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Umanità Nova, n 23 del 25 giugno 2006, anno 86

Una socialdemocrazia governativa?
Il Prc tra "folklore" e governo


Il contesto.

"L'obiettivo principale del sistema europeo di banche centrali è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, essi sostengono le politiche economiche generali dell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione". A ribadire la perentorietà del principio monetarista ci pensa l'articolo III-80, il quale vieta qualsivoglia tipo di interferenza operativa sulla Banca Centrale ad opera di Istituti ed istituzioni Europee centrali e locali. Il controllo dei prezzi in ambito della politica economica di stampo monetaristico significa fare affidamento ai seguenti principi:

- Privatizzazione e messa in concorrenza dei prodotti e dei servizi compresi quelli di origine pubblica;

- Fare affidamento sulla concorrenza, libera a detta loro, come fonte di controllo del processo inflattivo dell'aumento medio dei prezzi.

- Controllo politico-sociale dell'unico prezzo variabile su base contrattuale: il costo del lavoro. 

Una politica monetarista rigida, infatti, mentre consente sul libero mercato il confronto dei prezzi dei servizi, richiede sul piano della regolazione sociale un forte intervento politico-sindacale come strumento di controllo, sulla base dell'inflazione programmata, dei salari e, indirettamente, dei diritti (legge Treu, legge Biagi.)

L'approccio è, da questo punto di vista, puramente ideologico: mentre il mercato, mai libero, dà vita regolarmente a grosse concentrazioni oligopolistiche, che progressivamente si accordano sui prezzi, al rialzo, pena l'uscita dal mercato stesso o la totale improduttività dei servizi affidati, il controllo sociale dei servizi viene affidato ad un tariffario modificabile e quindi ad una monetarizzazione dei costi, attraverso l'introduzione di ulteriori tasse, ticket etc. ed attraverso il peggioramento costante delle condizioni lavorative: compressioni salariali, turnazioni defatiganti, esternalizzazioni dei servizi, contrazione delle spese sociali ed aumento dei carichi lavorativi, etc. A questo proposito la funzione dei sindacati concertativi e di stato è essenziale per mantenere il controllo sociale della forza lavoro: naturalmente la contropartita per il sostentamento di queste strutture sindacali è legata alla garanzia della riproduzione degli enormi apparati burocratici grazie alla co-gestione del sistema e grazie soprattutto all'allargamento dei servizi monetizzabili concessi: i vari patronati sono, a questo proposito, un esempio fulgido, anche se credo che la vera partita verrà giocata sulla privatizzazione del sistema pensionistico nazionale, di cui i sindacati dovrebbero essere beneficiari non secondari. 

Sul versante del militarismo e dell'imperialismo europeo occorrerebbe approfondire maggiormente i dati e le analisi, ma alcuni esempi della nuova Costituzione Europea aiutano a focalizzare alcuni elementi:

La guerra esterna: Negli articoli 40, 42 e III–20 si costituzionalizza sostanzialmente l'intervento preventivo di Bush, mentre l'articolo II-21 sostanzia le tipologie di intervento militare possibili, ovvero praticamente tutte: "missioni umanitarie e di soccorso", "missioni di consulenza e assistenza in materia militare" missioni di "peace-keeping" e "peace-enforcing", "azioni congiunte in materia di disarmo", "missioni di prevenzione dei conflitti". Tutte le sopraddette azioni militari sono ovviamente finalizzate alla "lotta contro il terrorismo". Viene anche fatto l'obbligo per gli Stati membri (articolo I-41 par. 3) di implementare le proprie capacità militari: "Gli Stati membri s'impegnano a migliorare progressivamente le loro capacità militari. È istituita un'agenzia nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, della ricerca, dell'acquisizione e degli armamenti (Agenzia Europea per la Difesa), incaricata di individuare le esigenze operative, promuovere misure per rispondere a queste, contribuire a individuare e, se del caso, mettere in atto qualsiasi misura utile a rafforzare la base industriale e tecnologica del settore della difesa, partecipare alla definizione di una politica europea delle capacità e degli armamenti, e assistere il Consiglio nella valutazione del miglioramento delle capacità militari".

La guerra interna: cooperazione di polizia e in materia giudiziaria, il mandato di cattura europeo (riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie ed extragiudiziali), Europol, controllo delle frontiere esterne, politica comune dei visti, dei permessi di soggiorno, di asilo, repressione dell'immigrazione clandestina (artt. II-166 ss.) Gli Stati conservano la sovranità sull'importazione di beni e servizi e soprattutto di persone per motivi di moralità pubblica, di ordine pubblico e di pubblica sicurezza (base degli accordi di Schengen sulla libera circolazione). Questo a dimostrazione ulteriore che si sta parlando di un Trattato internazionale e non di Costituzione in senso proprio."

Il governo.

Sarebbe impossibile chiedersi cosa potrebbe fare o non fare un governo dell'Europa Occidentale, di qualsiasi colore politico, senza prima aver evidenziato i contorni entro i quali questi ha l'opportunità di muoversi. 

Ho citato solamente due, tra i più importanti, parametri entro i quali ad ogni coalizione vincente viene chiesto di muoversi: il liberismo economico e sociale di stampo monetarista ed il militarismo imperialistico ed interventista nel campo della politica "estera". 

È assolutamente evidente, ma non potrebbero che essere così, che alle forze di sinistra viene concessa la possibilità esclusiva di limare ingiustizie entro un quadro che di ingiustizie ne produce 100.000 volte tanto. Il folklore prodiano, per chi non lo avesse capito, faceva riferimento proprio a quello e proprio al fatto che l'adeguarsi alle condizioni date rende i due partiti neocomunisti appunto pittoreschi, in senso spregiativo. Questo inoltre, sta anche ad indicare la lontananza tra una simbologia forte (canti, come l'Internazionale, ma anche bandiere, simboli, effigi e ritratti che rimandano alla memoria collettiva storie, lotte, tragedie..), rivoluzionaria, costruita sopra un'identità radicale e delle prassi che non possono che essere lontane, a volte anni luce, da quella ipotesi. 

Si potrebbe obiettare che, anche prima, il partito della Rifondazione comunista, non fosse un partito rivoluzionario eccetera eccetera: il fatto di non dover condividere e di non dover co-gestire politiche liberistiche e militariste, consentiva a quel partito, nella espressione politica di diverse componenti interne e di molti militanti differenti gradi e differenti espressioni, gradualità mi verrebbe da dire, di potere affermare istanze riformistiche e popolari. Ma ora ad ogni richiesta di conseguente politica riformistica, viene risposto e riproposta loro la coerenza governativa: e questo non vale soltanto nella grande coalizione al potere, ma anche in tutte le giunte più o meno grandi alle quali Rifondazione dà il suo apporto governativo: gli esempi potrebbero moltiplicarisi a dismisura ed ognuno di coloro che leggeranno l'articolo potranno pensare casi di politica governativa locale neo-comunista (Olimpiadi, privatizzazione delle risorse idriche alla faccia delle dichiarazioni ai social forum mondiali e via cantando). Ed il salto non è piccolo: il vero gap sta nella distanza tra un'ipotesi meramente socialdemocratica, giacché quella rivoluzionaria manco si pone, ed una liberistica nella sua essenza. Questo è il vero unico dramma di Rifondazione Comunista, del Pdci, in parte, e di quelli che a loro si appoggiano e che loro sostengono. È come se molti militanti e simpatizzanti chiedessero di mantenere una linea condivisa, almeno sulla base di principi comuni non derogabili: mi chiedo come questo sia possibile ora, quando una ben più radicale dirigenza di partito, in altri tempi (1996) contribuì ad istituire CPT, ad introdurre il lavoro interinale, i co.co.co... L'unica dialettica che potrebbero utilizzare per far passare la "manovrina" aggiuntiva di Padoa Schioppa o la permanenza militare in Afganistan, i tagli sociali, la precarietà nel settore pubblico, di cui sono direttamente responsabili e dove ricordo a tutti che non viene applicata la legge Biagi, ma la vecchia Treu, ebbene potrebbe essere quella di sminuire la portata di tali provvedimenti, ancora una volta attraverso l'inganno ovvero attraverso la responsabilità di governo. Mai come ora è importante rivendicare e praticare l'autonomia rispetto ad ogni ipotesi non solo governativa, ma istituzionale in genere.

Pietro Stara

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