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Umanità Nova, n 24 del 2 luglio 2006, anno 86

Anarchici & Computer
Due passi avanti ed uno indietro


Tra il 1998 e il 1999 fu pubblicata su "Umanità Nova" una serie di articoli: "Anarchici & Computer. Viaggio fra gli archivi anarchici in Rete" che aveva lo scopo di presentare alcune delle risorse create e gestite dagli anarchici. In quegli anni la maggior parte dei siti erano in lingua inglese ed avevano una struttura molto semplice: qualche pagina di testo, poche immagini e la lista dei collegamenti ad altre risorse simili. I rari siti in lingua italiana erano, quasi sempre, frutto delle iniziative di singoli compagni interessati alle potenzialità comunicative del mezzo.

Uno dei cambiamenti nel modo della comunicazione in Rete nel corso degli anni è stato la nascita dei "portali": siti web che si presentano con una pagina iniziale - solitamente divisa in tre o più colonne - affollata di testo e grafica, che funge da porta di ingresso ai contenuti disponibili. Una impostazione usata, indifferentemente,sia dai siti commerciali che da quelli di movimento. Uno dei vantaggi dei portali è quello di raccogliere in una sola (lunga) pagina tutti i collegamenti a quanto archiviato. Uno degli svantaggi è che, se male organizzata, la home di un portale rischia di generare confusione.

Di seguito proponiamo una breve e parziale rassegna di alcune risorse, principalmente quelle con una impostazione tipo portale. Le omissioni, volute o casuali, saranno inevitabili.

A livello internazionale un sito anarchico molto conosciuto (il sito originale è datato 1995) è www.infoshop.org che si presenta oggi come un vero portale che raccoglie notizie, opinioni ed informazioni. I visitatori sono più di 200mila al mese; il sito fa parte di una organizzazione no-profit che comprende anche altre iniziative, non solo sul web. Infoshop ha anche delle versioni in tedesco, spagnolo, svedese e italiano anche se quest'ultima sezione sembra abbandonata.
Altro portale internazionale, creato recentemente, è http://www.anarkismo.net, un sito multilingue (italiano compreso) costruito clonando un sito di Indymedia; la pubblicazione non è aperta (contrariamente a quello che viene scritto...) ma filtrata da un "editor". Il sito è gestito da gruppi di area "comunista anarchica".

I portali anarchici in lingua italiana non sono molti, ne segnaliamo due che hanno già qualche anno di vita.

"Acrataz" (acrataz.oziosi.org/) si definisce "Sito web e portale per l'anarchismo" che ha lo scopo di: "mettere a disposizione di tutti la conoscenza della nostra storia, del nostro pensiero, nelle sue differenti sfaccettature e fungere da collegamento per tutti i compagni che si riconoscono in questo progetto, fornendo loro un aiuto telematico, uno spazio per il proprio intervento, accanto al nostro." La pagina principale è divisa in tre colonne: a sinistra le notizie ed i comunicati, a destra gli appuntamenti e al centro gli altri contenuti. Sulla stessa pagina: gli ultimi aggiornamenti, i punti di partenza e una lista dei link a siti anarchici (e libertari) in lingua italiana. Il portale ospita anche le pagine web di alcuni gruppi e collettivi: Anarcobettola, Biblioteca L'Idea, Canariah ed altri. La scelta sulla pubblicazione di comunicati e notizie è decisa dai curatori del sito.

"Anarcotico" (www.anarcotico.net) privilegia alcune tematiche (liberazione animale e repressione) a scapito di altre (come l'anarchismo sociale) e pubblica anche notizie e comunicati provenienti da aree non anarchiche.
L'impostazione è quella di un classico portale, anche se la grafica scelta appesantisce un po' troppo tutto l'insieme. Fornendo un indirizzo di posta elettronica ci si può registrare e personalizzare il modo col quale visualizzare il sito. È possibile inviare il proprio contributo che però "potrà essere pubblicato e/o editato a insindacabile giudizio della redazione."

Tornando all'estero, un altro sito interessante è "Ricerca sull'anarchismo" (http://raforum.apinc.org/), un "sito web interattivo ed un Data Base" con materiali in diverse lingue che raccoglie "articoli, discussioni, tesi e bibliografie relative ad arte, cinema, musica, letteratura, politica e storia." Sono pure archiviate "brevi biografie e testi riguardo ai principali scrittori classici e contemporanei" Attualmente la sezione italiana contiene 262 articoli. I materiali vanno dalla recensione alla traduzione di articoli vecchi e nuovi, ampio lo spazio dedicato all'arte.

Altra iniziativa multilingue (21 idiomi) è la "anarcopedia" (http://ita.anarchopedia.org/Prima_Pagina) versione libertaria della famosa "Wikipedia". La sezione in italiano è ancora in costruzione ma, se il progetto andrà avanti, è destinata sicuramente a diventare un punto di riferimento per l'anarchismo su Internet.

Tra le idee più originali in lingua italiana che abbiamo incontrato in questi ultimi anni c'è la "Enciclopedia Anarchica modenese" (http://www.bramieropinna.com/enciclopediaanarchica/) una raccolta di "lemmi" di interesse politico-sociale: da "Chiesa" a "Individualismo", da "OGM" a "Malatesta". Ad ognuno di essi corrisponde una breve sequenza fotografica che ritrae alcune persone che esprimono i loro punti di vista sull'argomento. Alcune di queste voci sono davvero esilaranti, altre meno ma, sicuramente, questo sito mostra come sia possibile fare informazione e propaganda attraverso uno strumento attuale utilizzando una tecnica sorpassata come quella dei "fotoromanzi". Anche senza essere un portale.

Uno spazio importante sul web lo hanno sicuramente i giornali anarchici che, pure se continuano ad uscire stampati su carta, hanno quasi tutti una corrispondente versione "on line". Nonostante questo, nessuno di essi ha (ancora) provato a creare, attorno alle sue pagine web, un portale informativo.

Se i siti italiani sono numerosi e in buona salute non si può dire lo stesso delle risorse più interattive, e quindi maggiormente utili.
Praticamente inesistenti i forum specificamente anarchici, il più longevo è sicuramente quello di "contropotere" (http://www.network54.com/Forum/137514/) che sconta tutti i difetti propri di questo genere di comunicazione.
Ancora meno fortunate le liste di discussione pubbliche che sembrano non interessare molto: le poche esistenti ospitano raramente delle discussioni e sono piuttosto dei contenitori nei quali vengono depositati comunicati, appelli e via dicendo. Il portale commerciale "Yahoo" ha in elenco 19 liste "anarchiche", ma molte di esse hanno poco a che vedere con le nostre idee, altre sono abbandonate da anni e nessuna ha un numero significativo di iscritti.

Volendo trarre una breve conclusione da queste segnalazioni, si potrebbe dire che in questi ultimi anni è sicuramente aumentato lo spazio che gli anarchici si sono ritagliati su Internet ma a questo aumento quantitativo non ha sempre corrisposto un aumento qualitativo. Troppo spesso le risorse a disposizione vengono poco o male utilizzate e, in alcuni casi, fare un sito web sembra più motivato dalla moda che dal reale interesse per una forma di comunicazione potenzialmente ancora rivoluzionaria.

Pepsy

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