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Umanità Nova, n 19 del 28 maggio 2006, anno 86

Governo e blocco corporativo
Gli uomini del Presidente


Prosegue l'ascesa degli ex sindacalisti nel nuovo quadro politico. Dopo Franco Marini e Fausto Bertinotti ai vertici delle Camere, è arrivata una numerosa pattuglia di ex anche al governo. Il ministero del Lavoro è stato completamente conquistato: Cesare Damiano ministro (ex Cgil), Rosi Rinaldi sottosegretario (ex Cgil) e Antonio Montagnino (ex Cisl). Dalla Cgil (delegato Fiom) viene anche un altro ministro, Paolo Ferrero (Solidarietà sociale), che avrà come sottosegretario Franca Donaggio (ex Cgil trasporti). Viceministro per il Mezzogiorno è l'ex segretario della Cisl, Sergio D'Antoni mentre arriva direttamente dalla Cgil Gian Paolo Patta , sottosegretario alla Salute. Tra i viceministri (agli Esteri) c'è anche Patrizia Sentinelli (ex Cgil scuola). All'Economia, torna come sottosegretario Alfiero Grandi (ex Cgil). A bocca asciutta è restata la Uil. Ma l'ex segretario aggiunto Adriano Musi , eletto alla Camera, potrà provarci con le presidenze delle commissioni.
Il Corriere della Sera - Economia e finanza di lunedì 22 maggio 2006

Un singolare destino - quello di essere delle vere e proprie Cassandre - caratterizza la nostra attività di, lo dico in tutta modestia, sovversivi in servizio permanente effettivo. Era, infatti, nostro convincimento, basato su fatti evidenti:

- che la destra negli anni del suo governo non ha nemmeno provato a smantellare l'impianto corporativo democratico che la sinistra aveva costruito in passato e che la cosiddetta concertazione ha continuato a far danno ai lavoratori;

- che la sinistra avrebbe consolidato questo impianto garantendo al sindacato di stato un ruolo diretto di gestione del potere politico.

Basta, oggi, guardare la lista dei presidenti delle camere, dei ministri e dei sottosegretari per rendersi conto che siamo in presenza di una vera e propria repubblica corporativa.
Proviamo, ora, ad integrare la lista dei sindacalisti con quella di alcuni uomini espressione diretta del capitale internazionale e nazionale:

Padoa Schioppa: ministro dell'economia, il vero garante delle istituzioni internazionali della rete capitalistica globale, già nel consiglio della Banca Centrale Europea, sostenitore convinto dei parametri definiti nel trattato di Maastricht, futuro risanatore definitivo del bilancio dello Stato e futuro affossatore definitivo dei bilanci dei lavoratori, marito di simpaticissima studiosa e docente di economia politica conosciuta come la principale teorica italiana dell'ultraliberismo in stile libertarian statunitense (v. Rothbard).

Amato: ministro degli interni, caro vecchio craxiano mai pentito, amico dei potenti di mezz'Europa, membro attivo dell'Aspen Institute, cioè del principale pensatoio statunitense che si dedica all'analisi politica ed alla creazione di strumenti intellettuali e materiali per il dominio imperiale, Cincinnato redivivo dopo aver giurato e spergiurato che non avrebbe mai più fatto politica attiva dopo la fine del suo glorioso governo (quello dell'ultima svalutazione della lira, dello scippo sui conti correnti bancari e della prima e decisiva distruzione del sistema pensionistico pubblico).

Parisi: ministro della difesa (detto Artullo dall'eccessivamente citato Kossiga), gran barone universitario, già presidente della Fondazione Cattaneo, vicina alle Edizioni del Mulino, circolo di studiosi notoriamente occidentalista, messo in piedi negli anni cinquanta soprattutto grazie ai finanziamenti degli zii d'oltre Atlantico, cioè della centrale sindacale AFL-CIO (quella dove c'erano pure i teamsters di Hoffa), notorio gruppo di pressione all'interno del partito democratico USA (il partito dell'asinello, simbolo adoperato per qualche tempo pure dal partito da cui si è poi generata la Margherita).

Bersani: ministro dello sviluppo economico (che sarebbero le attività produttive, che una volta era l'industria, che ora quasi non c'è più), preoccupato sostenitore della potenza produttiva italica, amico di imprese d'ogni genere, dalle grandi multinazionali alle piccole cooperative amiche del popolo minuto, recente laudatore e quasi corteggiatore di quella costola della sinistra italiana che si è conficcata nel torace di Bossi e di Maroni.

Non ritengo necessario proseguire nella lista né citare la pletora di personaggi che svolgono compito di garanzia nei confronti di santa romana chiesa, delle clientele democristiane del sud ecc. 

Quello che è certo è che sia la maggioranza parlamentare che il governo tengono dentro un preciso blocco corporativo: grande capitale nazionale ed internazionale, movimento cooperativo, apparato sindacale ecc..

Sarà, con ogni evidenza, interessante vedere se e come questo blocco terrà e quali contraddizioni si apriranno al suo interno. Immagino, per fare solo un paio di esempi, le tensioni che si apriranno fra un Ministro del Lavoro formatosi nella destra CGIL ed un Ministro della Solidarietà Sociale autore di interessanti testi sull'autonomia del movimento di classe o fra un Ministro dell'Istruzione formatosi nell'Agesci e legato alla tradizione democristiana e i settori laici della maggioranza.
Che le tensioni siano forti nella stessa sinistra statalista lo dimostra, sin da ora, la fuoriuscita dal PRC di una sinistra interna, Progetto Comunista, che riesce, comunque, ad avere una posizione confusa come dimostra il brano che riportiamo:
"Le lotte e i movimenti di questi anni contro il governo Berlusconi non possono fare da sgabello all'ennesimo ritorno di un governo liberale indirizzato contro le loro ragioni. I comunisti in particolare non possono prestarsi in alcun modo a sostenere un governo padronale, per di più retto da quello stesso personale politico che negli anni Novanta fece pagare alle grandi masse il prezzo di Maastricht e delle politiche di guerra ("pacchetto Treu", privatizzazioni, finanziarie di lacrime e sangue, campi di detenzione per gli immigrati, bombardamenti in Kosovo...), spianando così la strada a Berlusconi."

Dal  Manifesto - appello per la difesa e il rilancio dell'opposizione di classe per il rilancio della rifondazione comunista - dell'Associazione Marxista Rivoluzionaria Progetto Comunista - sinistra del Partito della Rifondazione Comunista
Che, infatti, il governo della sinistra sia liberale non è, come crediamo evidente, vero. D'altronde, pretendere una critica seria al corporativismo da parte di gruppi di formazione statalista è chiedere troppo.

Questa critica, che è un momento necessario allo sviluppo di un'opposizione sociale forte e radicata, l'abbiamo vista emergere nel movimento No Tav a riprova che quando lo scontro sociale è alto e chiaro nei contenuti, l'autonomia del movimento dalle logiche tanto liberiste quanto stataliste può essere realizzata.

Su questa strada si tratterà di lavorare ponendo al centro, come sempre, la questione sociale.

Cosimo Scarinzi


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