei carcerieri in seguito a un banale screzio con un detenuto, ma - come se non bastasse - i carabinieri hanno organizzato una spedizione punitiva facendo irruzione in tutte le celle per dare una lezione a tutti gli immigrati, anche quelli estranei alle proteste. Naturalmente, il pestaggio si è consumato con il solito zelo di cui sono capaci i carabinieri: calci e manganellate per tutti. Il personale della Misericordia ha poi vergognosamente ignorato le richieste di aiuto degli immigrati con l'omertà e l'indifferenza che significano complicità.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai migranti che a Bologna così come in tutti i CPT subiscono quotidianamente l'umiliazione della prigionia, dei soprusi e dell'intimidazione costante.
Disprezziamo l'operato di tutte le associazioni che gestiscono i Centri di Permanenza Temporanea lucrando sulla carcerazione di persone innocenti.
Facciamo appello a tutti gli antirazzisti per tenere sempre alta la vigilanza nel denunciare la natura violenta e oppressiva dei CPT attraverso una mobilitazione costante per l'unico risultato possibile: la chiusura definitiva di questi campi di internamento e la libertà di movimento per tutte e tutti.
Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI
www.federazioneanarchica.org/antirazzista
fai@antiracism@libero.it

Torino: un trenino per Chiamparino
Nonostante la pioggia battente avesse deciso di schierarsi dalla parte della lobby dell'Alta Velocità, il pomeriggio di sabato 6 maggio il presidio No Tav davanti al Municipio ha visto un'ampia partecipazione. Promossa dal Comitato autogestito contro il Tav e tutte le nocività di Torino e Caselle l'iniziativa mirava a stigmatizzare la politica dell'amministrazione comunale torinese, che privilegia grandi opere distruttive a discapito dei servizi alle persone.
Un trenino, simbolo della bassa velocità, è stato recapitato in comune per il sindaco Chiamparino, che ha pensato bene di non farsi vedere.
Chiamparino si è dichiarato un ultras del Tav, perché il Tav è sinonimo di progresso.
L'idea di progresso di Chiamparino è un incubo tecnologico nel quale non vogliamo vivere. Abbiamo manifestato le ragioni di chi il treno lo vuole a misura di chi lavora, studia, vive sul nostro territorio. Questo treno a bassa velocità avrebbe bisogno di tante risorse sprecate per una linea ad alta distruzione.
A Torino il servizio di trasporto ferroviario per i pendolari che vengono a lavorare o studiare dalla provincia è disastroso, ma il sindaco e la sua giunta si fanno vanto delle cattedrali dell'Alta Velocità come la nuova Stazione ipertecnologica di Porta Susa i cui lavori sono stati inaugurati da poco in pompa magna.
A chi conviene un'opera inutile, dannosa, costosa? Certo non alle popolazione che vedrebbero distrutto il loro territorio, la loro salute e la loro possibilità di vita. Quelle stesse popolazioni che sono state private della possibilità di decidere, che sono state considerate solo un ostacolo, al pari di montagne e fiumi, al cammino della lobby del cemento e del tondino, la sola che guadagna dal Tav.
L'opposizione al Tav, che ha visto protagoniste le popolazioni della Val Susa, si sta estendendo anche alla città di Torino, una città fabbrica che stanno cercando di trasformare in un Luna Park per i viaggiatori di passaggio. Senza alcun riguardo per le persone in uno spazio urbano degradato e ridotto a conglomerato di ipermercati, strade di collegamento e quartieri senza identità.
All'iniziativa del 6 maggio hanno partecipato anche esponenti del sindacalismo di base, delle case occupate torinesi e della Federazione Anarchica. Intorno alle quattro del pomeriggio è passata la Critical Mass e si è trattenuta nella piazza agitando bandiere No Tav e suonando i campanelli delle bici. Si è segnato così un legame ideale tra chi si batte contro l'Alta Velocità e chi pratica la bassa velocità, come emblema di uno stile di trasporto a basso o nullo impatto ambientale e come scelta di un modello di sviluppo che pensa alla qualità della vita e non al profitto.
Negli interventi fatti in piazza si è altresì sottolineata la solidarietà forte nei confronti dei No Tav inquisiti e processati nelle prossime settimane. Ricordiamo che ad 8 No Tav sono stati comunicati avvisi di garanzia per resistenza e minacce e verranno sentiti dal giudice l'8 e il 9 maggio. Un altro ragazzo sarà processato al tribunale dei minori venerdì 12 ed infine un No Tav torinese, Marco, andrà davanti ai giudici mercoledì 17.
A metà pomeriggio i partecipanti all'iniziativa si sono presentati al portone di ingresso del Municipio con alcuni trenini e i disegni fatti da qualche bambino per consegnarli al sindaco della città. Polizia e carabinieri, presenti in forze sin dalle prime ore del pomeriggio, si sono affrettati a chiudere il portone di ingresso e a formare uno stretto cordone di militari.
Infine, dall'edificio ha fatto capolino un incaricato che ha ricevuto il trenino e i disegni dei bambini.
Nel frattempo, i No Tav, hanno invaso la strada e hanno lanciato slogan.
La giornata si è conclusa con la distribuzione di toma, salame e vino.
Più tardi alcuni esponenti dell'Osservatorio Ecologico sgomberato per ben tre volte nel corso della scorsa estate hanno occupato un edificio abbandonato alle spalle della Mole, dando vita all'Osservatorio Ecologico numero 4.
A sarà dura!
No Tav – Comitato autogestito


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