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Umanità Nova, n 18 del 21 maggio 2006, anno 86

Repressione
Censura e controllo


Censura e controllo sono due facce della repressione che assumono, di volta in volta e da paese a paese, aspetti diversi ma sempre finalizzati allo stesso obiettivo: contribuire a mantenere gran parte dell'umanità schiava delle élite al potere. In linea generale il controllo è una attività preventiva che, spesso, rende superflua la censura: il comportamento "indesiderato" viene convenientemente bloccato all'origine, ancor prima che sia messo in atto. 

In tal modo si rende - di fatto - inutile la censura che invece colpisce i comportamenti "devianti" solo dopo che siano stati concretamente agiti. Ma, molto spesso, censura e controllo agiscono in sinergia ed è una mera questione di lana caprina distinguerli.

Censura nel mondo virtuale

Nel passato era maggiormente utilizzata la censura in quanto gli strumenti di controllo a disposizione del potere erano, rispetto a quelli odierni, molto meno invasivi e pervasivi. Questo potrebbe far pensare che oggi gli episodi di censura sono rari, ma sarebbe un errore in quanto la censura è ancora viva e vegeta come ai tempi della Santa Inquisizione.

L'ideologia dominante propaganda se stessa presentandosi come un sistema all'interno del quale vige la massima libertà di espressione e di comunicazione, un segno di progresso tangibile che pone la "nostra" civiltà ad un livello superiore a quello del passato oscurantista, del quale invece sono ancora vittime le popolazioni che vivono in paesi dove tali libertà sono quotidianamente conculcate. Ma questa è solo propaganda.

A più riprese, nei mesi scorsi, i media hanno dato spazio alle censure operate su Internet da regimi autoritari contro i dissidenti: in Cina vengono continuamente arrestati i cittadini che scrivono sul web cose sgradite al regime [1], sempre nello stesso paese è proibito l'accesso al motore di ricerca per "blog" [2], il Pakistan nega ai suoi cittadini l'accesso alla "wikipedia" [3], l'enciclopedia autogestita in rete.

Meno scandalo hanno sollevato, in Italia, le recenti censure che hanno colpito alcuni siti web che permettevano di vedere gratis le partite di calcio [4] e il blocco dei siti attraverso i quali era possibile scommettere [5]. Poco noto anche il caso del famoso motore di ricerca "google" che è stato costretto a rimuovere dalla sua pagina una immagine composta usando pezzi di opere di Joan Mirò a causa delle accuse di violazione del copyright [6].

La differenza tra la censura che colpisce una voce scomoda e quella che viene fatta per salvaguardare il profitto economico è solo apparente, in quanto le due cose spesso si intersecano. È il caso, per fare un esempio, di una produzione televisiva, una serie di cartoni animati chiamata "Popetown", che ha come ambientazione la Città del Vaticano e come protagonisti Papa, suore, cardinali e tutto il resto dell'allegra combriccola. La serie, acquistata dai network di mezzo mondo (Italia compresa) ha già suscitato, nei pochi paesi nei quali la stanno trasmettendo, le proteste dei soliti integralisti cattolici [7] e, molto probabilmente, non verrà mai mandata in onda in Italia. In un caso del genere pochi gridano alla censura in quanto chi ha acquistato i diritti su quella serie tv può anche non mandare mai in onda "Popetown", impedendo a chi non possiede i diritti di farlo. Nel regime del libero mercato è sempre possibile acquistare direttamente il prodotto e guardarselo a casa. La libertà di espressione è salva, o no?

Controllo nel mondo reale

Oggi, che la censura è (almeno nei regimi democratici) molto meno pericolosa che in passato quando bastava anche possedere un libro proibito per finire sul rogo, il potere preferisce concentrare maggiori risorse nel campo del controllo. Anche perché in questo caso è più facile che la popolazione accetti, in modo più accondiscendente, misure liberticide che la propaganda presenta come essenziali per la sicurezza collettiva.
Mettendo da parte l'annoso problema delle intercettazioni delle comunicazioni, che da solo meriterebbe sicuramente più spazio, ci sono anche altri settori nei quali i sistemi di controllo hanno fatto dei notevoli passi avanti.

Il mese scorso la Gazzetta Ufficiale [8] ha pubblicato le specifiche del nuovo passaporto "tecnologico" che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, si tratta del solito libretto nel quale verrà inserito un "chip" che contiene le informazioni "biometriche" del titolare. Il documento si va ad aggiungere alla carta di identità elettronica già distribuita in molti comuni e consentirà la creazione di enormi banche dati che contengono informazioni anche sensibili, come quelle relative allo stato di salute.

Tecnologie del genere, nemmeno tanto nuove, sono destinate ad evolversi verso veri e propri incubi orwelliani: in queste settimana la stazione ferroviaria Kasumigaseki di Tokyo sta sperimentando una tecnologia di riconoscimento facciale che rimpiazzerà le macchine per convalidare i biglietti, ai passeggeri basterà mostrare il loro volto ad una telecamera prima di salire sul vagone [9]. In un aeroporto, il Domodedovo di Mosca, si prevede che a partire dal prossimo mese di luglio i passeggeri dovranno sottoporsi addirittura alla "macchina della verità" [10]. Ovviamente questi programmi di controllo vengono sempre presentati come inevitabili misure antiterrorismo.

Gli Usa, al solito, sono all'avanguardia in qualsiasi progetto di controllo attraverso i computer e, recentemente, è stata confermata una norma che prevede l'archiviazione su un computer del F.B.I. del DNA di chiunque venga arrestato e tale legge vale anche per i cittadini di altri paesi che passino per le prigioni statunitensi [11]. I rischi nell'archiviazione di qualsiasi informazione sono stati evidenziati nel recente passato quando qualcuno si è accorto che esistono delle imprese in grado di vendere, per pochi dollari, oltre ai dati personali addirittura registrazioni telefoniche [12]. D'altra parte l'amministrazione Bush ha proposto per il prossimo anno un aumento del 2,3% del budget riguardante i programmi di controllo e il Ministero dell'Interno ha chiesto un aumento del 6%, destinato per la maggior parte ai controlli di frontiera, nei quali si prevede di passare dall'archiviazione delle impronte di due dita a quelle di tutte e dieci [13]. Ma l'Europa non è certo da meno e gli esperti prevedono nel prossimo futuro una spesa di 1 miliardo di euro all'anno per le ricerche nel settore della sorveglianza e del controllo [14].

Le nuove tecniche di controllo non investono soltanto settori specifici ma sono destinate a diventare sempre più parte ingombrante della nostra vita quotidiana. Il termine "RFID" (radio frequency identification), ancora poco noto, è uno di quelli che sono usciti dai ristretti circoli degli addetti ai lavori. Si tratta, per semplificare, di un micro trasmettitore radio che può avere dimensioni decisamente minuscole: nello scorso mese di febbraio ne è stato annunciato uno piccolo 0,15x0,15 millimetri e spesso appena 7,5 micron [15]. Questa tecnologia, in questi mesi in discussione a livello europeo, può essere usata in diversi campi ma sempre allo scopo di "identificare" qualcosa o qualcuno. Uno dei settori nel quale verrà inizialmente utilizzata sarà quello dei supermercati, dove i sistemi basati sulla "RFID" rimpiazzeranno le etichette con i codici a barre e gli altri sistemi anti-taccheggio a favore di etichette in grado di trasmettere, via radio, l'identificativo della merce. Non sarà quindi più necessario passare i prodotti uno alla volta sullo scanner, ma sarà un apparato radio collegato all'immancabile computer a ricevere i segnali radio provenienti dal carrello della spesa ed a passare i dati alla cassa per il conto.

Un nuovo luddismo?

Davanti a scenari del genere, la tentazione più forte sarebbe quella di auspicare un nuovo luddismo sperando che abbia maggior successo di quello storico. Purtroppo, come in passato, il solo ricorso alla distruzione non è sufficiente a combattere efficacemente i nuovi strumenti tecnologici di censura e controllo. Sicuramente andranno studiati a fondo tutti i sistemi in grado di neutralizzare o rendere inaffidabili determinate tecnologie e, di pari passo, andrà mantenuto un alto livello di vigilanza e soprattutto di informazione.

Pepsy

Riferimenti

[1] Gli articoli su questo sono numerosi, ecco uno dei più vecchi http://www.neural.it/nnews/cinaarrestiinternetdissiden.htm

[2] http://www.economist.com/world/displaystory.cfm?story_id=6850080

[3] http://punto-informatico.it/p.asp?i=58926&r=PI

[4] Vedi, per esempio
http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200601articoli/292girata.asp

[5] Vedi, per esempio
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=a&id
Category=4791&idContent=1321383

[6] http://spaces.msn.com/blogfuoriuso/Blog/cns!7FFF78746C53035E!1084.entry

[7] Questo è il sito del cartone animato sul quale si possono vedere anche alcuni trailer www.popetown.com/

[8] http://www.guritel.it/free-sum/ARTI/2006/04/14/sommario.html

[9] http://punto-informatico.it/p.asp?id=1465947

[10] http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2006/04/06/wlie06.xml

[11] Questo link rimanda direttamente al testo della legge
http://www.epic.org/redirect/vawa2005.html

[12] http://www.epic.org/privacy/iei/

[13] La pagina del bilancio USA
http://www.gpoaccess.gov/usbudget/fy07/browse.html

[14] Si vedano i due report curati da
"Statewatch" riguardanti i bilanci europei a
proposito delle spese per la "sicurezza"
http://www.statewatch.org/news/2006/apr/bigbro-press-release.pdf
http://www.statewatch.org/news/2006/apr/bigbrother.pdf

[15] "World's smallest and thinest 0,15x0,15 mm, 7,5 micrometer thick RFID chip", Report presentato alla Conferenza IEEE-ISSCC, 5-9 febbraio 2006, San Francisco, USA.


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