Umanità Nova, n 24 del 2 luglio 2006, anno 86
Pare utile, soprattutto per i compagni più giovani, ricostruire
le vicende più rilevanti dell'intensa, e per molti versi
centrale, esperienza vissuta dal movimento anarchico, spagnolo e
internazionale, dentro e attorno alla rivoluzione e alla guerra civile
spagnola. Questi dati renderanno più agevoli i lavori del
convegno ad hoc promosso dalla FAI a Parma il 21 ottobre prossimo.
17 luglio 1936
Golpe militare nel Marocco spagnolo, poi in tutta la Spagna, guidato da
un gruppo di generali ribelli al governo repubblicano di Fronte
popolare. Tra i protagonisti José Sanjurjo, Emilio Mola, Manuel
Goded e Francisco Franco. L'obiettivo è di eliminare le forze
innovatrici, sia rivoluzionarie che riformiste, che mettono in
discussione i privilegi dei latifondisti, della chiesa cattolica, degli
alti ufficiali.
18 luglio
Il governo cerca di patteggiare con i golpisti offrendo dei posti
ministeriali e risponde quindi in modo incerto e limitato. Vari suoi
funzionari passeranno a favorire il golpe e impediranno la
distribuzione delle armi alle organizzazioni popolari che le reclamano
per difendersi dall'attacco dei reazionari.
19 luglio
I sindacati, la CNT libertaria e la UGT socialista, proclamano lo
sciopero generale e mobilitano gruppi di operai armati che nelle
città principali (Barcellona, Madrid, Valencia, Bilbao)
riescono, con pochi strumenti e molta determinazione e a costo di alte
perdite umane, a bloccare il golpe in due terzi del territorio
spagnolo. Alla difesa del governo legale partecipa una fetta ridotta
delle forze armate lealiste.
20 luglio
La ribellione dei generali vince subito nelle Canarie, in Marocco, in
buona parte dell'Andalusia, nella Castiglia–León, in quasi
tutta la Galizia e a Saragozza. Iniziano le repressioni di massa di
ogni possibile oppositore con l'appoggio dei ricchi latifondisti, del
clero oltre che dei falangisti che imitano gli squadristi italiani.
21 luglio
A Barcellona gli anarchici della CNT-FAI, che di fatto controllano la
città, accettano di collaborare con Luis Companys, il Presidente
del governo catalano (Generalitat), in nome dell'antifascismo e
dell'urgenza bellica. Il movimento libertario e gli operai armati danno
vita ad un Comitato delle Milizie che affianca, per qualche settimana,
la Generalitat, e organizza la vita cittadina e la partenza di migliaia
di volontari per il fronte di Aragona. Nel Comitato, accanto alle
potenti CNT e UGT, trovano posto il PSUC (formalmente socialista, ma
egemonizzato dai comunisti filostaliniani), il POUM (comunisti
antistaliniani), l'Esquerra (catalanisti di sinistra).
23 luglio
Inizia il trasporto di truppe fedeli a Franco dal Marocco in Andalusia
con aerei fascisti italiani e nazisti tedeschi. In barba al Comitato di
Non Intervento gli eserciti di Mussolini e di Hitler, e in particolare
le aviazioni, useranno la Spagna come terreno di manovra e di
sperimentazione di tecniche di terrorismo contro i civili. Il
contributo di circa 70.000 soldati italiani, sotto l'etichetta di
volontari, con il forte impegno di artiglieria e della marina, risulta
determinante per garantire la vittoria di Franco che, a partire
dall'ottobre 1936, diventa il Generalissimo, cioè il capo dei
golpisti.
Agosto
Iniziano a definirsi vari fronti bellici a Sud, a Nord e attorno a
Madrid. Lentamente ma inesorabilmente, le truppe dei golpisti avanzano
a scapito dei repubblicani e dei libertari. Madrid cede solo a fine
marzo del 1939, ma nel giro di un anno le varie forze dei generali
ribelli controllano, con esecuzioni di massa e un terrore pianificato,
la maggioranza del territorio mentre i profughi dalle zone ex
repubblicane si contano a centinaia di migliaia.
In Aragona giungono, da Barcellona dove hanno formato la Colonna
Rosselli-Berneri, varie centinaia di anarchici italiani che riusciranno
a sostenere i duri attacchi delle truppe golpiste assai meglio armate.
Questo è il fronte dove vi è un'egemonia dei
rivoluzionari (CNT-FAI, POUM e altri) e dove perciò il governo
repubblicano non manda armi a sufficienza.
Settembre
Si rafforza il movimento collettivista iniziato spontaneamente, nelle
fabbriche e nelle campagne, subito dopo il 19 luglio. Sono coinvolte
centinaia di migliaia, forse un paio di milioni, di operai e di
contadini che realizzano forme di autogestione e di egualitarismo
mentre sopperiscono alle esigenze della popolazione e dello sforzo
bellico.
In nome della collaborazione antifascista per sconfiggere l'esercito
dei reazionari e clericali, la CNT accetta di entrare nel governo
catalano della Generalitat e di sciogliere il Comitato delle Milizie.
Ottobre
Il governo repubblicano impone di trasformare le milizie, sorte nelle
giornate della vittoriosa risposta popolare al golpe e basate su una
sostanziale libertà e eguaglianza dei membri, in un Esercito
Popolare con forte gerarchia interna e un'organizzazione centralizzata
e tradizionale. Per non ostacolare la presunta maggior efficienza di
tale struttura, i vertici della CNT-FAI fanno propria questa svolta
della lotta armata malgrado una certa resistenza dei militanti.
Si costituiscono le Brigate Internazionali, su modello fortemente
gerarchico, con circa 40.000 antifascisti di decine di paesi e con
comandi strettamente controllati dalla crescente forza del comunismo
filosovietico, L'URSS è, infatti, l'unico stato (oltre al
Messico) ad aiutare la Repubblica con invio di armi, munizioni e un
consistente numero di agenti militari e politici. Gli interessi
diplomatici e politici dell'URSS saranno alla base delle scelte dei
molti dirigenti del comunismo internazionale, tra i quali non pochi
italiani (Togliatti, Longo,…). La loro linea politica prevede il
rinvio di ogni rivoluzione sociale a tempi futuri in nome della grave
situazione bellica. Quindi nessuna collettivizzazione che spaventa la
piccola e media borghesia, rurale e cittadina, nessuna trasformazione
profonda della società con la partecipazione della donna al
movimento rivoluzionario e alla guerra, nessuna rottura frontale con il
clericalismo e l'autoritarismo tradizionali.
Novembre
I golpisti giungono alle porte di Madrid ed annunciano al mondo intero
la conquista della capitale. Attorno alla città convergono
migliaia di combattenti da altri fronti. Le Brigate Internazionali si
schierano per la prima volta e resistono agli assalti delle truppe
marocchine.
Buenaventura Durruti si sposta dal fronte aragonese per soccorrere la
capitale con alcune migliaia di aderenti alla sua colonna che
sarà decimata nei combattimenti. Lui stesso cade nella
battaglia: la sua fine viene spesso interpretata come il segnale della
progressiva riduzione di protagonismo del movimento anarchico.
La presenza di quattro esponenti della CNT-FAI (tra cui Federica
Montseny, Juan García Oliver, Juan Peirò) al governo del
socialista Francisco Largo Caballero non pare portare ad alcun
rafforzamento del peso dei libertari bensì rivela una forte
contraddizione con la propria tradizione antistatale. Ancora in nome
delle circostanze belliche eccezionali si paga un elevato prezzo di
identità e di coerenza per dimostrare al mondo intero che il
governo repubblicano, che cerca disperatamente armi e riconoscimenti
internazionali, rappresenta veramente l'intera società spagnola
con le sue strutture sindacali e politiche più rilevanti.
Dicembre
Prosegue la manovra delle istituzioni per ridurre il ruolo delle
componenti rivoluzionarie. Anche le legalizzazioni delle
collettività rurali e industriali va in questa direzione, mentre
si riorganizzano le forze di polizia svuotando le Pattuglie di
Controllo in mano prevalentemente alla CNT.
Dopo il riconoscimento ufficiale del governo di Franco da parte di
Hitler e di Mussolini l'intervento nazifascista in Spagna si
intensifica.
Gennaio 1937
Per non perdere le posizioni conquistate, la CNT e la UGT firmano vari
patti di collaborazione che prevedono l'aumento della
produttività e forme di controllo istituzionale sui lavoratori e
sulle collettività.
La Francia chiude le frontiere alle forniture di armi alla Repubblica e
inizia un'altalena di riaperture a seconda dei rapporti internazionali
e del predominio a Parigi dei partiti di centro che stanno rompendo il
Fronte popolare del 1936.
Febbraio
Prosegue la militarizzazione accettata come "necessità
ineluttabile" dal movimento anarchico che, al tempo stesso, conferma la
"vocazione antimilitarista e antistatale".
Primi scontri armati tra anarchici e socialisti filostaliniani in Catalogna.
Marzo
A Guadalajara le truppe fasciste italiane e quelle franchiste sono
sconfitte da forze della CNT e dalle Brigate Internazionali nelle quali
vi sono centinaia di antifascisti italiani.
L'Internazionale Socialista fa appello alla Società delle
Nazioni per porre un argine al sostegno nazifascista a Franco. I
risultati saranno molto scarsi, mentre viene respinta la mobilitazione
dei lavoratori proposta da importanti organizzazioni di operai in vari
paesi europei democratici.
A Mosca appaiono articoli di denuncia del POUM come "agente del
fascismo" per le sue critiche allo stalinismo e della CNT che "difende
i traditori trotzkisti".
Aprile
Continuano in varie città e villaggi conflitti tra anarchici ed
elementi del Partito Comunista e si diffondono notizie sulle carceri
segrete, a Valencia e a Murcia, gestite in proprio dai comunisti in
stretta collaborazione con gli agenti sovietici.
Bombardamento a tappeto di Guernica, la cittadina basca simbolo
dell'autonomia secolare dei Baschi, con forse un migliaio di morti
civili. È il primo caso di azione terroristica esplicita con
protagonista l'aviazione nazista e la partecipazione di alcuni aerei
fascisti italiani. Scandalo a livello internazionale dell'opinione
pubblica, ma gli effetti pratici, anche sul piano diplomatico, sono
assai ridotti.
Maggio
A Barcellona, dal 3 al 7 maggio, scoppiano scontri armati che iniziano
dentro la Centrale telefonica in mano alla CNT ma attaccata da
poliziotti al comando di un ufficiale comunista. Il governo, dove i
comunisti filostaliniani stanno aumentando il loro peso, vuole
sottrarre al sindacato anarchico un centro di potere di fatto,
conquistato il 19 luglio 1936, che limita la riservatezza dei colloqui
tra gli esponenti dei vertici governativi.
Il proletariato libertario della capitale catalana erige nuove
barricate e gli scontri dilagano in molti quartieri popolari. I
dirigenti della CNT-FAI invitano i militanti a cessare le
ostilità per non favorire il nemico franchista. Alla fine si
conteranno centinaia di morti in buona parte libertari, tra cui Camillo
Berneri, uno degli animatori della partecipazione degli anarchici di
lingua italiana alla straordinaria esperienza spagnola.
(continua)