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Umanità Nova, n 17 del 14 maggio 2006, anno 86

Afganistan: le cifre dell'intervento italiano
Diamo i numeri


Nei giorni successivi all'attentato di Kabul contro i militari italiani, sui giornali sono apparse informazioni imprecise e contraddittorie attorno alla presenza delle forze armate italiane in Afganistan, generalmente stimate in circa 1.400 unità.

La presenza militare italiana in Afganistan attorno all'8 agosto scorso assommava a circa 2.040 unità con l'Isaf-Nato (circa 1.500 a Kabul, 440 a Herat e 100 nella base di Abu Dhabi), ai quali si aggiunsero due compagnie di 240 effettivi in settembre per le elezioni, oltre a 233 uomini imbarcati sulla fregata Libeccio nell'Oceano Indiano, nell'ambito dell'operazione Enduring Freedom, sotto comando Usa.

Attualmente, la stima più credibile è la seguente.

Lo stato italiano partecipa alla missione Isaf con 1.450 militari in maggioranza dislocati a Kabul, tra soldati dell'Esercito (anche con 3 elicotteri CH-47) e sezioni dei Carabinieri (30 uomini), dell'Aeronautica Militare (75 uomini e 2 C-130J) e della Marina Militare (50 uomini e 3 elicotteri AB.212).

Altri 400 soldati sono schierati nell'ovest dell'Afganistan, ad Herat, inquadrati nella missione Prt (Provincial Reconstruction Team) facente parte dell'Isaf-Nato e volta a proiettare la presenza multinazionale sul territorio.

Annunciato anche l'impiego di 6 caccia-bombardieri AMX.

L'Italia aveva assunto il comando della missione Isaf il 4 agosto 2005 con il generale Del Vecchio.

In precedenza, sempre in Afganistan, il contingente italiano aveva contato altre 3 vittime, causate rispettivamente da un incidente stradale, un colpo sparato accidentalmente da un commilitone e la caduta di un aereo.

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