testata di Umanità Nova

Umanità Nova, n 23 del 25 giugno 2006, anno 86

Proibizionismo
I fan dell'aumento del danno


Recentemente The Lancet (la più antica e prestigiosa rivista medica del mondo) ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dall'università di Zurigo sul programma di somministrazione controllata di eroina iniziato nel 1991 nella città elvetica dove il municipio fornisce ai tossicodipendenti eroina prodotta in un'azienda farmaceutica, senza sostanze da taglio e a concentrazione controllata. 

Secondo gli autori dello studio, il sociologo Carlos Nordt e lo psichiatra Rudolf Stohler, in questo periodo non solo s'è praticamente azzerata la mortalità per overdose (che già nel primo anno di sperimentazione era ridotta del 20%), ma anche il tasso di microcriminalità è diminuito del 70 per cento (visto che non ci sono più tossici costretti a prostituirsi, rubare e rapinare per pagarsi la dose), senza calcolare il danno inflitto ai profitti dello spaccio. 

Inoltre, a Zurigo città c'erano 850 "nuovi" eroinomani nel 1990, e nel 2002 erano calati a 150. A detta di The Lancet, "questi dati dimostrano che una politica più liberale sulla droga non provoca la tanto temuta 'banalizzazione' del consumo di eroina, cioè il rischio di usarla di più perché è più facile procurarsela. Al contrario, la dipendenza da eroina viene percepita sempre più come un problema medico". Lo stesso studio pubblicato da Lancet mostra che in Australia, Italia e Inghilterra, paesi che non hanno esperienze simili alla Svizzera, il consumo di eroina cala di pochissimo (Inghilterra), o va su e giù (Italia), o aumenta (in Australia, dove il governo conservatore di Howard ha lanciato negli ultimi anni una vera e propria crociata contro la marijuana). Un'altra parte dello studio riguarda la storia degli utenti del programma che vengono descritti come "persone normali, ben inserite nella società, che hanno una famiglia, una casa, un lavoro regolare", osservando che la loro qualità della vita, sia a livello sociale e relazionale che per le loro condizioni generali di salute, appare "in genere significativamente migliore" di quella degli alcolisti e dei consumatori regolari di psicofarmaci. 

L'esperienza di Zurigo (che è stata poi ripresa a Berna, a Ginevra e in altre città svizzere) è forse la più importante e radicale tra quelle ispirate alla filosofia della riduzione del danno, un approccio alle tossicodipendenze che non si da più l'obiettivo di costringere gli eroinomani di smettere di farsi quanto piuttosto quello di offrire loro una migliore qualità della vita, in base allo stesso assunto della deontologia medica per cui un medico di fronte ad un paziente che rifiuta un intervento chirurgico, non può negargli una terapia di mantenimento. La distribuzione di siringhe pulite e di profilattici, le terapie con il metadone, la disponibilità di stanze ove chi si buca lo possa fare almeno in condizioni di sicurezza e assistenza ed appunto la somministrazione di eroina sotto controllo medico sono elementi di questa strategia sanitaria che si sta diffondendo sempre di più in diversi paesi europei. La "riduzione del danno" ha evidentemente poco a che vedere con l'antiproibizionismo (che parte piuttosto dal presupposto che ognuno dovrebbe essere di scegliere di che cosa fare del proprio corpo e della propria mente e che in ogni caso la proibizione non è un deterrente, al contrario fa aumentare il desiderio della trasgressione e proprio perché rende costosissime le droghe, il proibizionismo è all'origine del mercato nero che alimenta la malavita internazionale), ma è comunque ispirato ad una visione pragmatica e non moralista che non può far saltare su tutte le furie i sostenitori del proibizionismo sulle droghe, convinti sostenitori piuttosto dell'Aumento Del Danno.

Prova ne sono le reazioni esagitate all'intervista rilasciata a Radio Radicale dal nuovo ministro della Solidarietà Sociale, il socialdemocratico Paolo Ferrero, che si diceva favorevole a sperimentare anche in Italia alcune esperienze di riduzione del danno, dicendosi in particolare favorevole all'istituzione di "stanze del buco", che altro non sono se non luoghi protetti in cui i tossici possono farsi la loro dose con l'assistenza di personale sanitario in grado di intervenire in caso di overdose. Nelle narcosalas (nate in Spagna alla fine degli anni '80) il tossicodipendente arriva portando con sé la droga di strada acquistata dallo spacciatore, ma la assume in condizioni tali da permettere un intervento rapido in caso di overdose. Tutto questo non sembra naturalmente avere molto di rivoluzionario, ma è bastato a scatenare le reazioni isteriche dei sostenitori della Legge Fini per cui "la libertà di drogarsi significa libertà di morire" (anche se, casomai, l'esperienza zurighese dimostrerebbe esattamente il contrario) e quindi "per salvare i nostri ragazzi" ci vogliono piuttosto il carcere e le comunità-lager stile San Patrignano in cui "i nostri ragazzi" potranno essere picchiati, torturati, stuprati, rinchiusi in gabbie per piccioni fino a quando non smetteranno di avere voglia di farsi (altrimenti, potranno essere ammazzati in una porcilaia e poi gettati in una discarica). In questo coro di ferventi sostenitori dell'aumento del danno si sono particolarmente distinti alcuni dei più squallidi personaggi della destra nostrana, come le meretrici di regime Elisabetta Gardini e Gabriella Carlucci, la siura di Forza Italia Maria Burani Procaccini (quella che pochi mesi fa ha osato consigliare alle maestre elementari di "segnalare agli psichiatri... i bambini troppo vivaci e disobbedienti") e il criminale fascista e puttaniere Salvatore Stille, il portavoce di Fini che non ha mancato di mandare i propri improperi a Ferrero poco prima di essere arrestato insieme a Vittorio Emmanuele di Savoia per sfruttamento della prostituzione. Non hanno però mancato di far sentire la propria voce contrario anche i tenutari di quelle comunità terapeutiche che da anni guadagnano soldi a palati grazie alle leggi proibizioniste e neanche lo psichiatra stalinista Luigi Cancrini, deputato del Pdci per cui la riduzione del danno dovrebbe limitarsi a "offrire siringhe pulite, utilizzare il metadone, operatori che entrano in contatto con i tossicodipendenti". Lo stesso Prodi ha telefonato a Ferrero per fargli dire che quella delle narcosalas è solo un'idea sua. 

Ferrero, naturalmente, ha subito ubbidito...

L'abolizione della Legge Fini purtroppo rientrerà probabilmente nelle Buone Intenzioni Puntualmente Smentite Dai Fatti, che sarà poi l'autentica cifra della partecipazione al Governo Prodi dei socialdemocratici del PRC. Lo stesso Ferrero ha già dichiarato che il governo non ha intenzione di abrogare o anche solo di modificare le mitiche tabelle che segnano per ogni sostanza il confine tra sanzioni amministrative e sanzioni penali: l'abrogazione di queste tabelle neutralizzerebbe immediatamente gli effetti della Legge Fini, ma Ferrero in persona ha detto che non se ne farà di nulla... 

Notizie ancora peggiori sono venute dalla riunione del Forum Droghe che si è tenuta sabato 17 a Firenze dove all'educata richiesta degli antiproibizionisti più filoistituzionali di abrogazione immediata della legge sulla droga Giovanardi-Fini mediante decreto legge su cui porre il voto di fiducia (per esser sicuri che non ci siano brutti scherzi), il responsabile del progetto Tossicodipendenze del dipartimento welfare dei Ds Beppe Vaccari ha frenato e ha detto di preferire "la via parlamentare" e di riprendere la discussione per un nuovo impianto legislativo durante la prossima Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze" (che dev'essere ancora convocata e che probabilmente ci sarà nel 2007). Mentre le agenzie di stampa riferiscono ogni giorno di persone che finiscono in galera per pochi grammi di fumo, questi non sanno far di meglio che rimandare l'abrogazione della Legge Fini alle Calende Greche...

A questo punto, l'iniziativa passa ai movimenti antiproibizionisti che già in passato hanno dimostrato la propria indipendenza da partiti e da apparati di potere e che nelle ultime settimane ha già portato in strada migliaia e migliaia di persone nelle street parade di Pisa e di Perugia, in attesa della grande Street Rave Parade Antipro del 1 luglio a Bologna, che non sarà solo contro la Legge Fini, ma anche contro il sindaco stalinista Kofferati che intende normalizzare Bologna a colpi di sgomberi e di divieti.

robertino

una storiasommarioarchiviocontatticomunicaticollegamenti