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Umanità Nova, n 22 del 18 giugno 2006, anno 86

Siamo uomini o caporali?
E noi paghiamo!


In giro c'è ancora qualcuno (circa il 90% della popolazione ahimè) che pensa che l'opposizione alle Basi USA in Italia sia mero antiamericanismo o vetero ideologismo da scappati di casa. Se però sapessero che il 37% dei costi per il loro mantenimento e anche per il mantenimento delle truppe americane di stanza in Italia le pagano loro (e noi ovviamente) forse cambierebbero idea. 

Gran parte di questi costi servono per le grandi Basi di Marina e Aeronautica (Aviano, La Maddalena, Sigonella e altre) e i dati non sono scovati dal repertorio propagandistico di temibili Jihaddisti o da imperturbabili comunisti combattenti, sono fonti ufficiali che compaiono nel Bilancio delle forze armate USA, del Dipartimento della difesa e del Congresso (il Parlamento) degli Stati Uniti. 

Andiamo a snocciolarle: Nel 1999 il tributo versato da Roma a Washington è stato pari a 530 milioni di dollari (circa 480 milioni di euro), mentre nel 2002 i contribuenti italiani hanno partecipato alle spese militari americane per un ammontare di 326 milioni di dollari. Tre milioni in denaro liquido, il resto come sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite che riguardano trasporti, tariffe e servizi ai soldati e alle famiglie. La maggior parte dei pagamenti, si legge dalle fonti ufficiali del Governo di Washington, nascono da "accordi bilaterali" ("bilateral agreements" nei testi originali) tra Italia e Stati Uniti, il resto viene dalla divisione delle spese in ambito Nato.

Gente seria

Che non pensiate sia tutto aummaumma, questi prelievi si chiamano "burden-sharing" ("condivisione del peso") illustrati nel "Nato Burdensharing After Enlargment" pubblicato nell'agosto 2001 dal Congressional Budget Office (Ufficio per il bilancio) del Congresso. Un esempio? I comandi militari Usa stimano (loro sono gente che stima) che grazie a questi accordi soltanto per le opere e i servizi nella base di Aviano "i contribuenti americani hanno risparmiato circa 190 milioni di dollari". Non vi basta? Non preoccupatevi che quando si dice gente seria si dice bene. Nell'Intesa bilaterale Italia-USA, in caso di dismissioni di Basi militari Roma deve risarcire Washington per "l'investimento" ...una sorte d'indennizzo.
Nei patti siglati dai governi di Roma e Washington esiste infatti una clausola chiamata "Returned Property - Residual Value", anch'essa documentata negli atti ufficiali del Congresso americano. 

È un diritto al pagamento delle "migliorie" apportate dalle forze armate Usa a territori che avrebbero avuto prima un valore inferiore. Gli accordi variano e per parte nostra basta leggere a pagina 17 delle "osservazioni preliminari" del rapporto che l'Ufficio della Casa Bianca per la trasparenza (il Goa) ha consegnato al Congresso nel luglio del 2004: "Italia: gli accordi bilaterali stabiliscono che se il Governo italiano riutilizza le proprietà restituite entro tre anni (dalla restituzione, ndr), gli Stati Uniti possono riaprire le trattative per il valore residuale".

Ma mi facci il piacere

Giusto per onorare il debito morale al titolare ideale di questa rubrica, quando qualcuno addita l'incazzatura per le Basi USA in Italia come ideologica, gli si può coralmente rispondere "mi facci il piacere"! Perché non bastasse (e a noi basta) il valore mortifero che queste strutture rappresentano in termini di vite umane e di inquinamento ambientale (tutto ampiamente documentabile), la beffa è che dobbiamo pure pagargliele. Alla faccia di chi le difende appare ormai evidente che gli unici ideologizzati e irrazionali sono proprio loro.

Diffondete gente diffondete.

Obi Uan

*si ringrazia per i dati e le notizie Marco Mostallino (Giornale di Sardegna e Hastalista)

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