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Umanità Nova, n 21 dell'11 giugno 2006, anno 86

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Udine: occupato un nuovo centro sociale
Venerdì 2 giugno è stato occupato in via dello Scalo Nuovo un edificio di proprietà delle Ferrovie e abbandonato da oltre dieci anni per adibirlo a centro sociale. All'occupazione hanno preso parte alcune centinaia di compagni convenuti da tutta la regione.
Ma facciamo un passo indietro... a Udine un Centro Sociale Autogestito esiste già da 19 anni negli spazi dell'ex mercato ortofrutticolo di via Volturno, ed in questo periodo è diventato un importante punto di riferimento per la città e per tutto il Friuli.
Diversi sono stati nel corso degli anni i tentativi di sgombero. Anni fa il Comune aveva progettato di far radere al suolo le palazzine ma gli occupanti riuscirono a dimostrare l'interesse storico degli edifici facendoli vincolare dalle Belle Arti.
In seguito è venuto avanti il progetto di costruire nell'intera area dell'ex mercato un faraonico palazzo della Regione, il CSA ha condotto una battaglia (purtroppo persa) contro questa mostruosità urbanistica. All'inizio dei lavori (circa un anno e mezzo fa) si era convenuto tra CSA, Comune e Regione che le palazzine occupate non sarebbero state toccate fino al completamento dei lavori nell'edificio principale (previsti per inizio 2007).
A gennaio 2006 ecco il colpo di scena: Illy presidente della giunta regionale di centro sinistra e noto forcaiolo decide di accelerare i tempi e chiede lo sgombero del CSA.
Segue il consueto teatrino della politica (a cui la stampa locale ha dato ampio risalto): la Regione insiste per avere i locali liberi, il Prefetto, che non vuole problemi di ordine pubblico, preme per una soluzione politica, il Comune (che è l'unico ente a disporre di eventuali spazi alternativi) a parole si dichiara disponibile ma nei fatti silura tutte le proposte fattibili fino a proporre un edificio diroccato in estrema periferia.
A questo punto i compagni decidono di rompere gli indugi e di "raddoppiare" . Ora i centri sociali autogestiti a Udine sono due, poi si vedrà...
Mauro

Treviso: chi pesca nel torbido
Da tempo in provincia di Treviso, dove anche alle ultime lezioni si è confermata la predominanza della sottocultura leghista, si susseguono attentati contro gli immigrati, aggressioni e provocazioni; tra queste ultime la più grave è sicuramente stata l'attentato contro un seggio elettorale a Vittorio Veneto maldestramente rivendicato da volantini siglati Gruppo Libertario, con conseguenti perquisizioni e interrogatori di anarchici di Treviso e dintorni.
Tra le svariate bravate squadristiche, lo scorso 24 aprile, un gruppo di naziskin devastò il caffè "Due Pomi" in pieno centro cittadino, ferendo anche alcune persone. A distanze di pochi giorni, quattro dei sei responsabili del fatto venivano individuati e denunciati, e si scopriva così trattarsi di appartenenti al Veneto Fronte Skinhead, due di Treviso e due di Verona; come correttamente riportato da gran parte dei cronisti locali, ad eccezione di tale Giorgia Migliore autrice di un articolo infamante sul quotidiano gratuito "Il Treviso" dell'11 maggio.
Tale zelante "giornalista" infatti confezionava un articolo delirante in cui gli autori della spedizione risultavano essere... anarchici; riempiendo certo di gioia il tristemente noto sindaco-sceriffo Gentilini che ha sempre manifestato la sua simpatia per i giovanotti con la testa rasata. Un tatuaggio con una scritta da ultrà diventava così una "scritta anarchica", mentre gli ambienti degli ultrà del Treviso Calcio e dell'Hellas-Verona, notoriamente fascistoidi e vicini a Forza Nuova e Veneto Fronte Skinhead, diventavano le "fasce più estreme e anarchiche" nonché inscritte alla "cerchia anarchica della tifoseria veneta".
Non ci è dato di sapere a quanto ammonti la retribuzione per tale servizio, ma viene da chiedersi da quale cassa provenga.
Osservatorio antifa

Versilia: multati 12 antimilitaristi
"Come due anni fa: contro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre, abbasso le frecce tricolori! Viva l'anarchia!" Con questa frase inizia il volantino antimilitarista diffuso dai compagni del Gruppo anarchico versiliese in occasione del 2 giugno e delle sue parate nazionaliste. La contestazione alle Frecce Tricolori è costata a numerosi compagni della zona una multa salata.
Riportiamo di seguito il testo integrale del volantino: "Sabato 3 luglio 2004 eravamo in strada, a Marina di Massa, contro l'esibizione delle Frecce tricolori che si svolgeva quel giorno, contro il militarismo, tutti gli eserciti e tutte le guerre. Dietro la retorica della pace e della democrazia c'è la realtà di una militarizzazione crescente della società, di spese militari in continuo aumento, di vere e proprie occupazioni neocoloniali di altri paesi, come Iraq e Afganistan, in cui è impegnato anche il governo italiano. E nel cielo, bruciando in pochi minuti somme enormi di denaro pubblico, sfrecciano le fecce tricolori, guidate magari dagli stessi piloti militari che quando un superiore ordina non ci pensano su due volte a bombardare città e genti lontane. Con la stessa "abilità e maestria".
Bombe sull'Iraq e sui civili durante la settimana, acrobazie il sabato.
In questi giorni, a due anni di distanza da quell'iniziativa antimilitarista, a noi e ad altri compagni anarchici delle vicinanze vengono recapitati dei decreti penali di condanna (670 euro di multa a testa per 12 persone): lo spettacolo del militarismo e della guerra vuole solo applausi, consenso, assuefazione.
Rispedendo le multe al mittente, ribadiamo la nostra opposizione alle frecce tricolori ed al militarismo in tutte le sue espressioni. Per la libertà di manifestare pubblicamente le proprie idee, le proprie critiche, il proprio pensiero. Per una società libera dai signori dello sfruttamento e della guerra.
Gruppo anarchico versiliese"

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