Umanità Nova, n 25 del 16 luglio 2006, anno 86
L'Italia calcistica e pallonara è la meta-rappresentazione di un "popolo", della sua "nazione", dei suoi "governati" e dei suoi "governanti". Naturalmente non di tutti, ma di molti sì.
Il calcio, così come la politica, l'economia, la finanza (le tengo separate di comodo) sono vieppiù dominate da clan affaristici di stampo mafioso-ladronesco, in lotta serrata per la supremazia e il cui aggancio con le sedi istituzionali, nonché la loro partecipazione è funzionale al pieno dispiegamento delle manovre per il potere e per il denaro. La democrazia moderna si caratterizza per una più evidente emersione di gruppi di potere, assolutamente svincolati da qualsiasi legame sostanziale con le istituzioni che dicono di rappresentare, che si muovono in perfetta autonomia e che, direttamente o indirettamente, favoriscono, a cascata, soggetti organizzati collegati e collegabili a loro. A livello internazionale si parte dai clan di "Bush" di "Blair", di "Putin"… e si arriva a livello locale ai clan di "Moggi e Giraudo", a quello della "TAV", e si finisce con "gli amici della rana pescatrice". Impunità fino a giustizia esemplare, poiché la giustizia, la Giustizia scusate, è sempre esemplare: accontenta la sete di sangue e di carne dei sudditi, la Moralità pubblica e collettiva, solleva gli Animi e fa sperare in una Nuova umanità che rinasce miracolosamente dalle ceneri delle sue nefandezze, o meglio delle nefandezze degli altri. Naturalmente una Moralità che intercetta, spia, sonda a ragion di bene: perché è ovvio e giusto che se anche i poveretti vengono video-filmati, ripresi, ascoltati, lo siano anche i potenti, i Grandi (mentre sarebbe ovvio il contrario, ovvero che nessuno venisse spiato). Oppure ci si schiera a favore dei cattivi, ma non perché non siano effettivamente cattivi, ma solo perché si è schierati: allora 50.000 juventini marciano a sostegno del Marcio e del Putrido, ma solo per salvare l'onore di squadra che non merita tanta ingiustizia e il cui onore, a discapito di coloro che lo hanno macchiato, va salvato e preservato. Peccato che l'una (la società), sia fatta dagli altri (dirigenti, giocatori, tifosi). Ma perché accanirsi contro una società tanto vilipesa?!!!: forse, l'anno passato, qualcuno non ricorda le Moltitudini scese in piazza a soccorrere tanti piccoli e grandi giocattoli fatti in Cina (giochi Preziosi), ad onorare i colori infangati della più vecchia società calcistica italiana (Genoa)? Tanto astio politico, ma poi i colori ci uniscono. Antifascismo militante, ma fuori dalle curve, perché il mio vicino seppur fascista, è anche romanista come me. La cosa più ributtante che successe quando i nazifascsiti romanisti esposero svastiche, croci celtiche e ritratti di Mussolini, fu rappresentato dal silenzio assordante degli altri 60.000 tifosi, che non hanno fatto nulla, che non si sono ribellati, che non se ne sono nemmeno andati, che hanno minimizzato, che hanno equiparato, insomma… il calcio unisce. "Quello è uno stronzo razzista, però para veramente bene!" "Un grande presidente, per una grande squadra!": "Mi raccomando fai benzina alla Erg (oppure non farla mai) perché così sostieni la squadra (la Sampdoria)". Compagn* che pronunciano le frasi più orrende del mondo, ma tanto è il calcio, anche se a noi non piace quello moderno, siamo per quello primitivo, con le clave e le palle di pietra.
E poi la Pietà, quella delle società oneste, che non hanno mica rubato, ma che magari (vedi Inter) hanno speso come l'intero PIL degli stati nordafricani per far giocare alcuni decerebrati per non vincere nulla e che ora mendicano, in nome della loro spendacciona integrità, titoli che non hanno mai conseguito sul campo.
Ma questo è il mondo in cui viviamo e per fortuna c'è la nazionale italiana, che corrobora gli animi, che unisce i ricchi e i poveri, che ci fa sentire parte di un grande ideale e di un unico progetto: la Patria. Quella che spende, ruba alle spalle di chi non può, manda militari in giro per il mondo, non paga ma usa e quella che spende poco (la decrescita infelice!!!), che viene sfruttata, che paga caro tutto e che non deve far troppo rumore, se non quello nazionale. Ma è un bel gruppo davvero: sono giocatori che si vogliono bene, fanno unione, si sostengono, si danno i passaggi con autovetture da 250.000 euro per accompagnarsi a comprare due vestitini, qualche gioiello per le coniugi o per andare a fare due scommesse (ma che male c'è, se è lo Stato che le promuove?) e speriamo anche che, finiti i mondiali, facciano le vacanze insieme: che gioia pensarli insieme, ancora una volta uniti, che si sgranocchiano granchi ed aragoste fresche sotto imponenti palme, serviti di tutto punto da camerieri indigeni, magari in costume che fa più esotico, a cui elargiscono sorrisi imponenti come le mance di servizio! Se lo meritano, dopo un lungo anno di lavoro, in qualche paradiso terrestre e fiscale, prima di tornare al duro lavoro che li aspetta al ritorno.
So già che un caro amico e compagno, interista, mi rimprovererà di eccessivo moralismo, perché, dice lui, la gente ha bisogno di tifare: e io gli rispondo in anticipo. Dai, che se non fate cazzate, il prossimo anno lo scudetto non ve lo toglie nessuno!
Pietro Stara