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Umanità Nova, n 24 del 2 luglio 2006, anno 86

Inform@zione


Sciopero in Ferrovia
Lunedì 19 giugno in sede di Commissione di Conciliazione, i rappresentanti di Trenitalia comunicavano che l'atteggiamento aziendale nei confronti del macchinista Dante De Angelis, licenziato in seguito al suo rifiuto di condurre un locomotore dotato di sistema VACMA, o uomo morto, il 4 febbraio scorso, ma prosciolto di ogni addebito con sentenza del Tribunale di Bologna dell'11 maggio, non mutava, e che pertanto nei suoi confronti vi era solo la disponibilità, tutta pseudo-umanitaria e caritatevole, di riassumerlo come usciere presso un'azienda del gruppo FS, al fine di garantire il sostentamento della sua famiglia.
Questo paternalismo calcolato, in realtà aveva come scopo di mostrare un'azienda rigida nei suoi proponimenti, non disposta a cedere di un solo millimetro rispetto alla linea punitiva adottata ormai da diversi anni verso chi osa metterne alla luce le politiche e le strategie, specie in materia di (in)sicurezza, ma sempre pronta ad adottare tattiche ambigue e provocatorie allo scopo di spaccare il fronte di solidarietà costruito dai ferrovieri.
Il rifiuto di De Angelis all'"offerta" di Trenitalia, ha rimosso l'ultimo ostacolo alla conferma dello sciopero di 24 ore proclamato dal coordinamento delle RSU e degli RLS e dalla CUB Trasporti, previsto per martedì 20 dalle ore 21. Pochi giorni prima il SULT, sindacato che aveva co-indetto l'astensione dal lavoro, aveva ritirato la propria firma, ritenendosi soddisfatto da alcune promesse ottenute dai suoi riferimenti politici nel governo (area Rifondazione); l'episodio dimostra come i sindacati "cinghia di trasmissione" finiscano sempre per essere usati strumentalmente dagli apparati politici, e la determinazione della base venga ignorata.
Ma l'importanza della scadenza, legata alla lunga vertenza sulla sicurezza e contro i licenziamenti, e ad alcuni risultati abbastanza soddisfacenti provenienti dai tribunali (la riassunzione di uno dei quattro ferrovieri licenziati per la trasmissione Report, oltre al citato caso De Angelis), era colta non solo dalle realtà direttamente responsabili della proclamazione dello sciopero, ma anche da diverse segreterie regionali dell'ORSA, da numerose strutture e gruppi di base, alcuni legati allo stesso SULT, che non hanno ossequiato gli ordini di scuderia partecipando alla protesta. Tanto è vero che lo sciopero ha riscosso un notevole successo, specialmente nelle regioni del centro-nord dove maggiore è stata la conflittualità e più radicata è l'opposizione alla deriva del trasporto ferroviario, specie in materia di sicurezza. Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio hanno trainato la categoria dei ferrovieri che, in generale, ha risposto abbastanza bene anche altrove, come dimostrato da treni soppressi nelle principali direttrici nazionali, nonostante i servizi minimi da garantire.
La vertenza non è chiusa, anzi, si va verso una nuova scadenza prima che si abbatta la mannaia della legge antisciopero e delle sue numerose moratorie.
Pippo Gurrieri

Gradisca: contestato il sottosegretario agli interni Rosato

Venerdì 23 a Gradisca (Go) si è svolto presso il comune un incontro fra gli enti locali e il sottosegretario agli interni Rosato della Margherita. L'incontro era a porte chiuse.
All'appuntamento si sono presentati - non invitati - anche alcune decine di militanti antirazzisti aderenti all'Assemblea Permanente contro i CPT (disobbedienti, anarchici, indipendenti…). Dopo aver srotolato 2 striscioni di fronte all'entrata è stato chiesto di assistere alla riunione per sapere che si dicono fra di loro i vari rappresentanti istituzionali su questo tema che spesso - a differenza dei movimenti - ben poco conoscono. Ovviamente la risposta è stata un secco no. All'arrivo del sottosegretario con tanto di scorta sono partiti gli slogan e c'è stato un tentativo di entrare nel palazzo respinto con calci e spintoni dalla polizia. Dopo aver a lungo urlato slogan davanti al portone gli attivisti si sono riposizionati con gli striscioni davanti all'ingresso sotto un caldo torrido continuando gli interventi al megafono. Dopo un paio d'ore sono scesi il sindaco e il presidente della provincia che hanno detto che Rosato era disposto a ricevere una delegazione di 4 persone.
Compatto è stato il rifiuto della proposta. A questo punto il burocrate è dovuto scendere per parlare con tutti riuscendo solo a ribadire l'assurda posizione del governo: "superamento" dei CPT e loro umanizzazione ma prima di tutto formazione di una commissione di esperti della società civile che deve monitorare la situazione. I militanti antirazzisti hanno risposto a chiare lettere che i CPT vanno chiusi e basta e che non serve nessuna commissione. Inoltre è stato chiarito che il CPT di Gradisca in particolare va chiuso ancor prima degli altri in quanto costruito illegalmente, appaltato in modo mafioso e aperto solo per ragioni elettorali dal centro-destra.
Le mobilitazioni – che vanno avanti da oltre due anni e mezzo- non si fermeranno!
Un compagno della FAI presente

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